La stirpe dell'abisso

Testi di Mauro Boselli e disegni di Alessandro Piccinelli.

Tex n. 649, 650, 651 -  Rispettivamente del novembre, dicembre 2014 e gennaio 2015.

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L'ultima avventura, in edicola tra novembre 2014 e gennaio 2015, è una storia affascinante e ricca di mistero, che incarna in sè tutti gli elementi narrativi presenti normalmente nella testata. Ingredienti che l'autore dimostra ancora una volta di conoscere molto bene e di saper manovrare con abilità e genialità. La storia si apre in Messico, nel deserto di Chihuahua. Due uomini spronano i loro cavalli ormai stanchi, per fuggire da quattro cavalieri neri che sono sulle loro tracce. All'improvviso la luna sbuca attraverso le nuvole che coprono un cielo tenebroso, rischiarando le rocce del deserto e su queste appaiono le sagome diaboliche della quattro figure: incappucciati in nere mantelle ricordano i quattro cavalieri dell'apocalisse, o i terribili Nazgul creati da J. R. R. Tolkien. La corsa continua fino a che i due uomini, ormai stremati, cercano rifugio nella casa di Morisco. Bellissima tutta la prima sequenza, carica di pathos e tensione: cattura immediatamente l'attenzione del lettore. Soltanto uno dei due fuggitivi riesce a mettersi in salvo, ma è ferito gravemente. Le sue ultime parole rivelano al brujo, il curandero di Pilares, alcuni indizi sui quali sarà costruita tutta la vicenda (che ora non vi riveliamo per non rovinarvi il gusto della lettura). Vi basti sapere, senza rischiare di rivelare troppo, che i quattro cavalieri neri sembrano essere uomini ricoperti di squame, dei veri e propri "uomini serpenti", in questo modo vengono descritti dagli sfortunati che hanno avuto la sfortuna di vederli da vicino. Tex non crede a questi racconti e a stupide superstizioni. Nonostante nella serie siano apparse a volte storie con elementi magici o fantastici (basti pensare alla figura di Mefisto), Tex rimane una collana realistica. Proprio su questa caratteristica l'autore riesce a giocare, lasciando il dubbio nel lettore, fino alla fine, se queste strane creature esistano veramente o siano solo frutto di allucinazioni e superstizione.

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Non mancano i momenti di puro godimento per il fans affezionato di Aquila della notte e dei suoi pards. I dialoghi taglienti tra Tex e Carson, oppure le "pedagogiche" scazzottate che tanto ci piace rileggere sulle pagine del fumetto, nonostante ripetino sempre lo stesso clichè. Memorabili i dialoghi della sequenza in cui i nostri eroi sono in una sperduta posada in mezzo al deserto e, dopo aver catturato alcuni banditi che hanno tentato di assassinarli, si apprestano a dar loro una severa lezione. Ecco i loro dialoghi:

  • Tex: Ascolta due parole, imbecille!...
  • Tex: Questa è la prima...
    Ed affibbia un sonoro destro nello stomaco del bandito.
  • Tex: ...e questa è la seconda!
    E parte il sinistro che manda all'aria il villano, distruggendo inesorabilmente un tavolo del locale.
  • Morisco: Di questo passo non resterà in piedi nemmeno un tavolo!
  • Carson rivolto all'altro bandito, che tiene sotto la mira della sua pistola: Tu guarda e impara!

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Tex e il figlio Kit danno spettacolo della loro bravura con la pistola in una scena in cui, sollecitati da un giovane ed irritante rampollo, prendendo a bersaglio una vecchia fontana che abbellisce con le sue forme rococò il centro di un giardino. Della fontana rimangono solo alcune bricciole. Ma il lettore perdona immediatamente la ruvidità del ranger, cosa che probabilmente non farebbe con altrettanta facilità con altri personaggi, per i trascorsi eroici e gli ideali di giustizia che lo hanno da sempre contraddistinto. E poi probabilmente era solo una copia americana, di poco valore artistico e storico, come sembra volerci far capire Boselli fra le righe del racconto.

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Come in ogni novella epica che si rispetti non manca il labirinto: qui sotto forma del palazzo nel quale si rifugiano i nemici dei nostri eroi, fra passaggi segreti, camere nascoste e sotterranei dove si annidano enormi e pericolosi serpenti.

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Il disegnatore della storia è il bravo Alessandro Piccinelli. Il suo stile, pur fortemente ispirato al disegno di Claudio villa, riesce a trascinare il lettore lungo tutta la storia con la giusta drammaticità ed atmosfera, dettagliando splendide vignette e costruendo pagine ben bilanciate nell'equilibrio compositivo e nella disposizione dei bianchi e neri. Nel complesso quindi un'ottima prova grafica.

 

Copyright Sergio Bonelli editore


Ulteriori approfondimenti:

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Boselli Mauro

 

 

 

 


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