Dracula di Bram Stoker
L'adattamento cinematografico di Francis Ford Coppola e quello fumettistico di Mike Mignola.
Nel 1992 esce nelle sale cinematografiche il film diretto da Francis Ford Coppola che più si adatta al romanzo originale del XIX secolo: si tratta di Dracula di Bram Stoker. Appassionato di storie del mistero ed in particolar modo ispirato fin dalla gioventù dalla storia di Dracula, Mike Mignola entra in collaborazione con il regista per realizzare l’adattamento del film in una versione a fumetti, composta da quattro volumi. L’opera viene sceneggiata da Roy Thomas, fumettista statunitense di grande fama, diffusore del personaggio di Conan il Barbaro e del genere sword and sorcery (fantasy eroico) all’interno del mercato americano. Il fumetto, pubblicato nello stesso anno di uscita del film ed edito dalla Topps Comics, racconta la storia di vampiri più nota ed importante della storia, ma con una sceneggiatura e uno stile grafico che ben si adattano al mercato moderno, creando quindi una nuova visuale all’interno dell’atmosfera gotica di fine Ottocento.
Mignola, creando l’adattamento di un adattamento anticipa un concetto molto importante, ovvero quello della contaminazione sempre più intrecciata tra i media. Dagli anni Novanta infatti, grazie anche alla diffusione di sempre più numerose tipologie di media, la frequenza di emissione di prodotti costruiti sulla base di altre opere già compiute aumenta sempre più, creando anche una sorta di necessità del pubblico che vuole fruirne secondo differenti modalità. Ad esempio, la quasi totalità dei film è basata su libri scritti in precedenza, i fumetti spesso diventano serie televisive, serie animate e/o lungometraggi. Gli stessi autori nel corso della carriera si ritrovano a lavorare i maniera “trans-mediale” cioè passando attraverso più canali di diffusione per raggiungere un pubblico sempre più vasto.
Stile grafico dell’autore e dell’opera
Mike Mignola ha uno stile grafico molto particolare ed unico nel suo genere che ha acquisito dopo anni di sperimentazione alla ricerca di un tratto definitivo. Nel complesso possiede elementi che ricordano l’espressionismo tedesco, per la spigolosità e l’aspetto grottesco dei corpi e dei volti dei suoi personaggi, e i maggiori disegnatori del fumetto americano.
Nello stile di Mignola è evidente il forte contrasto tra bianco e nero che denotano un’ampia conoscenza della teoria delle ombre e delle luci. Gli ambienti e i personaggi difficilmente vengono completamente illuminati, ma spesso sono parzialmente in ombra e di conseguenza parte della loro figura resta celata dal nero netto della china. Questa tecnica è utile per definire meglio i volumi, ma è anche di grande impatto in quanto consente di creare atmosfere gotiche e molto drammatiche. Tuttavia nonostante questa grande porzione dedicata al nero, le figure sono sempre riconoscibili per intero, grazie ad effetti ottici che permettono il completamento delle forme per intuizione.
Un altro importante tema collegato al bianco e nero è il bilanciamento dei pesi della tavola. Questo è un aspetto molto importante perché la disposizione dei colori, in particolar modo del nero, all’interno di una tavola, può guidare l’occhio in direzioni differenti e “appesantire” o “alleggerire” il disegno a seconda delle zone chiare o scure. Nelle tavole di Mignola che sono così contrastate il bilanciamento è fondamentale per mantenere equilibrata la visione su tutta la pagina. L’autore infatti utilizza circa la metà dello spazio per il bianco e l’altra metà per il nero, in maniera speculare, facendo così in modo che le zone appesantite dalle zone in ombra vengano alleggerite dalle loro corrispettive in luce.
Il tratto dell’autore è sottile, preciso e molto semplice; i dettagli sono essenziali e realizzati sia con linea nera, nelle parti illuminate, che con linea bianca, nelle parti in ombra. L’assenza di linee curve dona ai personaggi un aspetto gotico e grottesco e ben si adatta al genere horror e alla caratterizzazione di creature mostruose. Il phatos trasmesso dalla tavola viene accentuato dall’inserimento di primissimi piani che inquadrano alcuni particolari dell’ambientazione, come un occhio che si apre, un uccellino che apre il becco, la crepa su un muro. Questi elementi aumentano il tempo di lettura creando maggiore suspance nel lettore.
Nel complesso lo stile di Mignola è fatto per raccontare storie misteriose, di fantasmi e demoni; tuttavia le sue tavole riescono a mantenere sempre un ordine ed un’eleganza studiati.
In Dracula Mignola caratterizza i personaggi della storia basandosi sull’espetto effettivo degli attori del film, mantenendo anche i loro costumi e qualche inquadratura identica. L’adattamento è estremamente fedele al film, ma il tutto viene narrato secondo le regole dello stile di Mignola. I colori, ad esempio, non sono sempre fedeli alla realtà, ma spesso posseggono tinte surreali, che però sono utili ad infondere al lettore sensazioni differenti; per esempio i non morti hanno spesso la pelle di un tono bluastro, alcune scene di azione presentano una predominanza di rosso ed alcuni particolari hanno colore complementare con quello prevalente, anche se surreale.
Variazioni rispetto alla trama originale
La trama del fumetto riprende fedelmente la sceneggiatura dell’omonimo film di Coppola, il quale, a sua volta, è ritenuto la versione cinematografica più fedele al romanzo di Bram Stoker. Tuttavia la trasposizione fatta nel 1992 non è letteralmente identica al romanzo, ma contiene alcune “licenze poetiche” che l’autore ha inserito per avvicinare maggiormente il pubblico abituato ad un certo stile narrativo usuale nel mercato cinematografico. Inoltre, seppur già nel Dracula originale il vampiro faceva emergere un lato più umano, in questa versione moderna Dracula è un vampiro in grado di amare e che vorrebbe rivendicare la morte della sua sposa. Fino a questo momento il vampiro era sempre stato una creatura mostruosa in campo cinematografico e Coppola voleva invece rivoluzionarne l’aspetto, abbandonando la linearità dei film horror dei decenni precedenti, per creare un’opera più profonda e sentimentale.
Alcuni elementi presenti sia nel fumetto che nel film diversi dal romanzo sono caratteristiche che riguardano Dracula stesso e lo rendono da un lato più simile ad un essere umano, dall’altro vanno incontro alle aspettative del pubblico occidentale che è abituato a collegare il vampirismo alla Romania. Nel libro infatti Dracula non è romeno, ma ungherese; il pubblico di massa però avrebbe recepito l’informazione come erronea a causa dei luoghi comuni legati alla figura del vampiro. In aggiunta a ciò in questa versione Dracula è esplicitamente Vlad III di Valacchia, mentre Stoker non parla mai di un collegamento tra i due personaggi. Un’altra caratteristica aggiuntiva è che il Dracula moderno possiede un’ambra, a differenza di quello originale.
La storia moderna inizia con un prologo di finzione, che serve a spiegare le origini di Dracula. L’inizio avviene nel 1462 quando Vlad Dracula III entra in scena nel trionfante ritorno al suo castello dopo una vittoria contro i Turchi. Qui però scopre che sua moglie Elisabeta si è suicidata alla tragica, ma falsa, notizia della sua morte in battaglia, ricevuta proprio da uno dei soldati dell’esercito Ottomano. Non potendo accettare la tragedia Dracula rinuncia a Dio, accusandolo di aver indotto la morte di Elisabeta nonostante i suoi sforzi di difendere la sua Chiesa. Il principe afferma di desiderare di essere dannato per l’eternità e risorgere con una nuova vita retta dal sangue e dall’oscurità. La richiesta verrà accolta da Dio che lo maledice trasformandolo in un vampiro.
A questo punto la scena passa al 1897, momento in cui Jonathan Harker si reca in Transilvania per concludere l’affare con il conte Dracula. La trama a questo punto prosegue seguendo le linee del romanzo, differenziandosi solo nel fatto che Harker, dopo la scoperta della vera natura del suo cliente e il periodo passato imprigionato nel castello, non viene aggredito, ma riesce a fuggire illeso.
Nel frattempo Dracula si è recato a Londra scoprendo che la fidanzata dell’avvocato, Mina, è la reincarnazione di sua moglie Elisabeta. Questo elemento, totalmente assente nel libro, è però in questa storia l’aspetto centrale attorno al quale ruota tutta la trama. Dracula, prima di sedurre Mina si abbevera più volte dal collo dell’amica, Lucy, grazie al quale ringiovanisce acquisendo il suo aspetto originale. Successivamente si rivolgerà a Mina, desiderando di unirsi nuovamente a quella che era sua moglie e la donna a sua volta verrà sedotta dal conte innamorandosene. Tutte queste scene esplicitano l’aspetto sessuale del vampiro, non solo come metafora dell’abbeveramento del sangue della sua vita, ma proprio come unione tra uomo e donna. E’infatti presente una scena, assente nel libro, in cui Mina si reca di notte nel cimitero di Whitby e qui trova Lucy, già da qualche tempo in preda a strani comportamenti, che aspetta l’arrivo di qualcuno. Mina vede dopo poco sopraggiungere un immenso lupo mannaro, metamorfosi di Dracula, che raggiunge Lucy e si unisce a lei carnalmente. Dracula comunque si comporta in un modo molto più violento e crudele nei confronti di Lucy, mentre usa comportamenti più dolci ed appassionati con Mina, che è la sua amata.
L’aspetto sessuale del vampirismo che si era lentamente formato a partire dalla letteratura vittoriana viene finalmente legittimato e dopo Dracula di Bram Stoker quasi ogni storia di vampiri conterrà questo elemento.
La storia prosegue fedelmente al libro fino alla morte di Dracula, in Transilvania. Qui ad assestare l’ultimo colpo al vampiro non sono Quincey e Harker, ma è proprio Mina, che si vendica per essere stata assoggettata alla malia del conte. Dopo la morte di Dracula, la storia prosegue ancora per una scena, coincidente ad un anno dopo: qui vengono ritratti Mina e Jonathan con il loro primo figlio, che viene chiamato Quincey, in onore dell’amico che è deceduto lottando contro il vampiro.
Articolo di Beatrice Ramella
Ulteriori approfondimenti:
Scheda autore: Mignola Mike