La palude
testi: Michele Monteleone
disegni: Freddie Tanto
colori: Francesco Segala
Edizioni BD srl
"“L’uomo pio non tiene il capo
levato verso il cielo, poiché teme
di incontrare lo sguardo del
Sole Morente, ma non procede
neanche a testa bassa, per
paura di passare l’immondo
confine della Palude.”
Cantico delle Anime Perdute,
breviario della Vera Fede.
C'è una palude maledetta, avvolta nel velo di un'oscura fiaba horror, dove nessun animo coraggioso osa mettervi piede. La sua esistenza è un lamento perpetuo sussurrato dalla brezza fredda che accarezza le rive, e il suo aspetto è un insieme di ombre sinistre danzanti nella penombra. Questa palude, se così si può chiamare, è il regno del terrore, un luogo dove la realtà si fonde con l'incubo in un abbraccio eterno.
Le sue acque stagnanti risuonano di echi inquietanti, come se raccontassero storie di antichi orrori che risalgono a epoche dimenticate. I salici spogli, incurvati come scheletri disperati, sono testimoni silenziosi di tragedie irrisolte, e la nebbia che avvolge la palude è come il respiro di esseri ignoti che vegliano sulla loro tomba acquatica.
Nel cuore di questa landa desolata, tra le radici contorte e le zolle melmose, si celano segreti indicibili. Creature scure, sembianze evanescenti e occhi luminosi come lanterne diaboliche emergono dalla melma, pronte a catturare chiunque osi sconfinare nel loro dominio. Ogni passo è accompagnato da un sussurro crescente, una melodia di terrore intessuta con note di paura e rimorso.
La palude maledetta è come un libro aperto di fiabe distorte, dove gli alberi si inchinano con riluttanza e i fiori sbocciano in nuance di nero e rosso sangue. Nella sua oscurità, l'orrore diventa fiaba e la fiaba diventa un incubo senza fine. Chiunque si azzardi a infrangere l'incantesimo della palude maledetta sarà trascinato in un vortice di terrore, dove ogni passo è un passo verso l'ignoto, dove l'orrore diventa la melodia principale e la palude maledetta narra il suo racconto di paura, eterno e inesorabile.
Ma soprattutto ciò che incontrerete in questa maledetta palude non è realmente ciò che sembra. Anzi è esattamente il contrario. Se tentate di attraversarla con una barca fate attenzione alle alghe rosse che galleggiano al pelo dell'acqua, potrebbero essere in realtà i capelli di mostruose sirene, pronte a sbranarvi dopo avervi trascinato sul fondo melmoso.
La gente che abita in quello sperduto villaggio, apparentemente così gentili e accoglienti, in realtà sono pronte ad approfittarsi di voi, misere anime cresciute in povertà e miseria. Il vecchio e robusto Ruthgar, grande combattente, abile con la spada, non è detto che voglia salvarvi per spirito umanitario e disintressato. Padre Malcolm, il vecchio frate che guida la piccola comunità, non è detto che sia un onesto uono di fede, pronto a consigliarvi il percorso migliore per attraversare la palude e salvare la vostra anima.
Al contrario la in mezzo, fra gli anfratti melmosi, il gigantesco boscaiolo, il cui corpo si è ormai quasi interamente ricoperto da muffe e funghi e il cervello atrofizzato a furia di vivere isolato in quelle mefitiche lande, non è detto che voglia divorarvi come farebbero le altre orripilanti creature di quelle terre desolate. Magari vi vuol solo, ingenuamente, aiutare.
E poi c'è Lea, la giovane e inesperta ragazza che tenta di attraversare i canali verdastri, portando con se una lanterna, all'interno della quale è imprigionato Marbas, un terribile demone che ha attaccato il villaggio. Ma chi è veramente più terribile? Il demone o la ragazzina?
I paladini dell'ultima alba, che magari ti salvano da un gigantesco demone, non è detto che siano poi così puri e illibati, onesti rappresentanti della chiesa, anche se si professano cacciatori di mostri.
E la palude? Siete proprio sicuri che sia solo... una palude?
Solitamente quando si scrive una storia, si segue un canovaccio, una struttura di base che si ritrova in tutti i film o fumetti. Michele Monteleone costruisce una storia di redenzione, ma ribaltando completamente ruoli e aspettative di ogni persoanggio e situazione. Costringendo in questo modo il lettore a doversi adattare ad una nuova lettura, un nuovo punto di vista. Portando i suoi spettatori alla vera redenzione che è quella della lettura, che li attende al finale.
Un ottima interpretazione anche del disegnatore, Freddie Tanto e dei colori di Francesco Segala, che riescono a creare la giusta atmosfera, tetra, inquietante e fortemente dinamica.
© 2023 Michele Monteleone, Federico Tanto, Francesco Segala
© 2023 per questa edizione Edizioni BD srl
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