Il Vampiro

John William Polidori

di Luca Franceschini e Gabriel Negri

Il vampiro” scritto da John William Polidori è considerato il capostipite letterario della figura del vampiro moderno. Grazie al racconto del giovane medico inglese, ripreso in seguito nel romanzo “Dracula” di Bram Stoker, vengono abbandonate le sembianze bestiali e mostruose che avevano da sempre caratterizzato le creature della notte assetate di sangue, tipiche delle leggende popolari, in particolare dell'Europa orientale e meridionale, per trasformare il terribile dissanguatore in una figura più elegante, dall'apparenza nobile, inserita abilmente nella società aristocratica di inizio ottocento, dotata di un particolare fascino ammaliatore, capace di sedurre le sue vittime per poi trascinarle verso l'assoluta perdizione fisica e morale. Il vampiro di Polidori è un'aspra critica dell'ambiente aristocratico in cui lo stesso autore vive: l'alta società che nasconde una terribile e misera umanità dietro a falsa eleganza, modi cortesi e gentili, ostentata ma vuota opulenza. Il vampiro moderno scaturisce come un cancro dal male di vivere, dalla noia che pervade i giovani nobili, sorge come una terribile parvenza dalle false e costruite scenografie dei ricevimenti e dei sofisticati banchetti e spinge i rampolli facoltosi a cercare distrazioni attraverso atteggiamenti provocatori, oltre i confini dell'eleganza dandy, spesso ai limiti della decenza o perdendosi nei viaggi del gran tour, se non nelle droghe e nell'alcol. L'orrida creatura, pervasa di fascino e crudeltà, descritta da Polidori, non si limita a colpire le sue vittime dissanguandole e provocandone la morte fisica, oppure trasformandole a loro volta in terribili larve. Diabolico e perverso il demoniaco personaggio che nasce in questo racconto, una volta accettato benevolmente nei salotti della ricca società, grazie alle sue doti di seduzione, alla sua bellezza e al fascino erotico, individua la sua vittima (spesso una giovane e indifesa ragazza) e la porta inesorabilmente alla morte morale, economica e alla perdizione di qualsiasi residuo di onore, la spinge verso la pazzia prima di abbandonarla definitivamente alla morte fisica. Sono i valori etici infatti che l'aristocrazia riconosce in un individuo per poterlo accettare e accogliere al suo interno, senza curarsi però di verificare se questi sono solo una copertura, una farsa, e voltarsi dall'altra parte se qualcuno ha effettivamente bisogno di aiuto. La forma, per quanto vuota e decrepita, prevale sul sentimento e diventa la giustificazione dell'esistenza stessa della signorilità, salvo poi lasciare spazio a terribili criminali e assassini assetati di sangue.

John Polidori Il Vampiro1

Lo scrittore inglese, autore di questo innovativo e tragico resoconto steso in forma di diario personale, con la sua prosa cerca di attaccare anche il suo amico-rivale, il poeta Lord Byron, di cui era medico e segretario e che, in quanto tale, doveva accompagnare nei suoi viaggi per l'Europa, sopportandone le continue angherie, le sfacciate imprese e i comportamenti fuori dalle righe. Le descrizioni negative che comparivano sui giornali dell'epoca e che sono giunte fino a noi del famoso poeta inglese, ben si sovrappongono alla figura della creatura descritta da Polidori. Non vi sono dubbi che la crudele creatura sia una metafora di Byron: il nome che il vampiro porta nel racconto è quello di “Lord Ruthven”, designazione già usata nel “Glenarvon1” composto da Lady Caroline Lamb proprio per descrivere un personaggio evidentemente ispirato a Lord Byron.

Il libretto di Polidori viene pubblicato per la prima volta il 1º aprile 1819 da Henry Colburn sulla rivista “New Monthly Magazine”. Come l'essere famelico costruito attraverso la prosa letteraria si vendica del protagonista, anche la versione cartacea del racconto sembra vendicarsi del suo autore. La pubblicazione viene attribuita erroneamente a Lord Byron, nonostante le ripetute smentite di quest'ultimo. Il libro gode di successo e popolarità, divenendo negli anni uno dei capisaldi della letteratura gotica. Eppure il successo non arride al suo scrittore che cade invece in una forma terribile di depressione e muore, probabilmente suicida, con devastanti debiti di gioco che lo sovrastano. Sembra quasi che la maledizione descritta nella macabra novella finisca per riversarsi sul povero scrittore, trasformando il libro in una sorta di autobiografia maledetta.

John Polidori Il Vampiro2

Anche se il primo romanzo gotico è considerato “Il castello di Ontranto” di Horace Walpole2 del 1764, “Il vampiro” di Polidori è riconosciuto fra i primi capostipiti del genere horror moderno. Secondo la leggenda la sera del 16 giugno 1816 presso Villa Diodati, sul lago di Ginevra, si trovano Lord Byron, John Polidori, la ex amante di Byron Claire Clairmont, il poeta Percy B. Shelley e la sua futura moglie Mary Wollstonecraft Godwin. Per trascorrere la serata, mentre all'esterno imperversa un terribile temporale, il gruppo di amici legge storie di fantasmi (secondo la tradizione un’antologia tedesca, Fantasmagoriana3, e il poemetto incompiuto “Christabel” di Samuel Taylor Coleridge4). Lord Byron lancia una sfida agli amici: scrivere dei racconti del terrore. Così in quella fatidica notte nascono gli spunti di quelli che saranno gli antenati del genere horror. Mary Shelly stende un breve frammento da cui due anni dopo nascerà “Frankenstein5”. John Polidori scrive sul momento uno spunto per il romanzo “Ernestus Berchtold”. In seguito però, ispirandosi ad un breve frammento creato da Byron, scriverà “Il vampiro”. E, come abbiamo già detto, sulla fascinazione di questo racconto Bram Stoker più tardi darà vita al più terribile dei signori della notte: “Dracula6”.

John Polidori Il Vampiro3

Con questa graphic novel le edizioni di Nicola Pesce aggiungono un altro importante tassello nella loro biblioteca dedicata al tema dell'orrore: accanto alle trasposizioni di capolavori come quelli di Edgar Allan Poe e Lovecraft, o ai grigi tetri ma sempre elegantissimi di Dino Battaglia. Luca Franceschini e Gabriel Negri rispettano pienamente il testo del racconto originario, pur sapendolo trasformare nelle forme e nei modi di un differente linguaggio come quello del fumetto. Rimangono intatte le atmosfere nobili e decadenti tipiche della narrativa romantica del primo ottocento. Si conservano perfettamente le scansioni narrative, il ritmo, la suspense e l'attesa sapientemente diluita da Polidori nella prosa scritta. Ma si trasforma la lettura secondo la corretta disposizione delle vignette e secondo i tempi dettati dall'alternarsi visivo delle differenti tavole. Rimane inalterata la forte carica emotiva, il ruolo metaforico che da quel momento avrebbe assunto la figura atavica del vampiro, anzi forse si carica ancora di più di pathos e drammaticità, soprattutto nel finale del fumetto (che ovviamente non vi sveliamo, ne accenniamo, perché sia il romanzo che il fumetto meritano assolutamente di essere letti).

Il disegno è a tratti dettagliato, per ben illustrare le ambientazioni ottocentesche e le città visitate nei viaggi dei protagonisti, a tratti carico di grigi delicati per dipingere misteriose nebbie e atmosfere plumbee (dovuti omaggi al grande Dino Battaglia), altre volte diventa marcato, caratterizzato da segni fortemente espressionisti: macchie, schizzi, impronte digitali... sono graffi sporchi che suggeriscono le ambientazioni o i momenti più sordidi e terribili della narrazione, enfatizzano gli aspetti più truci e tragici della vicenda. Un occhio attento intravede l'utilizzo della tavoletta grafica e del computer, ma sono dettagli che non appesantiscono il disegno, anzi lo ripuliscono e lo fanno divenire “citazionistico” anche nel ripetersi dei solchi, delle forme e delle macchie.

John Polidori Il Vampiro4

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 Note:


1Glenarvon“ è un romanzo gotico di Lady Caroline Lamb (ex amante di Lord Byron), pubblicato anonimo nel 1816.

2Horace Walpole, 4º Conte di Orford (Londra, 24 settembre 1717 – Londra, 2 marzo 1797), è stato uno scrittore inglese.

3Fantasmagoriana” è una raccolta di otto racconti tedeschi, tradotti anonimamente dal geografo e letterato francese Jean-Baptiste Benoît Eyriès e pubblicati in due tomi, a Parigi, nel 1812. Cinque delle storie erano tratte dai primi due volumi dell'antologia Gespensterbuch (1811), curata da Johann August Apel e Friedrich Laun (pseudonimo di Friedrich August Schulze). A queste, Eyriès aggiunse due racconti di Johann Karl August Musäus e di Heinrich Clauren, oltre a un'ulteriore storia di Apel.

4Samuel Taylor Coleridge (21 ottobre 1772 – Highgate, 25 luglio 1834) è stato un poeta, critico letterario e filosofo inglese, considerato insieme all'amico e poeta William Wordsworth tra i fondatori del Romanticismo inglese.

5Mary Shelley, “Frankenstein o il moderno Prometeo” (Frankenstein; or, the Modern Prometheus), 1818. Sarà successivamente modificato dall'autrice per una seconda edizione del 1831.

6Dracula è un romanzo epistolare scritto dall'irlandese Bram Stoker nel 1897, ispirato alla figura di Vlad III Principe di Valacchia.