Quindici frasi con cui Charles M. Schulz, il papà dei Peanuts, ha definito i fumetti e il suo lavoro:
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Penso che i fumetti abbiano una qualità e un fascino diverso dagli altri mezzi di comunicazione, nel loro modo di dare gioia e felicità senza essere troppo pomposi. (DaCharles M. Schulz: Conversations)
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Non so se sia un’idea giusta o no, ma mi sembra che ci sia molto di quello che chiamano “umorismo sofisticato” con personaggi che dicono frasi piene di significato, ma in tantissimi di questi fumetti il personaggio alla fine non dice niente di sensato. Resta semplicemente lì, come uno stupido. Manca la capacità e la destrezza per fare questo genere di cose. (Da Conversazione con Charles Schulz)
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Le persone che non leggono i fumetti sono allo stesso livello delle persone che non guardano TV o non ascoltano la radio. A essere brutalmente franchi, è una forma di ignoranza o snobismo intellettuale. Non tutte le strisce o i programmi televisivi o radiofonici sono pessimi. (Da Charles M. Schulz: Conversations)
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Disegnare bene un fumetto vuol dire fare buon design. Non tutti se ne rendono conto, ma un personaggio disegnato correttamente dovrebbe essere piacevole alla vista come le tende di una finestra o un tappeto sul pavimento di un casa. Picasso aveva un grande senso del design. Poi ovviamente ci sono state persone come James Thurben, che disegnava malissimo ma era divertente da guardare. Ecco, forse è questo il punto: deve essere divertente da guardare. (Intervista al programma Charlie Rose del 9 maggio 1997)
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L’unica cosa importante è divertirti ogni giorno, perché il tuo cliente è l’editore del giornale, e lui paga dei bei soldi del suo budget per i fumetti comprando una striscia che contribuirà a vendere il suo giornale. (Da Charles M. Schulz: Conversations)
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Un fumettista è qualcuno che fa la stessa cosa ogni giorno senza ripetersi. (Da You Don’t Look 35, Charlie Brown!)
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Perché i musicisti compongono sinfonie e i poeti scrivono poesie? Lo fanno perché la vita per loro non avrebbe senso, se non lo facessero. Ecco perché disegno fumetti. È la mia vita. (Da Charles M. Schulz: Conversations)
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Quando Milton Caniff mise le rughe dove dovevano essere e costruì le prospettive e le angolazioni secondo punti di vista particolari e riprodusse in modo esatto i Luger tedeschi, fu una vera rivelazione. Niente di sbagliato nella maniera in cui Chester Gould disegnava Dick Tracy, anche quello era bellissimo, ma Caniff aveva questo approccio irripetibile e quando ci ripenso credo che le sue strisce avrebbero potuto essere forse più profonde, ma il disegno era meraviglioso. Era il fumetto puro, di cui non avremo mai abbastanza. era stupendo. (Da Conversazione con Charles Schulz)
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Fare strisce, come l’umorismo in genere, deriva dalle brutte cose che accadono. (DaCharles M. Schulz: Conversations)
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Guardando alla pagina dei fumetti del giornale locale, l’altra sera, ho trovato cinque strisce a tavola unica e alcune settimane fa, sei fumetti erano semplicemente su una vignetta. Non lo so, rimango perplesso, è la riduzione dello spazio, forse, non so che cosa, ma è una tendenza. Non credo che in quel modo si possa creare un gruppo di personaggi, mentre questo è lo scopo di un disegnatore. (Da Conversazione con Charles Schulz)
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Fare fumetti è come affermare se stessi con discrezione. Devi essere discretamente intelligente – ma se fossi molto intelligente faresti qualcos’altro; devi disegnare discretamente bene – ma se disegnassi molto bene saresti un pittore; devi scrivere discretamente bene – ma se scrivessi molto bene scriveresti romanzi. Va bene per una persona discreta come me. (Da Charles M. Schulz: Conversations)
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Non mi sono mai considerato tanto importante, ma pochi sanno disegnare. Io non credo che si possa imparare. Non credo che si possano dare dei consigli, e parlando a proposito dei fumetti, si possono imparare delle cose che possono migliorare la tua striscia e così via, ma non credo che si possa imparare a disegnare, proprio come non credo che si possa imparare a cantare. O si ha la voce o non si ha. Non è come imparare a giocare a tennis o a golf o a cose del genere. (Da Conversazione con Charles Schulz)
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Ho smesso di leggere le riviste di fumetti molti anni fa. Mi annoiavano tantissimo con quei supereroi, con tutti quei muscoli e i disegni tutti uguali. Non ho mai letto fumetti underground; la cosa strana era che pretendevano di essere così diversi e che tutti erano invece uno uguale all’altro. Usavano le stesse espressioni volgari e le stesse cose. Ho conosciuto alcuni di questi autori e ho detto loro: “Ragazzi, voi credete di fare qualcosa di grandioso e pensate che tutto quello che stiamo facendo noi sia così insulso, ma in effetti quello che faccio io è estremamente più difficile di quello che fate voi. Io disegno qualcosa di buono, ma anche di pulito e decente e non do fastidio, né ferisco nessuno.” E ho aggiunto: “Vi sfido a fare come me” e loro disegnarono le stesse figure oscene, con le stesse espressioni oscene e molto presto si assomigliavano tutte. E che cosa c’è di buono? Ammetto che alcuni di loro sono bravi. Crumb è bravo, ma non mi ha mai interessato. (DaConversazione con Charles Schulz)
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Non so nulla di questioni aziendali, davvero nulla. Non mi interessano. Se dovessi vendere un prodotto, non saprei nemmeno quanto farlo pagare. Non ne so nulla, e mi rifiuto di farmi coinvolgere in qualcosa di cui non so nulla. Quello è compito dei syndicate. Io disegno le strisce e loro le vendono, sono loro a prendere le decisioni (DaMichaelBarrier.com)
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I fumettisti non vivono da nessuna parte. Non sono persone vere. (Da Charles M. Schulz: Conversations)