Ettore e Fernanda

Un’avventura braidense

Di Paolo Bacilieri

Coconino Press

Dicembre 1929. Come la venere anadiomene[1] di Botticelli era spinta sulla spuma delle onde, così, in apertura del volume, una nave viene sballottata tra i flutti in tempesta. Non a caso due piccoli quadretti collocati nella pagina in basso rappresentano un dettaglio del celebre capolavoro rinascimentale. La forza della bufera è tanto brutale che non basta una vignetta per contenerla tutta, riempie l’intera pagina, anzi ne occorrono sei di fogli per raccontare la burrascosa navigazione, così come occorsero dieci giorni al piroscafo “Leonardo da Vinci" (mai nome fu più azzeccato) per partire da Genova ed arrivare a Londra con il suo prezioso carico. Nella stiva della nave erano ben ancorati quattordici grandi cassoni di legno, foderati con lastre di lamiera a tenuta stagna, nei quali erano collocate, chiuse nelle loro casse e in duplici e triplici controcasse separate da materiale isolante, le più importanti opere d’arte dei musei italiani. Dipinti, sculture, rilievi e maioliche di inestimabile valore per le quali l’imbarcazione venne soprannominata dagli inglesi “Treasury Ship”. 962 capolavori venivano portati alla Burlington House[2] per allestire una grande mostra d’arte italiana a Londra. Esposizione voluta dagli inglesi e soprattutto da Mussolini per esaltare il genio italico e il suo governo fascista. Responsabile della mostra, in qualità di commissario italiano, era il direttore della Pinacoteca di Brera Ettore Modigliani.

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Ettore e Fernanda" di Paolo Bacilieri racconta la vita e l'operato di Ettore Modigliani e della sua assistente Fernanda Wittgens. Ora ci si potrebbe chiedere: ma può essere avventurosa ed appassionante la vita di un direttore di museo, tanto da divenire argomento di un romanzo, anzi di una graphic novel? I lettori dei comics sono abituati a ritmi frenetici, combattimenti all’ultimo sangue, personaggi assurdi ed improbabili che saltano sui tetti della città in costumi attillati e sgargianti. Può essere così fondamentale l’operato di un burocrate da divenire materiale per un racconto a fumetti? La risposta a questa domanda, pur lecita per quanto banale, risiede nel valore di questa pubblicazione e nel lavoro di un vero genio del racconto come lo è Paolo Bacilieri.

La vita e il lavoro di Ettore Modigliani, successivamente continuato da Fernanda Wittgens, fu un'appassionata testimonianza culturale e politica, dove “politica” ri-acquista il suo significato più originale ed antico, ovvero “governo della polis”. La cultura, in tutte le sue forme, dall’arte alla letteratura, dal teatro alla musica, è una guida per il miglioramento della vita democratica della società. Incarna pertanto un valore pedagogico fondamentale e imprescindibile allo sviluppo stesso della collettività.

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Il governo fascista che aveva voluto e sostenuto la grande mostra a Londra per fini propagandistici, ben presto mostra il suo vero volto: una maschera vuota, un vacuo involucro costruito appositamente per detenere il potere attraverso l'illusione della massa. Il fascio, in nome del rinnovamento. Mussolini vuole l'interramento dei navigli e l'abbattimento di alcuni importanti monumenti artistici e storici. In qualità di soprintendente di Milano Modigliani si oppone, ottenendo in cambio dal Ministro dell'educazione nazionale il trasferimento forzato in Abruzzo, nella città dell'Aquila. Per Modigliani è una sconfitta atroce, ma riesce a lasciare la sua eredità a Fernanda che porterà avanti il fondamentale lavoro di cura e conservazione del suo predecessore, mentore e maestro. Poi arrivano i bombardamenti, i nazisti con la SS-panzer-division “Leibstandarte SS Adolf Hitler”, le leggi raziali e il massacro degli ebrei o di coloro che si oppongono al regime, l'arresto di Fernanda e finalmente, il 25 aprile 1945, la liberazione. Milano è uno scenario tragico: Brera è stata borbardata, per fortuna le opere esposte erano state messe al sicuro preventivamente. Il convento di Santa Maria delle Grazie è un cumulo di macerie, sotto le quali si nasconde la parete, miracolosamente non colpita, del cenacolo[3] dipinto da Leonardo da Vinci.

La vita di Ettore e Fernanda, il loro esempio e il loro operato, ci permettono di capire quanto sia fondamentale il ruolo della cultura nella nostra vita. Non si tratta di custodire una tavola dipinta qualche secolo prima, chiudendola in una stanza asettica di un museo. L'arte è una testimonianza che entra nella nostra vita, nel nostro quotidiano, è la dimostrazione di un vissuto concreto, che ci può anche arrivare da lontano, magari da civiltà che sono esistite millenni prima di noi, così diverse, così distanti eppure così vicine proprio perché ci raccontano qualcosa che anche noi viviamo, vediamo e respiriamo ogni giorno. Sono i nostri pensieri, i nostri sogni, le nostre aspirazioni.

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Questa esperienza diventa ancor più chiara se sono le mani di un narratore d'eccezione a modellarla nelle pagine di un racconto. Bacilieri sfrutta sapientemente tutte le caratteristiche del medium fumetto, linguaggio che conosce molto bene: dal disegno, alla scansione narrativa della tavola; dal testo letterario alla forma espressiva del font; dall'immediatezza di una scrittura manuale (in un momento in cui ormai sembra obbligatorio l'utilizzo del lettering digitale) al tratteggio fino ed incrociato; dai suoni onomatopeici alle deformazioni grafiche e caricaturali dei suoi personaggi. La sua è una scrittura manuale, quasi che i suoi lavori fossero dei taccuini di viaggio o dei diari sui quali prendere appunti attraverso il disegno, tanto che anche il font del titolo viene ripassato calligraficamente in modo da lasciare piccole incertezze nel tratto, nello spessore della linea e conferire uniformità al disegno. In questa sintesi grafica, in questa ricerca e rilettura semantica, tutto viene fagocitato e diventa fumetto. I balloons, elemento fondamentale di questo linguaggio, possono contenere parole e pensieri dei personaggi, citazioni letterarie o poetiche, riferimenti didascalici, suoni, canti, espressioni dialettali, suoni onomatopecici (il suono del vento, una porta che sbatte, un badile che spala la neve, ecc...). E da fumetto tutto si fa espressione del quotidiano. Le sue vignette sono grandi fotografie d'epoca, riprese con un’accurata ricerca grafica che le trasforma in racconto, trascinando il lettore dentro la situazione narrata. E' così bello e così commovente allo stesso tempo rivedere la vecchia chiesa di San Cristoforo sul Naviglio, con la neve agli angoli delle strade, le massaie che lavano i panni sotto i ponti e fumano segretamente. Oppure l'autista che attende il direttore sotto la statua di Napoleone scolpita da Canova[4], tiene nelle mani una tazza di caffè lungo e caldo e parla in stretto dialetto milanese. Sono così tragiche le macerie di Milano crollata sotto i bombardamenti. Sono così squallidi i cadaveri degli ebrei uccisi dalle SS e gettati nelle acque del lago a Meina di fianco al manifesto con il soldato nazista che tende la mano amorevolmente mentre uno slogan recita: “La Germania è veramente vostra amica”. E poi ci sono i volti disegnati da Bacilieri, così espressivi, buffi a volte o trasognati. Mi ricordano allo stesso tempo i disegni lineari di Micheluzzi[5], ma anche i prototipi di caricature realizzati da Leonardo mentre, fra i primi, studiava i muscoli mimici. Sono facce stupite e meravigliate, come quelle del pubblico alla mostra delle opere italiane esposte a Londra nel 1929, precisamente disposte in una griglia di piccoli quadratini, come fossero tante foto tessere.

La storia si chiude con l’immagine di due bambini in pantaloncini corti e cappottino che entrano smarriti nelle grandi sale di Brera restaurata dopo l'inaugurazione del 9 giugno 1950. Quante volte anche io, che molti anni dopo ho studiato a Brera, mi sono ritrovato a camminare per quelle sale e quei corridoi con lo stesso sguardo perso, ammirato e affamato di fronte a tutta quella bellezza. Il piacere estetico è gratuito, perché ingenuo e riempie il cuore.

Il libro si chiude con queste parole di Fernanda Wittgens:

L'Arte è forse una delle più alte forme di difesa dell'”umano”. Così, tornata a Brera, ho fatto il “Museo vivente”. Perchè Brera non è l'”Hortus conclusus” del collezionista, il Museo delle preziosità. Brera è una galleria Nazionale di ampio tessuto, creata da Napoleone a “educazione del popolo” secondo un profondo pensiero illuministico che noi, eredi, non possiamo tradire. Queste sale serene, accoglienti intatto il tesoro della collezione Napoleonica di pittura veneta e lombarda, possono darvi la coscienza di quello che fu l'orrore della guerra e di quella che è la vittoria spirituale della rinascita. Un'altra voce doveva cantare questo miracolo: la voce animatrice del suo primo artefice: Ettore Modigliani.

Con viva amicizia, Fernanda Wittgens.

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Copyright Paolo Bacilieri 2019 - per l'edizione italiana Coconino Press - Fandango 2019.

Articolo di Marco Feo.


Note:

1) “Venere anadiomene”, ovvero nascente dal mare, è un dipinto purtroppo perduto del pittore greco Apelle, ripreso nel quadro di Botticelli "La nascita di Venere", 1482 - 1485, tempera grassa su tela, 172×278 cm, galleria degli Uffizi, Firenze.

2) Burlington House è un palazzo storico di Londra, sito su Piccadilly. Originariamente un edificio privato in stile palladiano, venne ampliato nella metà del XIX secolo dopo essere stato acquistato dal governo britannico per ospitare la Royal Academy of Arts.

3) Leonardo da Vinci, 1495-1498, tempera grassa, lacche e oli su intonaco, 460×880 cm, Santa Maria delle Grazie, Milano.

4) Antonio Canova, “Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore”, 1810, bronzo, cortile d'onore del palazzo di Brera, Milano. Commissionata a Canova nella primavera del 1807 dal ministro Charles-Jean-Marie Alquier, ambasciatore di Francia a Roma, per disposizione del principe Eugenio di Beauharnais, viceré del Regno d'Italia nonché figliastro di Napoleone.

5) Attilio Micheluzzi (Umago, 11 agosto 1930 – Napoli, 20 settembre 1990), è stato un fumettista italiano. Tra i suoi personaggi più famosi Johnny Focus, pubblicato sul Corriere dei ragazzi, su Orient Express, Petra Chérie e Air Mail e, su testi di Tiziano Sclavi, Roy Mann, pubblicato su Comic Art. Ha realizzato inoltre due episodi della collana Un uomo un'avventura.