Italo Calvino

Guardare

Mondadori 2023

A cura di Marco Belpoliti

“L'unica cosa che vorrei poter insegnare è un modo di guardare, cioè di essere in mezzo al mondo. In fondo la letteratura non può insegnare altro”.

Italo Calvino

Cosa significa per Italo Calvino guardare?

La prima cosa pubblicata da Italo Calvino fu un disegno. Purtroppo la pubblicazione originale non è stata ritrovata. Si trattava di piccoli disegni, vignette sarcastiche contro il fascismo, pubblicate sul Bertoldo con la firma Iaco (suo nome da partigiano derivato da Santiago). Anche Primo Levi afferma che il Bertoldo era una pubblicazione innovativa, una vera boccata di aria fresca. Sulle pagine del settimanale vi pubblicherà, fra gli altri, Antonio Rubino, uno dei principali illustratori italiani tra gli anni trenta e settanta. Forse la forza immaginativa di Calvino deriva dal fatto di essere stato prima un disegnatore, per quanto in forma acerba e per breve tempo. La scrittura in questo caso diventa quasi un disegno a mano libera.

guardare marco belpoliti

Gianni Celati nel'84 scrive un articolo per una mostra allestita a Parigi e dedicata agli scrittori che disegnano. Celati, in quell’occasione, afferma che bisogna mettere degli ostacoli (dei limiti) a questa influenza del disegno che corre libero. “Inseguirli nell'immediatezza visiva del rapido schizzo”. Il disegno, seppur tracciato con velocità e apparente noncuranza, contiene in sé l'essenzialità, la velocità, la precisione.

La centralità del tema del guardare, il modo di guardare, di essere in mezzo al mondo è fondamentale per lo scrittore di origine ligure. Guardare richiede un punto di vista pedagogico. Essere richiede un'azione. Nelle “Lezioni americane” una di esse è dedicata al tema della visibilità.

Sappiamo che la madre di Calvino gli regalò un abbonamento al Corriere dei piccoli, che lui già leggeva ancor prima che il piccolo Italo andasse a scuola. Come dirà poi l'autore, era un modo di fantasticare dentro le figure e la loro successione. Il Corriere dei piccoli fu una scuola di fabulazione e stilizzazione, composizione. In “T con zero” ad esempio Calvino sfrutta l'espediente della scrittura della sceneggiatura di un fumetto. Per inventare una storia bisogna aver la capacità di porsi lontano con lo sguardo, mantenendo una forte passionalità. È ciò che affermano anche gli studiosi della Gestald. Il carattere di Calvino ha sempre avuto una dualità dello sguardo: razionale e immaginario. Dalla visione della realtà si passa a un processo di astrazione che inevitabilmente raffredda l'elemento passionale. L'astrazione è geometria. Un luogo dell'immaginazione. Il nostro modo di percepire ciò che ci circonda è sotteso a questo sistema occhio-mente, sensoriale-mentale.

In “Palomar” Calvino afferma che la superficie (quindi ciò che percepisce il nostro occhio-mente) è la forma stessa del mondo. Una geometrizzazione verbale del mondo. Nella scrittura c'è l'orientamento senza la profondità, i quattro assi della dimensione. Il concetto è spiegato nelle “Lezioni americane”. L'autore vuole fuggire dal mito della profondità, essa va nascosta. La scrittura è una metafora. La profondità è psicologica, la gravità del pensiero, intesa proprio come peso del mondo. Gli occhi sono di fronte, nello specchietto retrovisore non ci si vede. La descrizione è un esercizio difficile. “Descrivere vuol dire tentare delle approssimazioni che ci portino più vicino a ciò che vogliamo descrivere. Ma ci lasciano insoddisfatti, perciò dobbiamo tornare all'osservazione”. L'osservazione avviene con uno sguardo curioso e meravigliato. Palomar è sempre insoddisfatti delle sue osservazioni. Tra la figura e la parola c'è uno IATO, un salto. Chi si esprime con il pennello è sempre più felice di chi lo fa con la penna. Le storie che si scrivono sono sempre poche rispetto a quelle che si potrebbero narrare. C'è sempre nel mezzo uno scomodo diaframma che è la personalità. Bisogna sottrarsi all'eccesso dell'IO.

Nel 1957, l'anno del “Barone rampante”, Calvino afferma in un'intervista: noi vediamo il mondo precipitando nella tromba delle scale, vedendo una schiera d'immagini veloci e sfocate. L'immagine ci ricorda una vignetta dell' “Incal" di Alejandro Jodorowsky e Moebius nella quale John Difool (il protagonista della storia) casca nel vuoto fra palazzi futuristici. L’immagine è divenuta un'icona dell'immaginario fumettistico e cinematografico. Sempre nelle “Lezioni americane”, in rapporto ad un racconto di Kafka, Calvino ci racconta di come un secchio si trasformi in un cavallo. La moglie lo scaccia con il suo grembiule facendo volare via secchio e marito. Ci indica il modo in cui siamo costretti a vedere il mondo dall'alto, come in TV.

Articolo di Masco Mor.

Note:

Bertoldo - Il Bertoldo fu una rivista periodica di umorismo e satira pubblicata a Milano dal 14 luglio 1936 al 10 settembre 1943 dalla Rizzoli. Negli anni cinquanta e sessanta la testata venne ripresa da altri editori.

Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio è un libro pubblicato postumo da Garzanti nel giugno del 1988, che raccoglie una serie di sei lezioni preparate per l'Università di Harvard (anno accademico 1985-1986).

Ti con zero è una raccolta di racconti di Italo Calvino pubblicata da Einaudi nel 1967.

Palomar è un romanzo di Italo Calvino pubblicato per la prima volta da Einaudi nel 1983.

Il barone rampante è un romanzo di Italo Calvino scritto nel 1957, secondo capitolo della trilogia I nostri antenati, formata inoltre da Il visconte dimezzato (1952) e Il cavaliere inesistente (1959).

L'Incal è un fumetto scritto da Alejandro Jodorowsky e disegnato da Moebius tra il 1981 ed il 1988, pubblicata sulla rivista Métal Hurlant (e successivamente raccolta in volume da Les Humanoïdes Associés), con il titolo originario Une aventure de John Difool (Un'avventura di John Difool). Verrà chiamata L'Incal nella successiva ristampa del 1998.