Van Gogh ipotesi di un delitto

Armando Brignolo e Gino Vercelli

Daniela Piazza Editore, Torino, 2016

ISBN 978-88-7889-285-9

190 pagine, formato 21x30 cm, brossurato, prezzo di copertina 23,00 euro

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La storia e la pittura di Van Gogh hanno da sempre affascinato il pubblico e la narrativa. Sono moltissimi gli esempi di sceneggiati, romanzi, film, fumetti che si sono misurati nel raccontare la vita di questo artista che ha tentato a tutti i costi di cambiare l'arte e il mondo in cui viveva, pagandone le conseguenze a caro prezzo.

Ma cosa affascina di questo famosissimo personaggio? Sicuramente una miscela di elementi che lo rendono a noi tanto caro. Innanzitutto la sfortuna di una vita travagliata, dovuta anche alle scelte radicali che decise di seguire: prima di tutto l'amore dell'Arte, al di sopra di tutto e di ogni sacrificio; poi gli ideali di umanità, democrazia, libertà e uguaglianza, che la sua educazione religiosa (protestante) gli aveva trasmesso, ma che non riscontrava nella società in cui viveva. La sfortuna di non essere riconosciuto per la sua ricerca pittorica (praticamente non vende quasi neanche un quadro, se si esclude il dipinto “La vigna rossa” acquistata dalla sorella del pittore Eugene Boch), e il paradosso delle cifre folli a cui oggi vengono vendute le sue tele. Indubbiamente anche la grande abilità artistica e la forza espressiva che scaturisce dai suoi lavori pittorici. Troppo innovatrice per i suoi contemporanei, e per questo non accettata, ma raccolta una ventina d’anni dopo la sua morte dagli Espressionisti che la prenderanno a modello per rivoluzionare il concetto di Arte. Sarebbero potute esistere le avanguardie artistiche di inizio novecento senza autori come Van Gogh, Gauguin e Cezanne? Probabilmente no!

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Gli autori di questa storia, Armando Brignolo e Gino Vercelli, ispirandosi ad alcuni testi francesi citati nell’introduzione al libro (vedi nota), sentono il bisogno di raccontare una vicenda che riscatti, almeno in parte, i torti subiti da questo pioniere dell’Arte. E' tale l'ardore che Brignolo e Vercelli infondono in questo tentativo che decidono, alla fine del racconto, di inserire loro stessi come comprimari della vicenda. E' un falso storico ovviamente, ma sono gli autori a dircelo fin dall'inizio. Il loro è il tentativo di ricucire i pezzi dei documenti rimasti rispetto alla vita e soprattutto alla morte di Van Gogh, nel tentativo di farci rivivere, seppur con l'ombra del dubbio, un'ipotesi di delitto! Van Gogh e' forse stato deliberatamente ucciso? O comunque lasciato morire? E perchè? Indubbiamente era un personaggio scomodo. Troppo fuori dalle regole dell'Arte del suo tempo ma anche del quieto vivere, in una piccola cittadina di campagna come Auvers-sur-Oise. Collerico, stravagante, malato di epilessia, il tutto aggravato dall'assenzio e dal vino che beveva senza controllo. Van Gogh era più redditizio da morto, in particolare per chi gli era vicino in quegli ultimi giorni e ne ha potuto approfittare per accaparrarsi un  gran numero di tele e disegni (e magari, come è ormai provato, falsificarne altri).

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Dati questi presupposti biografici riscoperti negli ultimi anni sulla vita del celebre pittore, i due autori hanno bisogno, per raggiungere il loro obiettivo, che la storia sia più verosimile possibile. Realistica e attendibile, perchè parte dall'analisi di documenti reali, ma anche avvincente ed intrigante per divenire un giallo storico. Adottano allora uno stratagemma narrativo che è decisamente un azzardo, insolito e contro corrente ma, a mio parere, assolutamente azzeccato. La storia viene sempre narrata attraverso il dialogo fra Vincent e uno dei personaggi suoi contemporanei. Pur essendo condotta in forma cronologica, il susseguirsi di questi incontri non segue una cadenza strettamente temporale, quanto piuttosto l'esigenza di strutturate l'impianto narrativo attorno a cui si articolano le varie vicende e i vari incontri di Van Gogh, fino ad arrivare al punto culminante della storia, ovvero la sua morte, con il dubbio che si tratti di omicidio. Ogni singolo dialogo, ogni incontro, è giocato in un'unica pagina: ha inizio con la prima vignetta e termina con l'ultima vignetta della tavola a fumettti. Può continuare a volte su più pagine ma sono sempre momenti temporali distinti. Questa strutturazione temporale così precisa e scandita in una sola pagina, permette di suddividere il libro presentando nelle pagine dispari le tavole a fumetti, mentre nelle pagine pari, che le affiancano sulla destra, una serie di documenti storici (fotografie, lettere, articoli di giornali, disegni di Van Gogh) collegati all'ambiente, alla data o ai personaggi che ritroviamo poi nel fumetto a destra. Questa impostazione narrativa indubbiamente blocca il ritmo della lettura e, soprattutto all'inizio sembra disorientare, ma poi invece diventa un sistema estremamente coerente con la logica del racconto.

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A questo punto interviene il disegno di Gino Vercelli che ha il difficile compito di cucire insieme ogni pezzo della storia, donando unicità e scorrevolezza alla lettura. Il disegnatore ci riesce giocando con un abile collage di fotografie riprese al tratto, e con un segno grasso e fortente espressivo che ricorda, senza volerlo emulare, quello del pittore olandese.

Van Gogh – ipotesi di un delitto” è un ottimo prodotto, interessante sia per lo spunto di partenza (il presunto assassinio di Van Gogh), sia per la tecnica narrativa (sceneggiatura, disegno e montaggio) decisamente fuori dagli schemi tradizionali e più commerciali a cui siamo normalmente abituati, ma assolutamente congeniale all'obiettivo narrativo che i due autori volevano raggiungere.

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Nota:

Van Gogh” di Pierre Leprohon (Editions du Sud e Albin Michel, 1964)

Il volto di Van Gogh” di Francois-Bernard Michel (in Italia pubblicato nel 2001 da Garzanti)

L’audaces des bandits – L’affaire Gachet” di Benoit Landais (Editions du Layeur)


Ulteriori approfondimenti:

 Scheda autore: Brignolo Armando

 Scheda autore: Vercelli Gino


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