L'agenzia
Samuel Stern n.7
M. Filadoro, G. Fumasoli, M. Savegnago, P. Antiga
Il fumetto si apre, come di consueto, con l'introduzione vergata dal pugno di Angus Derryleng, il misterioso proprietario della libreria dove lavora Samuel Stern. Lo scritto esoterico, confonde le acque per suggerire nuove strade che ci introducano alla storia, citando sapientemente “Il deserto dei Tartari” di Dino Buzzati oppure il ciclo dei sogni di Howard Phillips Lovecraft. Ingredienti di tutto rispetto, per palati fini.
La vicenda si apre in una misteriosa costruzione dall'aspetto antico, gotico (per le volte a ogiva e il rosone visto in controfacciata) e cyber-punk allo stesso tempo: una sorta di hangar con porte blindate dove sono detenuti e conservati mostri e segreti orripilanti. All'interno di questo enigmatico locale si muovono animatamente inquietanti uomini in nero (che inevitabilmente ci riportano all'immaginario di Martin Mystère, Men in Black e X-files). Un giovane agente viene messo in una cella in quanto contagiato dall'entità di “Provan Hall” (luogo infestato di Glasgow) e possibile “incubatore di una colonia di agenti microbici psicodemonici, pronti a trasmettersi in maniera virale”. Quanto di più terribile e contemporaneo in un epoca di Covid 19. Conoscendo i tempi di realizzazione di un fumetto sappiamo però che la storia non può essere stata creata in tempi sospetti. Per la sicurezza dell'agente Tooms (il giovane detenuto) e della società stessa, i suoi colleghi di lavoro sono costretti a confinarlo in quarantena, in attesa di ulteriori analisi, sperando in una rapida risoluzione del problema.
Voltiamo pagina e la scena cambia, anche se rimane protagonista il terribile uomo in nero che fuma (non vi ricorda nulla? X-file docet) che ha appena imprigionato il suo giovane collega nella sequenza precedente. Ora si trova nel suo ufficio (sulla cui porta svetta il cartello con il nome Robert Gillian) e sta parlando con un altro giovane per sottoporlo ad un particolare questionario, una sorta di profilo psicologico (che ci rimanda in questo caso ai metodi visti in Blade Runner, o meglio al romanzo da cui la pellicola è stata tratta ovvero “Ma gli androidi sognano pecore elettriche?” di Philip K. Dick). Il questionario permetterà al giovane agente Ross di entrare in “Singularity”, ovvero l'Agenzia. L'Agenzia è un’associazione segreta, con varie mansioni, ma quella principale è mantenere fissa la linea di confine tra il mondo “normale” e le “extrarealtà": ovvero impedire che possessioni, infestazioni, mutazioni spirituali e altre immonde schifezze disturbino troppo la quiete del nostro vivere, la tranquilla e rilassata serenità su cui si basa la società contemporanea, massmediatica e capitalistica.
Terza sequenza: i nostri due eroi Samuel e padre Duncan, si stanno dirigendo nel paese di Uddingston, dopo aver ricevuto una mail dallo scrittore Malachi Mason che descrive una “concentrazione epidemica di fenomeni di possessione diabolica” che infesta la cittadina. Mason, nelle sue pubblicazioni, adotta una furba sintesi di scienze occulte e complottismo, la cui tesi di fondo è che una manifestazione diabolica planetaria sia ormai prossima a scatenare l'apocalisse. Un argomento che più volte ha permesso a carismatici imbroglioni di conquistare il favore delle masse (non a caso il cognome del persoanggio ricorda un famoso criminale). L'appuntamento con Mason è presso il The Two Chimneys Pub, governato da una mastodontica ragazza punk che indossa una canottiera nera con la scritta “I hate your kids” (giusto per rallegrare la serata umida e piovosa). Ma nel pub lo scrittore non si presenta all'appuntamento, piuttosto ci sono i due “uomini in nero” che avevamo visto all'inizio del racconto.
La mattina successiva Samuel e padre Duncan, girando per le vie plumbee del paesino, incominciano a notare bambini e animali stranamente segnati da devastanti escoriazioni sulla pelle.
A questo punto ci fermiamo: il piatto è ben servito e, come dice il proverbio, l'appetito vien mangiando. Ci sono infatti ancora molti misteri che si dipaneranno leggendo la storia, ma che ovviamente non vogliamo rivelarvi. Per esempio: che rapporto si cela tra padre Duncan e quel posto dimenticato da Dio? Perchè Mason sembra conoscere molto sulla vita di padre Duncan? Che cosa cercano veramente Gillian e Ross? Quali piani ha l'agenzia su Samuel Stern? E cosa si cela fra le rovine del castello medioevale di Bothwell?
Oltre alla storia, intrigante e ben costruita, ci ha colpito positivamente anche il disegno. Decisamente più realistico rispetto a quello delle storie precedenti, ma non per questo meno espressivo. Una scelta perfetta per una storia che corre in bilico fra mondi paralleli. Uno stile da un lato plastico e dinamico come nella miglior tradizione super-eroistica americana (molto vicino al segno di Neal Adams). Nello stesso tempo dettagliato come le tavole di Francesco Bastianoni e capace di rendere le atmosfere horrorifiche e surreali attraverso una particolare inchiostrazione graffiata che, pur mantenendo una personale caratterizzazione grafica eguaglia la capacità evocativa di disegnatori come Giovanni Freghieri o Corrado Roi.
L’episodio si presenta nelle edicole con una variant cover da collezione completamente bianca.
Articolo di Elena Porro.
Il copyright delle immagini è Bugs comics 2020, dei rispettivi autori o detenenti diritti.
Ulteriori approfondimenti:
Scheda personaggio: Samuel Stern
Scheda autore: INTERVISTA A GIANMARCO FUMASOLI
Ulteriori approfondimenti:
Samuel Stern n.2 e 3 - Il mausoleo nero - Legione
Samuel Stern n.4 - L\'isola dei perduti
Samuel Stern n.5: La fine della coscienza
Samuel Stern n.10: L\'altro inferno
Samuel Stern numero 13: “Tra due mondi”