Pollock confidential

Graphic biography

Onofrio Catacchio

Centauria

La seconda guerra mondiale provocò degli stravolgimenti a livello planetario. Anche da un punto di vista culturale, alla fine del conflitto, una nazione giovane, forte e ricca come gli Stati Uniti si andava ormai sostituendo al ruolo egemonico che aveva avuto da millenni la vecchia Europa, Parigi negli ultimi due secoli. Pur nel solco indelebile tracciato dalle avanguardie storiche, New York si trasformava nel nuovo epicentro della creatività. Nonostante la crisi del '29, l'America si era lanciata già da prima del sanguinoso conflitto, in una crescita ed affermazione a livello politico, economico e culturale, promuovendo la formazione di artisti ed intellettuali. Serviva però una particolare specificità su cui fondare il valore identitario della nazione. Il New Deal progettato dal presidente Franklin Delano Roosevelt per far uscire il paese dalla terribile crisi economica degli anni trenta, aveva previsto la fondazione del Federal Art Projects (PWAP nato nel dicembre 1933), seguito dal Federal Art Project of wpa, per sostenere artigiani ed artisti. Grazie all'opera illuminata della nascente classe borghese sorsero nuovi importanti musei come il Modern Art nel 1929 (MoMA) e il Non-Obiective Painting nel 1939 (che diverrà il Solomon R. Guggenheim Museum), ma anche gallerie come quella a New York di Peggy Guggenheim (The Art of This Century), fondamentali nei decenni successivi per la crescita di nuovi gruppi artistici. Con la fine della seconda guerra mondiale sullo scacchiere geo-politico si scontrano due grandi potenze: Russia e America. La guerra fredda viene giocata su tutti i campi, non solo su quello militare. Il paese sovietico influenza fortemente gli intellettuali europei, per questo motivo la CIA decide di attuare un piano segreto per incentivare delle forme artistiche che siano una risposta fortemente americana alla propaganda comunista. Il paese che incarna con la sua bandiera a stelle e strisce i valori di libertà e uguaglianza deve permettere ai suoi artisti di creare opere che esprimano quei concetti. Il nome in codice dell'operazione è “guinzaglio lungo”. Il senatore Nelson Rockefeller, presidente del Museum of Modern Art, appoggia l'operazione. Grazie a questa iniziativa artisti come Jackson Pollock, Willem De Kooning, Elaine De Kooning, Arshile Gorky, Mary Abbott, Mark Rothko, alcuni paradossalmente simpatizzanti o attratti dalle idee comuniste del blocco sovietico, ma assolutamente ignari di tutto, vengono finanziati per produrre le loro opere. Mentre attori e registi di Hollywood venivano bersagliati dalla caccia all'eresia comunista dal senatore McCarthy, la CIA foraggiava gli artisti dell'espressionismo astratto.

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In particolare Jackson Pollock era l'autore che incarnava meglio il mito e lo spirito dell'America delle origini: un burbero cowboy, originario del Wyoming, nato nella stessa città di Buffalo Bill; amante del jazz e dell'alcol, che diventerà l'esponente più rappresentativo dell'arte americana.

Quadri imponenti e fortemente espressivi quelli di Pollock, che incarnavano alla perfezione l'immagine della super potenza americana. Tele gigantesche, che ricordavano gli spazi enormi di quel paese, stese sul pavimento e composte con la tecnica del dripping1, ovvero lo sgocciolamento del colore dal pennello, da stecche di legno, spatole o direttamente dal barattolo, riprendendo le forme sciamaniche dei nativi americani. L'intervento dell'artista arriva a comporre una forma astratta, energicamente estetica, controllando con sapere istintuale la forza del caos e dell'irrazionalità, muovendosi come un accorto equilibrista, un danzatore primitivo, fra i limiti della conoscenza e dell'inconscio junghiano. Come afferma lo stesso Pollock e sottolinea più volte l'autore del fumetto Onofrio Catacchio, “non esiste casualità” nell'action painting.

Quando sono nel dipinto, non mi rendo conto di quello che faccio. Solo dopo una fase di “riscaldamento” riconosco ciò che sto realizzando. E non ho timore di apportare modifiche, di rovinare il quadro, perché esso ha una sua vita propria. Cerco semplicemente di farlo venire fuori. Solo quando perdo il contatto con il quadro allora ne esce spazzatura. Altrimenti regna armonia pura, un delicato dare e prendere, e viene fuori un bel lavoro.

I vecchi canoni con cui si legge un'opera d'arte vengono radicalmente estirpati dal lavoro di Pollock.

Non c'è una composizione geometrica, uno scheletro strutturale, una composizione a dominare il quadro. Tutto è centro e contorno, mentre molteplici piani gravitano e circolano attorno a noi nell'energico vortice della creazione espressiva. Il dipinto sulla tele rappresenta, anzi è, l'essenza dell'energia vitale.

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Pollock rappresenta la figura dell'artista contemporaneo, ribelle e disadattato fino alla morte tragica, avvenuta per un incidente d'auto nel 1956 a causa dell'ubriachezza e dell'alta velocità. Una morte disperata come quella di James Dean2, Jack Kerouac3, Jim Morrison4, Jimi Hendrix5 e molti altri. Questi nomi concludono la serie degli artisti maledetti, completano il percorso di una vita aspramente vissuta a causa dell'Arte, come già era stato per Michelangelo, Caravaggio e Van Gogh.

Raccontare una storia dal destino tragico e fatale è il compito non facile che Onofrio Catacchio6 si è scelto. Per fuoriuscire dal vincolo biografico e strutturare un racconto più accattivante, il fumettista coglie uno spunto fornitogli dal libro “Gli intellettuali e la CIA7” di Francis Stonor Saunders, tema ripreso in seguito da Carlo Lucarelli in una puntata del suo programma Le Muse Inquietanti, andato in onda su SKY. Costruisce il racconto basandosi su eventi e personaggi reali, ma prendendosi la libertà di creare alcune situazioni di fantasia per legare insieme eventi e personaggi in un unicum narrativo accattivante, come Dan Adkins la giovane spia che l'autore mette alle calcagna di Pollock, per osservarlo, indagare su di lui, e così raccontarcelo nella sua essenza quotidiana.

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Il disegno plastico di Catacchio rende uniformi le vignette di tutta la storia, come il flusso pittorico del dripping, fortemente basate su una documentazione fotografica precisa e approfondita, essenziale per un racconto come questo. La professionalità di Catacchio sta proprio nel saper creare un racconto reale e verosimile allo stesso tempo, accattivante e capace di trasportare il lettore nell'atmosfera di quegli anni in cui il volto dell'arte internazionale stava cambiando radicalmente. Graficamente le gocciolature del dripping legano fra loro i capitoli, permettendo salti temporali o di luogo, alla ricerca del vero volto di uno dei più grandi artisti americani.

© 2019 Centauria srl - Milano

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Note:

1Tecnica artistica sperimentata per la prima volta a Parigi negli anni Venti dai Surrealisti (in particolare da Marx Ernst) alla ricerca di forme automatiche di “scrittura”. Verrà utilizzata anche dal pittore americano Hans Hofmann. Per entrambi gli artisti sono prove episodiche che non si trasformano in un vero modus operandi.

2James Byron Dean (8 Febbraio 1931 – 30 Settembre 1955)

3Jack Kerouac (12 marzo 1922 – St. Petersburg (Florida), 21 ottobre 1969)

4James Douglas Morrison, detto Jim (Melbourne, 8 dicembre 1943 – Parigi, 3 luglio 1971)

5James Marshall "Jimi" Hendrix (Seattle, 27 novembre 1942 – Londra, 18 settembre 1970)

6 Onofrio Catacchio è conosciuto nel campo del fumetto grazie a collaborazioni con Frigidaire, Dolce Vita, Fuego, Nova Express, Kappa Edizioni, Cyborg, Sergio Bonelli Editore, Albin Michel e molti altri.

7 Francis Stonor Saunders, Gli intellettuali e la CIA, Fazi editore, 2007.