Intervista a Pier Gallo

Articolo di Emiliano Longobardi redazione di Rorschach (http://go.to/rorschach)

 

Il tuo stile risente di influenze tipiche del tratto esplosivo di molto fumetto americano: quali autori sono stati importanti nella tua crescita artistica?

Sicuramente John Buscema, il Michelangelo del fumetto americano; non posso non citare, poi, Jack Kirby, soprattutto per le innovazioni grafiche che ha apportato al medium fumetto: magari non mi sono mai ispirato direttamente al tratto di Kirby, ma tutti quelli che fanno il mio mestiere e in particolare tutti coloro che sono “figli artistici” dei fumetti di supereroi devono molto a Kirby, compresi due altri grandi artisti, di cui sono debitore, come Barry Windsor Smith o Paul Gulacy. In generale ho sempre preferito un robusto narratore a un grafico alla Moebius.

Prima di insediarti definitivamente a Porto Torres hai vissuto per diverso tempo nel sud della Spagna e nel nord Africa: questo spirito gitano ha influito nella tua formazione di disegnatore?

Ha influito tantissimo soprattutto a livello di suggestioni: molte delle cose che ho disegnato in questi anni per il solo piacere di farlo, i miei personaggi, risentono proprio di quei sapori che ho gustato girando per quelle zone; sono esperienze che mi hanno segnato parecchio e che non emergono esplicitamente dai miei lavori, ma traspaiono in controluce: me ne accorgo soprattutto quando rivedo dopo tempo lavori risalenti al mio periodo gitano: certi suoni, certe parole, certe caratterizzazioni... mi piace l’idea di fare un fumetto dal forte sapore mediterraneo...

Come sei entrato in contatto con la Bonelli e che esperienza lavorativa stai maturando presso uno dei più importanti editori d’Europa?

Sono entrato in Bonelli circa quattro anni fa, dopo circa tre anni passati a presentare i miei lavori in redazione, quando ancora vivevo a Milano, seguendo la tradizionale trafila di ogni esordiente. L’esperienza maturata finora è ottima: Bonelli è una scuola durissima, ma gratificante. Bonelli è un editore vero: ha una linea ben precisa, alternativa alla filosofia editoriale delle riviste antologiche che presentano materiale di autori diversi con loro peculiari e differenti caratteristiche, anche disomogenee.

Non hai mai sentito o non senti l’esigenza di provare altre esperienze lavorative che ti permettano di seguire una tua filosofia editoriale?

Ci sto provando con tutte le mie forze. Da tanti anni sto lavorando a una serie tutta mia, intitolata I Predoni delle Colonie, impostata in maniera diversa dagli stilemi bonelliani: si differenzia tanto per i personaggi, quanto per il linguaggio, decisamente duro e a tratti volgare, ma non pretestuoso o falsamente provocatorio. Ciò che mi piacerebbe realizzare richiama, per certi versi, la scuola di Pratt...una sorta di “Corto Maltese truffa il Joker”.

 

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