Fumetto per bambini?
La crisi economica che a partire da una decina d’anni ha colpito il nostro paese e più in generale il mondo occidentale, non ha certo risparmiato il settore dell’editoria. Tutti i generi dedicati all’intrattenimento hanno fortemente sofferto delle ristrettezze economiche contingenti. Forse solo il settore della tecnologia, si veda in particolare la diffusione degli smarphone con modelli particolarmente costosi, è l’unico che ha saputo nuotare abilmente, traendone anzi ampio profitto, nelle acque vorticose di questa decadenza. Proprio il settore legato alle nuove tecnologie ha rubato ampi spazi ai più vecchi format di intrattenimento. Oggi il pubblico preferisce passare il tempo guardando le serie televisive sui canali dedicati, leggere i comunicare attraverso i social e cimentarsi con appassionanti e coinvolgenti videogiochi.
Anche il fumetto ha subito gravissimi cali di vendite mettendo in seria difficoltà le case editrici più consolidate, soprattutto quelle del settore edicola, come Disney e Bonelli. Queste grandi case di produzione fumettistica, di fronte ad un continuo calare del numero dei loro lettori, hanno dovuto correre ai ripari cercando di ristrutturare le loro proposte editoriali, curandole con forti dosi di marketing (che però fino ad ora non hanno dato i frutti sperati).
Alla ricerca disperata di nuovi lidi sui quali sbarcare e nuovi lettori da conquistare, improvvisamente gli editori si ricordano dei bambini, settore che per decenni hanno completamente ignorato. La scelta perpetrata per anni, di produrre esclusivamente un fumetto dal linguaggio e dal target adulto, ha comportato l’inevitabile eliminazione di generazioni di potenziali futuri lettori. Chi scrive questo articolo, e come me moltissimi altri “diversamente giovani” che ora hanno dai quaranta ai sessant’anni di età, hanno passato ore ed ore della loro infanzia e poi della loro giovinezza, a sognare sulle pagine degli eroi disegnati, immaginando mondi fantastici fra vignette e balloons. Personalmente ricordo prima di tutto i personaggi del Corrierino dei piccoli, poi gli albi della Bianconi, Topolino e Tiramolla. Pian piano crescendo, ci siamo spostati verso letture più adulte, ovvero con tematiche e metodi di scrittura più articolati e complessi, ricercando però sempre quell’emozione che avevamo provato da piccoli sui così detti “giornalini”.
Ma i tempi della nostra giovinezza sono purtroppo trascorsi (sigh!) e a quelle proposte non ne sono seguite altre, seppur alternative. Ora il tentativo di correre ai ripari, a dire il vero ci sembra sia solo un ennesimo disperato ed inutile velleità di cercare un pubblico che ormai non esiste più. Nel settore della narrativa illustrata per bambini ormai da decenni si sono sviluppate mostre, fiere internazionali, associazioni, concorsi e moltissime altre attività culturali che hanno supportato fortemente l’attività degli editori, dei librai e dei bibliotecari (e come dimenticare i genitori?) per sviluppare un pubblico di piccoli lettori, nella speranza che divengano grandi lettori del domani. Solo attraverso un’operazione culturale e pedagogica si può garantire uno “zoccolo duro” di lettori che garantiranno anche una stabilità economica al mercato editoriale. Oltre ad essere un’operazione eticamente e politicamente onesta, sarebbe stata anche un'opportunità ottenibile con un poco di lungimirante saggezza.
Paradossalmente invece nel campo del fumetto, in concomitanza con un momento di crisi, vediamo spuntare come funghi nuove case editrici che propongono libri di ogni sorta, pubblicazioni spesso ricercate e curate, rilegature preziose (sulla distorta illusione che per creare un buon fumetto basti battezzarlo graphic novel e che le sue qualità dipendano dalla fogliazione del volume, dalla rilegatura cartonata o brossurata e non da ciò che vi è narrato). Per chi ama i fumetti è uno spettacolo per gli occhi (e un dolore per il portafoglio) girare per le fiere come Lucca Comics and games e vedere le miriadi di proposte esposte sulle bancherelle e negli stand dei vari editori. Edizioni di grande qualità, con una differenziazione del mercato estremamente capillare, che tenta finalmente di raggiungere i più svariati target. Potrebbe sembrare la dimostrazione che il mercato funziona egregiamente. A noi invece sembra un immenso falò delle vanità che può far crollare da un momento all’altro, con gravi conseguenze per tutto il settore. Ne volete una prova? Fate un giro nelle prime ore del pomeriggio dell’ultimo giorno della fiera di Lucca (senza dubbio la più grande e importante a livello italiano e ormai anche a livello mondiale). Vedrete sui banchi dei vari stand una serie di offerte dell'ultimo momento, alcune con sconti del 50% se non oltre. Indicazione che le vendite non sono andate poi così bene come si pensava. Non per tutti almeno.
Speriamo che la rinata attenzione al mondo dei piccoli non sia solo l’ennesima rincorsa alla moda del momento (ricordate i tempi delle riviste che rincorrevano le tematiche horror pensando che il successo di Dylan Dog fosse dovuto solo a questo; stessa cosa successo per il porno, e quanti altri esempi potremmo fare...), piuttosto un’operazione che sappia guardar lontano.
Tunuè
Da alcuni anni Tunuè presenta fra le sue pubblicazioni una bella collana chiamata Tipitondi e sottotitolata “La prima collana di graphic Novel per ragazzi dal 2010”. Nel catalogo sono compresi i migliori autori della casa editrice più altre interessanti novità come le storie della piccola “Mamette” di Nob (da nove anni); “Viola Giramondo” di Teresa Radice e Stefano Turconi; la serie dedicata al piccolo ed insicuro “Timothy Top” con gli esilaranti disegni di Gud; “Octave” di Chauvel, Alfred e Walter (vincitore, come miglior sceneggiatura, del premio Gran Guinigi nel 2011); il bellissimo e troppo sottovalutato “Il piccolo Pierre” di Mastantuono ed Intini (da otto anni); la riproposta della magnifica serie creata da Centomo, Artibani, Barbucci e Canepa “Monster Allergy” arricchita dei nuovi episodi. Il pregio della collana, molto ben curata dai redattori della Tunuè, è sicuramente quello di proporre opere con target molto mirati e fasce d’eta precise. In questo senso il catalogo cartaceo che viene normalmente regalato durante le fiere o il sito internet, sono un utile guida per i genitori. Inoltre sul retro di ogni libro viene indicata l’età consigliata.
A marzo di quest’anno la casa editrice si è fusa con Il castoro, storica casa editrice dedita alla narrativa per ragazzi, consolidando in questo modo la presenza nelle fiere e nelle librerie del nuovo gruppo editoriale.
Bao publishing
Anche la Bao publishing, costola non ufficiale della storica e ben affermata Piemme, ha dedicato parecchi titoli al mondo dei più piccoli. In particolare segnaliamo fra le varie pubblicazioni la serie di Hilda di Luke Pearson (di cui sono stati pubblicati al momento “Hilda e la parata dei pennuti”, “Hilda e la foresta di pietra”, “Hilda e il troll”, “Hilda e il gigante di mezzanotte”, “Hilda e il segugio nero”). Sono storie tenere e avventurose allo stesso tempo, cariche di grazia, magia e fantasia che hanno valso all'autore una nomination agli Eisner Awards. Pearson riesce a ricreare un mondo di mistero, straripante di bizzarre creature, permeato di quel particolare fascino che solo l’infanzia riesce a regalarci. Dalle storie di Hilda è stata da poco tratta una serie di cartoni animati per Netflix (realizzata da Mercury Filmworks).
Comicon Edizioni
Comicon Edizioni, legata al festival di Napoli e ai grandi nomi di autori come Moebius, Manara, Tanino Liberatore, Robert Crumb, Jean-Claude Forest e altri, ha lanciato una nuova collana rivolta ai più giovani, chiamata Gli Scugnizzi. Il primo titolo “Nella foresta buia e misteriosa” di Winshluss, pubblicato in Francia da Gallimard e vincitore nel 2014 della prestigiosa Pepita d’Oro alla 32° edizione del Salone del Libro e della Stampa per ragazzi di Montreuil. Il volume è stato presentato in anteprima alla ventesima edizione di Napoli Comicon.
Panini comics
La casa editrice con sede a Modena controlla da anni i diritti editoriali della Diseny Italia. In particolare la rivista Topolino ha dimostrato negli ultimi anni, sotto la direzione di Valentina de Poli, di essere una pubblicazione molto eterogenea, creata con personaggi che apparentemente erano rivolti ad un pubblico per bambini ma sapevano intelligentemente coniugare target e livelli di lettura molto differenziati. Abbiamo visto le celeberrime parodie in cui paperi e topi interpretavano i ruoli di personaggi letterari che mai avremmo sperato di poter leggere: Dracula, Dott. Jekill e Mister Hide, Moby Dick e molti altri. Abbiamo visto i personaggi disneyani calarsi nei panni degli eroi bonelliani, superando le barriere che prima parevano insormontabili di copyright e scuderie editoriali. Abbiamo visto Topolino addirittura nelle vesti di Corto Maltese, ri-raccontando la storia più celebre del marinaio creato da Hugo Pratt, ovvero “Una ballata del mare salato”. Abbiamo sognato sulle splendide storie di Casty, grazie al suo gusto citazionistico e vagamente retrò, nel saper coniugare i gusti dei lettori degli anni '90 con i più giovani legati alla modernità. Abbiamo visto il ritorno sulle pagine del topo di autori con uno stile non sempre in linea con gli stilemi più disneyani, ma proprio per questo capaci di arricchire la proposta editoriale: penso in particolare a Massimo Bonfatti e Alberto Lavoradori. Ma abbiamo goduto anche del ritorno di vecchi autori sicuramente rispettosi delle linee guida della casa editrice a non per questo meno estrosi e particolari come Stefano Intini, Fabio Celoni, Giampiero Ubezio ed Enrico Faccini (per citarne solo alcuni). Valentina è stata destituita da pochi mesi, in maniera molto frettolosa e sostituita dal bravo Alex Bertani a cui ora tocca un compito non certo facile: ristrutturare la testata portando nuovi lettori (ma è una sfida difficile visto che di fronte a lui ci sono colossi dell'intrattenimento che, come abbiamo detto ad inizio articolo, soffiano via sempre più lettori da tutto il settore editoriale). All'inizio dell'estate scorsa molti autori Disney hanno ricevuto una lettera in cui è stato detto loro che la casa editrice non aveva più bisogno della loro collaborazione avendo un ampio parco di storie già pronte. Tutto questo purtroppo non fa ben sperare sulle sorti del settimanale, ma da lettori appassionati non possiamo che sperare il contrario, ovviamente.
Sempre la scorsa estate è stata varata una nuova rivista mensile con i personaggi disneyani dedicata ai bambini, si tratta di: Topolino junior. I primi numeri non hanno evidenziato particolari novità, anzi ci pare un classico riciclaggio di riviste come Pimpa e Pico, per altro con inutili semplificazioni sia nel disegno che nei redazionali. Come ci hanno insegnato grandi pedagogisti o artisti che hanno lavorato con i bambini (Bruno Munari docet), lavorare per i bambini non significa far cose banali, anzi il contrario. C'è un divertente aneddoto a proposito: Altan era stato invitato in una scuola per condurre dei laboratori con i bambini. Mentre era in classe nel corridoio alcuni adulti chiaccheravano facendo un troppo chiasso. Improvvisamente la porta della classe si apre e ne esce Altan evidentemente arrabbiato che esclama. “Volete far silenzio qui fuori? Noi qui stiamo giocando!”.
Il giornalino della Pimpa, sempre della Panini, rimane invece un prodotto di notevole pregio, nonostante gli anni che si porta sulle spalle sia la testata che il suo autore. Eppure, senza mai cadere nel banale o in ripetizioni, Altan riesce da quarantacinque anni a proporre ogni mese una rivista fresca che sa acchiappare il gusto e l'attenzione di tutti i piccini. Nel giornale della Pimpa il fumetto ha ancora un ruolo fondamentale, pur condividendo le sue pagine con giochi e schede varie.
La Panini lanciò nel 2014 anche una bella collana di volumi a fumetti dedicata ai più piccoli, si intitolava: I novellini. Caratterizzata da un bel logo con un trenino all'interno dei cui vagoni era riportata una letterina del nome della collana. Ne parlammo ampiamente sui nostri siti, dedicando alcune recensioni ad esempio a “Il mostro sulla collina” di Rob Harrel e a “La maledizione della ragazza pirata” di Jeremy A. Bastian. Le premesse erano buone, i primi titoli proposti facevano ben sperare, visto che non erano civettuoli di nessuna moda del momento, anzi tentavano di proporre qualcosa di nuovo. Purtroppo la collana ha visto la fine ben presto, anzi se andiamo sul sito della casa editrice la collana esiste ancora ma si è trasformata in 9L (probabilmente per salvare una registrazione) e presenta fumetti per un target più adulto (fra i tanti titoli quelli di Manara e Corben, eccellentissimi autori ma non certo per un pubblico di bambini).
Un paio di anni fa la Panini prese uno stand nel padiglione Lucca Junior (in occasione della consueta manifestazione fumettistica Lucca Comics and Games). Sulle pareti dello stand capeggiava lo slogan: “Il tuo primo fumetto”. Un egregio proclama che subito attirò la nostra attenzione: peccato che i prodotti presenti sul banco erano sterili rivistine colorate e luccicanti che contenevano forse 2/3 pagine di fumetto e puntavano tutto invece sul gadget allegato. Una misera proposta se quello doveva essere il modo per catturare e creare un pubblico del futuro.
La Panini è una grande casa editrice e possiede gli strumenti economici per proporre qualcosa di innovativo per il pubblico più giovane, speriamo di poter vedere qualcosa molto presto.
Sergio Bonelli editore
La casa editrice di Tex, Zagor e Dylan Dog si è sempre rivolta ad un pubblico di ragazzi e di adulti, proponendo un genere avventuroso. A dire il vero non sono mancate alcune sperimentazioni pubblicando diversi anni fa albi di genere comico rivolti a adulti ma anche a più piccoli lettori (nella collana “I grandi comici del fumetto”), con magistrali opere come “Coccobill” di Jacovitti, “Pedrito el Drito” di Antonio Terenghi, “La città” e “Maledetta galassia” di Cavazzano e Bonvi, e l'indimenticabile “Leo Pulp” di Claudio Nizzi e Massimo Bonfatti. Più di recente, nel tentativo di cercare nuovi sbocchi editoriali, a parte la proposto molto settoriale dei Bonelli kids (papabile più agli appassionati del genere e ai fedeli lettori della casa editrice, che ad un vero pubblico giovanile), la casa editrice milanese prova a lanciare alcune testate sperimentando un nuovo formato. “Dragonero adventures” che narra le vicende dei protagonisti dell'albo omonimo, durante la loro infanzia. I fumetti sono colorati e con un taglio pensato appositamente per conquistare un pubblico più giovane. Il prodotto è ben realizzato ma non ha riscosso il successo sperato, visto che dopo la prima miniserie l'uscita in edicola si è fermata. Probabilmente si attende la trasmissione dei cartoni animati dedicati alla serie per lanciare nuovamente la testata. Le altre due pubblicazioni: “4HOODS” e “Creepy past” hanno invece chiuso i battenti più rapidamente, nonostante fossero degli ottimi prodotti, anche se probabilmente non perfettamente centrati e promossi come target. E' un vero peccato perchè la Sergio Bonelli editore ha tutte le carte per poter sviluppare un fumetto per bambini: dalle basi economiche necessarie agli autori. Speriamo di vedere nel prossimo futuro delle serie di maggior successo.
Premio Andersen
Giunto alla trentottesima edizione, il Premio Andersen è il più importante riconoscimento nel nostro paese di pubblicazioni per bambini e ragazzi. Quest'anno accanto a pubblicazioni più tradizionali appaiono anche storie a fumetti. Il Miglior libro oltre i 15 anni è andato a “A sud dell’Alameda” di di Lola Larra e Vicente Reinamontes, un’opera a due voci, tra romanzo e graphic novel, dove s’intrecciano il diario di Nicolas e lo sguardo di un’anziana donna che osserva dall’esterno il movimento studentesco e l’occupazione di una scuola, durante le vicende che hanno scosso il Cile, tra il 2006 e il 2011, durante la Rivoluzione dei Pinguini. Il Miglior Libro a fumetti è “Piccolo Vampiro” di Joann Sfar, che raccoglie i primi tre episodi di una serie che ha avuto grande successo in Francia, ambientata in una scuola frequentata di giorno dai bambini e di notte dai mostri. E' molto importante e significativo che, parallelamente ai libri narrati con il testo scritto e le illustrazioni, sia dato finalmente il giusto riconoscimento anche alla letteratura illustrata a fumetti. Fino a qualche decina di anni fa sarebbe stato impensabile proporre un fumetto ad una fiera o ad una casa editrice tradizionale. Dobbiamo quindi constatare che se da una parte la crisi economica ha tagliato in maniera drastica le vendite, dall'altra parte ha spinto gli editori a cercare nuove strade narrative, a sperimentare, ad aprire gli occhi verso le novità e i linguaggi più freschi (e proprio per questo più vicini ai giovani). Per un giovane che voglia avvicinarsi al mondo della lettura oggi non c'è che l'imbarazzo della scelta.
In Francia?
La Francia è sicuramente più attenta a valorizzare gli aspetti della diffusione culturale, in tutte le sue forme, quindi anche attraverso il fumetto. Alla manifestazione annuale di Angoulême è dedicato ai più piccoli lo spazio Jeunesse, con un vero e proprio premio intitolato "Premio Jeunesse" che quest'anno è andato a “Le prince et la couturière" di Jeng Wang, pubblicato da Akileos. "Anders et le Volcan" dell'australiano Gregory Mackay, pubblicato da The Hoochie Cookie. "Calfboy" di Remi Farnos, pubblicato da La Pastèque. "Les Aventures de Hong Kiltong" di Yoon-Sun Park (Corea). "Stig & Tilde : L’île du disparu" di Max de Radiguès, publicato da Sarbacane. "Crevette" di Elodie Shanta, pubblicato da La pastèque.
Articolo di Masco Mor
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