Paperino, Qui, Quo e Qua e il Grande Gioco Geniale

Primo episodio

Soggetto e sceneggiatura di Bruno Enna – disegni di Andrea Freccero

Topolino 3311 del 9 maggio 2019

Cinquecento anni fa, e più precisamente il 2 maggio 1519, moriva a Cloux, in Francia, una delle menti più geniali che il mondo abbia mai avuto: Leonardo da Vinci. Dopo aver lavorato per i signori più importanti della nostra penisola (da Cesare Borgia a Ludovico il Moro e prima ancora per Francesco Sforza) ed essersi spostato attraverso le più importanti città dell'epoca (Firenze, Roma, Venezia, Mantova, ecc...) Leonardo decise di prestare i suoi servigi per il re di Francia. Per questo si trovava nel maniero du Clos Lucé ad Amboise quando la morte lo raggiunge. Oggi lo ricordiamo soprattutto per le sue opere di pittura, fra cui compaiono i quadri più famosi al mondo: la Gioconda, l'Ultima Cena, la Vergine delle Rocce e molti altri. In realtà sono solo una ventina i dipinti realizzati dall'artista, mentre la sua occupazione si estenderà a moltissimi altri campi di ricerca tra cui l'anatomia, la botanica, la zoologia, l'astrologia, l'ingegneria militare, l'ingegneria idraulica e molto altro. Famosi i suoi bozzetti sul volo degli uccelli, nel tentativo di poter realizzare il sogno dell'uomo di volare. Leonardo progetta addirittura un aliante, anticipando di molto tempo il primo meccanismo per volare, ma non lo poteva costruire per mancanza di materiali appropriati e della tecnologia idonea. La sua grandissima intelligenza e la sua acuta curiosità lo spingevano ad osservare tutto ciò che accadeva attorno a lui, cercando di capirne i fenomeni e, a prenderne appunti sui suoi innumerevoli fogli (raccolti alla sua morte dall'allievo Francesco Melzi). Il sistema di analisi e ricerca attuato da Leonardo è uno studio scientifico moderno: prima di formulare teorie o ipotesi, osservava i fenomeni, ne cercava di capire il funzionamento, tentava quindi di riprodurli in laboratorio attraverso metodi e strumenti scientifici per poterli studiare più a fondo. Preziosissimi sono ad esempio i suoi studi sull'anatomia, realizzati di nascosto andando a rubare i cadaveri e sezionandoli nel suo laboratorio per disegnarne muscoli ed organi interni. Queste pratiche non venivano capite dai suoi contemporanei e per questo l'artista sarà accusato di necromanzia (mentre si trova a Roma) e costretto a fuggire dalla città per non subire il linciaggio da parte della popolazione. Non ci dobbiamo stupire più di tanto: gli ospedali in quei tempi erano considerati luoghi pericolosi, dove si andava solo a morire. Le famiglie più ricche si facevano curare a casa loro da medici a pagamento, che però basavano le loro conoscenze su antichi postulati medioevali o addirittura classici, che questi dottori spesso applicavano pedissequaménte nelle loro cure.

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Lo strumento più importante utilizzato da Leonardo nei suoi studi è senza dubbio il disegno, che l'autore sfruttava per le sue ricerche nella natura, osservando e trascrivendo nei suoi codici accostando figure al testo vergato al contrario, in modo che la scrittura risultasse leggibile solo ad uno specchio. Questo stratagemma è adottato probabilmente per nascondere ai più curiosi le sue riflessioni, ma anche perché l'inventore era mancino e come tutti i i mancini trovava più naturale adottare questo senso di scrittura.

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Il disegno come strumento della conoscenza, la linea come sintesi del pensiero umano. E' un concetto che incomincia a radicarsi nella città di Firenze già nei primi decenni dopo l'anno mille. Nel periodo Romanico la geometria (lo dice la stessa parola: geo-metria = misura della terra, ovvero misurare per conoscere la realtà che ci circonda e modificarla adattando la natura alla nostra vita) incomincia a venir utilizzata come modello di perfezione in architettura: ad esempio nel battistero di San Giovanni e nella chiesa di San Miniato al Monte a Firenze. Sarà soprattutto nel Rinascimento che questo concetto viene ulteriormente sviluppato: Filippo Brunelleschi e poi Leon Battista Alberti, nelle loro opere architettoniche, ricercano un continuo equilibrio tra le forme geometriche e la costruzione. E' una metafora della vita del buon cristiano, un ideale e modello di vita: su questa terra l'uomo è nulla, povero, malato, peccatore. Solo Dio è la perfezione assoluta. Ma può l'uomo tentare di avvicinarsi a quello splendore? Oppure è predestinato alla sofferenza? Nel Rinascimento, dopo secoli bui, si ricomincia ad aver fiducia nelle possibilità dell'uomo (umanesimo). L'essere umano può avvicinarsi alla perfezione di Dio solo con la sua mente, perché il corpo è corrotto e debole. La razionalità è lo specchio della perfezione divina e fra tutti i saperi dell'uomo quello più perfetto è rappresentato dalla matematica, in quanto astratta, slegata da riferimenti concreti ma proprio per questo applicabile a tutti i campi della nostra vita. In architettura il disegno geometrico è la trasposizione della perfezione assoluta delle regole matematiche.

Bruno Enna, lo sceneggiatore di questa storia di Paperino e nipoti, parte proprio da questo concetto cardine del Rinascimento e modus operandi di Leonardo per presentare la prima di cinque storie che formeranno la miniserie intitolata “Grande Gioco Geniale”, che per cinque settimane si susseguiranno sulle pagine del topo. Vedremo i paperi impegnati in un avventuroso viaggio nel Bel Paese sulle tracce dell'illustre inventore.

La scelta del disegnatore, Andrea Freccero, non poteva essere più azzeccata. Nel disegno dell'autore disneyano trasudano forme geometriche, veri e propri modelli utilizzati per tratteggiare le forme dei personaggi (si veda in particolare la testa perfettamente circolare di Qui, Quo e Qua) ma anche per comporre in maniera saggia ed equilibrata, e mai banale, la vignetta e la tavola della storia.

Incomincia quindi il viaggio alla scoperta in chiave disneyana di uno dei più affascinanti periodi della storia dell'Arte del nostro paese.

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Articolo di Marco Feo

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