Davvero

L'autrice Paola Barbato

Paola Barbato è una delle migliori sceneggiatrici di Dylan Dog (carriera iniziata nel 1999 con la storia "Il sonno della ragione") e un'ottima penna per quanto riguarda la produzione di romanzi ("Bilico", "Mani nude" e "Filo rosso" per Rizzoli, più altri racconti, molti dei quali vincitori di premi e riconoscimenti).

L'idea

Attorno al 2011 incomincia a discutere con Mauro Marcheselli (editor della Sergio Bonelli editore) in merito alla possibilità di creare una nuova serie a fumetti ambientata in Italia, che parlasse delle vicende quotidiane in cui una giovane ragazza s'imbatte tutti i giorni: amori, sogni, desideri, aspirazioni, rimpianti, delusioni, il rapporto con i genitori, lo studio, il lavoro... Fumetti di questo tipo non erano e non sono presenti nelle nostre edicole e forse neppure nelle fumetterie, se non nella formula narrativa di alcuni manga (gli shojomanga per altro molto apprezzati dalle giovani generazioni), ma non ambientati nel nostro bel paese e non nel classico formato "popolare" della gabbia bonelliana.

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Disegni di Matteo Bussola

La proposta di Paola Barbato per la casa editrice milanese è troppo azzardata. La Sergio Bonelli editore è abituata a personaggi ben più strutturati e monolitici, solitamente maschi, che non mutano mai le loro caratteristiche peculiari neppure nell'arco di seicento numeri. Anche altri editor e amici del settore sconsigliano la sceneggiatrice: non c'è mercato in Italia per quel tipo di prodotto.

Nonostante i pareri avversi, Paola Barbato non si da per vinta e decide di mettersi in gioco fino in fondo. Per una provata autrice di fama come lei, è un rischio: il piccolo mondo del fumetto è facile a critiche e dileggi, soprattutto quando un autore che fino a quel momento si è distinto per una produzione ben precisa tenta di sperimentare nuove forme espressive. I fans spesso non accettano cambiamenti di stile, di temi o degli ambiti in cui si muovono i loro autori. Ma Paola, abituata a ben altre paure (visto che scrive storie dell'indagatore dell'incubo), non si lascia certo spaventare. Crede in quest'idea e si sene fortemente motivata. Incomincia a studiare il progetto in maniera molto dettagliata, caratterizza i personaggi con grande cura ed attenzione, studia gli ambienti e le situazioni attorno a cui sviluppare i singoli episodi. Ufficialmente, come dichiara la stessa autrice sul suo siti, il prodotto nasce nella notte fra il 28 e 29 luglio 2011.

Le caratteristiche della serie

Nelle storie di "Davvero" viene ripercorsa in qualche modo la giovinezza della stessa autrice, nella provincia bresciana dove è cresciuta. Una media borghesia di ragazzine che hanno tutto ma che sono sempre scontente della loro vita annoiata.

Il personaggio principale, Martina Ferrari, 19 anni, non doveva essere accattivante, ne bella, ne simpatica. Pur partendo come un personaggio comune, assolutamente normale, decisamente poco esaltante, doveva invece evolversi durante il proseguire della serie, mutare, crescere... proprio come capita a tutti noi nella nostra vita. L'obiettivo era di catturare il lettore attraverso questa insolita formula narrativa, lasciando che si affezionasse al character attraverso un processo di progressiva immedesimazione. Per questo "Davvero" potrebbe essere definito quasi un romanzo di formazione, un fumetto neo-romantico.

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Disegni di Ferraris Gea.

I disegnatori

I personaggi e gli ambienti vengono studiati da Matteo Bussola, compagno di Paola Barbato. Le fattezze del viso della protagonista sono ispirate inizialmente alla figlia di Meryl Streep (con lo stesso naso grosso) e ad una persona conosciuta dai due autori.

Una volta definiti i caratteri generali si incominciano a cercare disegnatori tramite il web: le proposte sono molte, più di duecento! Tante di altissima qualità. Ma la serie ha bisogno di matite molto particolari, adatte per saper raccontare l'elemento cardine attorno a cui ruoteranno tutti gli episodi: le emozioni! Arrivano proposte di disegnatori abilissimi: plastici, dinamici, super dettagliati, con anatomie perfette e disegni calibratissimi. Ma questa storia ha bisogno di artisti che abbiano soprattutto la capacità di far recitare, plasmare sui visi dei personaggi le loro espressioni, le lacrime che sgorgano dagli occhi, le sopraciglia dubbiose, le rughe pensierose, smorfie di dolore o di piacere, di stupore o di nausea. Viene richiesta alle matite una decisa capacità empatica, saper entrare nell'emotività dei personaggi e trasmettere sentimenti. Disegnare le emozioni è molto più difficile che disegnare un bicipite!

Essendo tutto il progetto realizzato in maniera gratuita, i disegnatori scelti non saranno pagati. Sarà però l'occasione per molti esordienti di lavorare su una sceneggiatura professionale, di essere seguiti, guidati e corretti da professionisti del settore. Infatti molti dei disegnatori che hanno lavorato alle tavole di "Davvero", grazie alla visibilità data dal progetto, vengono contattati in seguito da case editrice italiane ed estere per nuovi lavori. In seguito, quando il fumetto incomincia a farsi conoscere sulla rete, si propongono anche diversi professionisti del settore, felici di mettersi alla prova, di giocare con l'insolito personaggio della Barbato. Alla fine la scuderia di "Davvero" è veramente molto ampia e variegata, spaziando da stili più realistici a segni espressivi o grafici, ognuno dei quali riesce a dare dell'episodio un'interpretazione personale di grande effetto.

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Disegni di Emanuele Tenderini.

Ambientazioni e contesti realistici

Anche le ambientazioni denotano una grande attenzione al realismo. Una ricca ed aggiornata documentazione fotografica dei luoghi, delle città e degli edifici dove i personaggi si muovono, permette ai disegnatori di creare situazioni assolutamente credibili. I lettori che frequentavano i luoghi descritti nel fumetto li avrebbero riconosciuti nella loro contemporaneità. Ad esempio se il lettore leggeva una scena ambientata all'università del Politecnico di Milano, vi avrebbe ritrovato non solo l'edificio stesso, ma anche i ponteggi dei lavori in corso, le scritte sui muri, forse pure le cartacce e i manifesti che negli stessi giorni vedeva quotidianamente andando a lezione. Nulla era lasciato al caso, tutto veniva studiato affinchè la storia fosse credibile e più concreta possibile.

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Disegni di DeTullio Fabio.

Web-comics

Oltre alla storia decisamente insolita per le abitudini editoriali italiane, l'autrice decide che anche il modo in cui verrà distribuita sarà assolutamente sperimentale: internet! La Barbato vuole creare un prodotto editoriale progettato nei minimi dettagli, come farebbe per un progetto da edicola, ma sfruttando le nuove potenzialità della rete. E' un'altra sfida!

Molti addetti del settore chiedono perchè regalare tutta questa mole di lavoro al web. Ma la rete di internet non va considerata solamente come una vetrina piuttosto come la pubblicazione principale.


Davvero” viene pubblicato per nove mesi sul web, dove tutt'ora è possibile leggere le storie (www.davvero.org).

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Disegni di Nanni Eleonora Dea.

Promozione sul web

Il web viene sfruttato per la pubblicazione del web-comics e anche per la sua promozione. Tramite i social network come Facebook si crea un forte contatto fra gli autori ed il pubblico, che viene coinvolto per commentare i vari episodi del fumetto, esporre la propria opinione sulle vicende, votare i personaggi e le situazioni, ed infine poter influenzare la piega narrativa della vicenda. La pubblicazione online permette un feedback diretto ed immediato, sul quale calibrare il lavoro editoriale, seguendo i gusti e le indicazioni del pubblico. Viene utilizzato lo stesso sistema di alcune soap-opera americane che, grazie alle indicazioni del pubblico, modificano la rotta o l'esistenza di alcuni personaggi comprimari. Si tasta il polso dei lettori per aggiustare il tiro, sottolineare alcuni passaggi narrativi, eliminarne altri. Ad esempio, racconta la Barbato in un'intervista, uno dei personaggi secondari pensato per essere negativo, è risultato invece piacere al pubblico, per cui è stato ripreso e rivalutato all'interno della serie. I commenti del pubblico in altri casi hanno contribuito a dare un volto ad alcuni personaggi collaterali. Molti proponevano divi del cinema o di serie televisive, ma per un personaggio i lettori hanno indicato il viso di una delle disegnatrici del fumetto.

Il progetto ha riscosso un grande successo nella rete, arrivando, nei periodi più caldi, anche a 10.000 lettori al mese. L'ultima puntata online è del luglio 2012 con l'episodio n.70

Dal web alla carta

Forte di questo risultato il team creativo decide di provare a lanciare il prodotto in edicola e trova una casa editrice interessata a tentare: la Star Comics. Il disegnatore Walter Trono realizza il primo numero.

Le copertine della serie cartacea

Le copertine vengono dipinte da Andrea Meloni con una colorazione pittorica abbastanza tenue, che riflette ogni volta lo stato d'animo della protagonista. I lettori devono immediatamente distinguere il prodotto per la sua diversità. Le illustrazioni di Meloni non si presentano come un pugno nell'occhio del lettore, un'esplosione di colori per competere nel marasma dell'edicola o della fumetteria. Vengono pensate come le locandine di un film o di una serie televisiva. Molto bella l'idea che caratterizza graficamente il titolo con il foglietto giallo degli appunti che sembra appiccicato alla copertina e con il font del titolo che sembra scritto velocemente a mano (altro rimando alla vita quotidiana).

La Star Comics porta “Davvero” in edicola alcuni mesi dopo la sua conclusione sul web, ma si ferma al quarto numero e poi abbandona la serie (come purtroppo ha già fatto in passato con altre serie come “Trigger” e “Kepher”. Pur capendo l'impegno economico che queste proposte richiedono, un atteggiamento di questo tipo certo non contribuisce ad affezionare il pubblico di lettori in questo momento già bombardati da mille offerte). La pubblicazione cartacea viene poi ripresa dalle edizione Arcadia (solo per le fumetterie) che pubblicano i numeri 5 e 6.

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Disegni di Vivenzio Alessia.

Conclusioni

Paola Barbato e il suo staff di collaboratori hanno dimostrato un grande coraggio e un grande impegno nel realizzare un prodotto innovativo, assolutamente originale e di grande cura professionale, oltre che qualitativa da un punto di vista artistico. Il web ha permesso loro di realizzare questo sogno e di condividerlo con migliaia di lettori.
Da un punto di vista economico però il progetto non ha compensato la fatica profusa dai suoi realizzatori e forse ha anche scontentato i lettori della versione cartacea, vista la difficoltà di vita del prodotto in tale forma. Non crediamo che la colpa di questo sia dovuta a motivazioni intrinseche al prodotto stesso (la storia, i personaggi, il plot narrativo, la capacità professionale dei suoi autori è assolutamente fuori discussione e ne abbiamo già dato abbondantemente merito in precedenza). Secondo noi l'errore risiede invece nel non aver saputo interpretare e sfruttare correttamente i dati che arrivavano dal web. Il fumetto ha avuto un buon successo, ma i diecimila lettori dichiarati diventano decisamente meno nel momento della trasposizione su carta. E chi lavora quotidianamente sul web sa bene che la bilancia della rete ha contrappesi ben diversi da quelli del mondo editoriale tradizionale. Il prodotto “Davvero” nasce con caratteristiche libere ed innovative proprio per la sua formula narrativa e di rapporto con il pubblico, tenta però uno sbocco economico ritornando su formule editoriali vecchie e già in crisi per conto loro, fondamentalmente non riuscendo a portarsi dietro il pubblico raccolto sulla rete. Nelle interviste rilasciate in varie conferenze e facilmente rintracciabili in rete (da cui sono stati ricavati i dati di questo articolo), gli autori dimostrano una grandissima professionalità per quanto riguarda la produzione del fumetto (sceneggiatura, disegno, cura editoriale) ma lasciano trapelare alcune superficialità ed ingenuità per quanto riguarda il mondo online. Anche il sito internet di “Davvero” presenta qualche piccolo errore di navigabilità.
Anche in questo caso i web-comics falliscono la prova! I fumettisti abituati a sognare uomini in calzamaglia che volano, detective dell'incubo, mostri e creature fantastiche, e a illudersi di realizzare questi sogni nel loro piccolo mondo (che, sigh, purtroppo si restringe sempre più ogni giorno che passa) si lasciano abbagliare dalle strabilianti illusioni della rete digitale senza accorgersi (se non quando è troppo tardi) che le tegole di cioccolato e i mattoni di zucchero della casa di Hansel e Gretel, sul web, non sono poi così dolci.

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Ulteriori approfondimenti:

 Scheda autore: Barbato Paola


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