Martin Mystère presenta: Storie da Altrove

numero 22

L'uomo che scoprì il segreto di Leonardo

Ottobre 2019

Soggetto e sceneggiatura di Carlo Recagno

disegni di Antonio Sforza

In occasione del cinquecentesimo della morte di Leonardo Da Vinci moltissime iniziative sono state dedicate al genio rinascimentale: da mostre a documentari, da pubblicazioni ad articoli, da convegni a iniziative culturali di varia natura. Anche la Sergio Bonelli editore ha reso omaggio al grande artista del quattrocento con ben quattro pubblicazioni differenti. Di una abbiamo già parlato, si tratta dello speciale di Martin Mystère n. 36 uscito in edicola quest'estate ed intitolato "L'uomo dal Rinascimento" (potete leggerne una recensione qui). A distanza di pochi mesi ecco in edicola "L'uomo che scoprì il segreto di Leonardo", sempre curato dallo staff mysteriano ma inserito nella collana delle "Storie da Altrove", non contempla quindi la presenza del detective dell'impossibile. Le altre due pubblicazioni sono pensate per il solo circuito librario (acquistabili anche nello shop online della casa editrice) e ne parleremo in futuro.

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Il prologo della storia si basa su un presupposto comune con la precedente vicenda (sempre scritta da Recagno): una sorta di realtà parallela in cui Leonardo e le sue invenzioni hanno un ruolo decisivo per il futuro dell'umanità. Tutto ha inizio in Toscana nel 1460, nella campagna attorno al paese di Vinci. Il giovane Leonardo, giocando e curiosando fra i campi e le foreste che circondano l'abitazione dello zio presso il quale vive, si imbatte in una profonda e buia caverna dove avverrà un terribile incontro, una rivelazione che modificherà il suo e il nostro destino. La scena ricorda molto un'analoga sequenza narrata da Frank Miller ne "Il ritorno del Cavaliere Oscuro" quando il giovane Bruce Wayne affronta le sue paure, trasformandosi in Batman. Quella grotta rappresenta un antro buio non solo nel mondo fisico, ma anche in quello simbolico e spirituale. Un luogo di catarsi e trasformazione in cui si concretizzano i demoni dei nostri incubi, quelle forme di superstizione ed irrazionalità che albergano nel profondo del nostro inconscio e scaturiscono quando abbiamo paura di qualcosa. I problemi e le prove della vita destano in noi timori, incertezze, spaesamento, perdita di riferimenti sicuri, ma l'esperienza dovrebbe spingerci ad affrontare queste prove con razionalità, per trovare una soluzione. Se invece lasciamo che siano le nostre inquietudini a prevalere portandoci verso atteggiamenti di irrazionalità e ignoranza, verremo travolti verso abissi di terrore come purtroppo è già successo molte volte nella storia del genere umano (non dimentichiamoci gli orrori della seconda Guerra Mondiale).

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Il concetto sopra esposto è ben rappresentato nell'incisione di Francisco Goya1 "Il sonno della ragione genera mostri2" in cui, attraverso la tecnica dell'acquaforte e dell'acquatinta, l'artista spagnolo rappresenta un intellettuale (siamo alla fine del settecento in pieno periodo illuminista e neoclassico) che si addormenta sul suo tavolo di lavoro dove rimangono abbandonati gli strumenti del suo studio: un compasso, un libro, dei fogli di carta... Alle sue spalle sorgono terribile animali notturni come pipistrelli, gufi e linci raffigurazioni degli incubi che si celano nel profondo del nostro animo. Nello stesso periodo anche il pittore svizzero Johann Heinrich Füssli3 dipinge analoghe tematiche, in particolare nella sua celebre opera "L'incubo"4: una giovane fanciulla dorme nella sua camera da letto. Abbandonato il controllo della ragione, le forme illogiche del sogno prendono il sopravvento: una terribile creatura, una sorta di goblin mostruoso, le siede sul petto, opprimendone il respiro (l'essere leggendario impersonifica gli incubi in cui non siamo in grado di reagire: gridiamo, ma dalla nostra bocca non esce alcun suono; fuggiamo, ma i nostri piedi non riescono a muoversi). A fianco del letto, da dietro una tenda, elemento elegante e raffinato dell'arredo della stanza, compare la grossa testa di un cavallo (è l'elemento surreale tipico dei sogni, in cui fattori quotidiani della nostra vita vengono estrapolati dal loro contesto abituale, privandosi del loro rigore e caricandosi di significati ambigui e fuorvianti).

L'iconografia dell'oscura spelonca come metafora dell'irrazionalità contrapposta al sapere e alla ragione fu utilizzata nel 1500 dal pittore tonalista Giorgione5 nel suo quadro "I tre filosofi6". Gli esempi sarebbero tantissimi, come non ricordare il celebre “mito della caverna7” di Platone8. E per mischiare sacro e profano, ci piace accostare senza paura di irriverenza, il terribile Uomo Nero (Pitch, da "pitch black", buio pesto) che compare nel film di animazione “Le 5 leggende9”.

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Massimo Polidoro, presidente del CICAP e studioso di Leonardo, lavora da tempo, per smontare le fake news che imperversano su internet, diffondendo false credenze e disinformazione. La figura di Leonardo Da Vinci nei documentari di Polidoro (gratuitamente visionabili su canale YouTube dello scrittore) e nei suoi libri, viene scelta come simbolo della razionalità e della conoscenza, icona del progresso scientifico, strumento per realizzare una società sempre più giusta e democratica. Sulle pagine di Martin Mystère Massimo Polidoro è parodiato dal personaggio Mark Pollard, ne potete leggere un'avventura sul numero 367 intitolato “La frequenza del caos10”.

Della stessa idea parte Carlo Recagno per costruire questa bella avventura delle Storie di Altrove, ambientata nel 1919, subito dopo la prima guerra mondiale, nei giorni in cui si svolgeva la conferenza di pace a Parigi. Nel palazzo del Quai d'Orsay, sede del Ministero degli Esteri francese, si riunirono i rappresentanti delle più importanti potenze occidentali uscite vincitrici della Prima Guerra Mondiale, per ridefinire gli equilibri del vecchio continente. Basandosi sul principio dell'autodeterminazione dei popoli essi si prefiggevano di: ridefinire le frontiere dopo la sconfitta degli imperi centrali, garantire la sicurezza internazionale, combattere le forme nascoste dei nazionalismi, contrastare la potenza sempre più crescente della Russia dopo la rivoluzione del 1917. Le più importanti Nazioni coinvolte erano: l'Inghilterra, rappresentata da David Lloyd George; l'Italia di Vittorio Emanuele Orlando; la Francia con George Clenceau e il presidente americano Thomas Woodrow Wilson. Le scelte della conferenza di pace, condizionate dalla pressione della Francia fortemente colpita dalla guerra, furono particolarmente pesanti e punitive nei confronti della Germania, creando involontariamente i presupposti di una vendetta da parte del popolo tedesco che avrebbero portato alla nascita del nazionalsocialismo di Hitler e lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Recagno, nelle pur poche pagine che il fumetto mette a disposizione, spiega molto bene i punti nevralgici che scuoteranno i sentimenti del popolo tedesco, scelti non a caso come bandiere per la scalata politica del nazionalismo: il concetto di razza superiore, il desiderio di rivalsa, i problemi economici e politici.

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Ma veniamo alla storia dell'albo a fumetti: proprio per evitare alcune gravi conseguenze alle contrattazioni politiche in corso, un insolito protagonista viene segretamente portato nella sede del La Centre (una divisione super segreta dello spionaggio francese che ha sede nientepopodimeno che nella Tour Eiffel che, grazie alla progettazione del celebre ingegnere, pur essendo meta di migliaia di turisti, riesce a tenere celate le stanze della base francese di Altrove. Qui vengono studiati i fenomeni più insoliti, che travalicano le conoscenze della scienza ufficiale. Tra i corridoi e le stanze della fantastica base transitano, in un'esplosione di citazioni fumettistiche e cinematografiche, una marea di bizzarri personaggi come: Barbapapà, il maggiore Gruber, Arzach, il meta-Barone, Blueberry (di moebusiana memoria), i Puffi e Gargamella, Blake e Mortimer, He-man, Asterix e Obelix, l'ispettor Clouseau, Tintin, Luchy Luke, la Pantera rosa, Johan e Pirlouit, Fantômas e molti altri. In queste stanze segrete viene congegnata una particolare e importantissima missione: recuperare i progetti di un'arma terrificante che Leonardo da Vinci aveva progettato, tanto potente da spaventare lo stesso genio rinascimentale che decise di occultarla sperando che le generazioni future sarebbero state in grado di gestirla. Il pittore inventore ne consegnò il manoscritto al suo allievo prediletto Giangiacomo Caprotti detto Salai11, che però a sua volta lo consegnò a dei fantomatici “uomini in nero”. L'oscura elucubrazione vinciana si rivelerà molto avveniristica e insolita, non aspettatevi le solite apparecchiature atlantidee o mega-congegni futuristici perché ancora una volta l'artista fiorentino (attraverso la sceneggiatura di Recagno) saprà sorprenderci. Se siete appassionati del detective dell'impossibile vi consigliamo caldamente la lettura di questa nuova avventura fumettistica.

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Il copyright delle immagini è Sergio Bonelli editore.

Note:

1Francisco José de Goya y Lucientes (Fuendetodos, 30 marzo 1746 – Bordeaux, 16 aprile 1828) pittore e incisore spagnolo.

2Francisco Goya, "Il sonno della ragione genera mostri" ("El sueño de la razón produce monstruos"), acquaforte e acquatinta, formato 23×15,5 cm, foglio n° 43, di una serie di ottanta incisioni chiamata Los caprichos, 1797, Biblioteca Nacional de Espana, Madrid.

3Johann Heinrich Füssli (Zurigo 1741 - Londra 1825), pittore svizzero, dopo un viaggio in Italia in età giovanile, vive e lavora soprattutto in Inghilterra. Aderì alla Sturm und Drang (movimento culturale tedesco in contrasto con il razionalismo dell’illuminismo) e precede molti atteggiamenti del romanticismo.

4Johann Heinrich Füssli, "L'incubo", 1781, olio su tela, 75,5x64 cm, Detroit Institute of Arts, Detroit.

5Giorgione o Giorgio da Castelfranco, pseudonimo di Giorgio Zorzi, o Zorzo (Castelfranco Veneto, 1478 circa – Venezia, 17 settembre 1510), pittore italiano operante nella Repubblica di Venezia, importante esponente del tonalismo.

6Giorgione, "I tre filosofi", 1506-1508 circa, olio su tela, 123,5×144,5 cm, Kunsthistorisches Museum, Vienna.

7Il mito della caverna di Platone è uno dei più conosciuti tra i miti del filosofo ateniese. Viene descritto all'inizio del libro settimo de La Repubblica (514 b – 520 a).

8Platone, figlio di Aristone del demo di Collito e di Perictione (in greco antico: Πλάτων, Plátōn; Atene, 428/427 a.C. -Atene, 348/347 a.C.), è stato un filosofo e scrittore greco antico. Assieme al suo maestro Socrate e al suo allievo Aristotele ha posto le basi del pensiero filosofico occidentale.

9Le 5 leggende (Rise of the Guardians), regia di Peter Ramsey, animazione, USA 2012, durata 90 minuti, distribuito da Universal Pictures.

10"La frequenza del caos", Martin Mystère n. 367, soggetto e sceneggiatura di Sergio Badino, disegni di Fabio Piacentini, in edicola a partire dal 12 febbraio 2020, Milano, Sergio Bonelli editore.

11Gian Giacomo Caprotti, detto il Salaì (da "Sala[d]ino" ovvero "diavolo") (Oreno, 1480 – Milano, 19 gennaio 1524), è stato un pittore italiano, allievo prediletto di Leonardo da Vinci. Pur essendo molto vicino al maestro fiorentino spesso viene descritto dagli storici come un personaggio ambiguo.

 


 

Ulteriori approfondimenti:

 Scheda autore: Martin Mystère