Dobbiamo tornare a disegnare nelle grotte?

Articolo di Marco Feo 

La capacità di comprendere e codificare un linguaggio risiede in una precisa zona del nostro cervello (area di Broca e area di Wernicke) collocate in genere nell'emisfero sinistro per i soggetti destrimani. Nei soggetti mancini, nel 60% dei casi si trovano nell'emisfero destro, mentre nel restante 40% nell'emisfero sinistro o in entrambe le zone. Un disturbo fisico di queste zone (emorragie, infarti, infezioni, traumi, ecc...) può portare all'incapacità di elaborare correttamente un'espressione linguistica: questa patologia si chiama Afasia. Non devono essere considerate afasie i disturbi del linguaggio causati da difetti sensoriali primari, da lacune intellettivi, da disturbi psichiatrici o da debolezza dell'apparato muscolo-scheletrico.

L'essere umano ha l'innata tendenza ad assegnare a ciò che vede, ed in assoluto a ciò che percepisce, una molteplicità di significati o spiegazioni logiche. E' il classico fenomeno per cui quando guardiamo delle macchie, le piastrelle con venature marmoree del pavimento o le nuvole nel cielo, riconosciamo in queste forme assolutamente casuali, sagome che ci sono famigliari come, ad esempio, volti o animali. Proprio sull'interpretazione delle macchie è strutturato il celebre test psicologico di Rorschach1. Sono giocati su questa nostra peculiarità i bellissimi dipinti di Giuseppe Arcimboldi2, Maurits Cornelis Escher3 e Salvador Dalì4, immagini che possiamo interpretare in molteplici maniere. Il fenomeno è presente probabilmente anche negli animali, anche se in forma ridotta, e sicuramente era presente nei nostri antenati, l'homo sapiens sapiens che visse su questa terra 70.000 anni fa (ma recenti studi sembrano retrodatare questa data ancora più lontana nel tempo). Questa nostra caratteristica è una motivazioni che ci ha permesso di evolverci e sopravvivere nei millenni. Forse, riconoscendo a distanza un possibile pericolo (ad esempio un bastone lungo un sentiero che poteva essere anche un serpente) il nostro antenato divenne più prudente e si salvò.

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Su queste riflessioni i paleontologi hanno recentemente sovvertito la loro teoria rispetto a come sia nato il disegno negli uomini primitivi. In passato si credeva che l'uomo primitivo, esattamente come il bambino, avesse inizialmente tracciato semplici segni, che pian piano divenivano simili a conformazioni geometriche, per acquistare via via sempre più complessità fino a raggiungere l'abilità manuale e intellettiva per rappresentare forme figurative. In questo modo l'uomo primitivo avrebbe raggiunto l'abilità per rappresentare i bellissimi animali che possiamo ancora oggi ammirare nelle grotte di Lascaux, Chauvet e Altamira. Si pensava che quei gruppi di animali avessero un significato propiziatorio, che fossero stati dipinti come un rito magico con cui il nostro bis-bis-bis nonno sperava di assicurarsi la riuscita della battuta di caccia del giorno successivo. In un periodo in cui non c'erano supermercati o pizzerie, era fondamentale che la venagione andasse bene, per poter sfamare tutto il clan.

Oggi però gli studiosi non pensano sia andata così, ma esattamente al contrario. L'uomo primitivo è entrato nelle profonde grotte dove spesso si rifugiava e ha incominciato a notare una somiglianza fra le crepe delle rocce, le gobbe della montagna e le forme degli animali che conosceva. Ha iniziato quindi a tracciare segni per completare quelle forme, per renderle più verosimili: delle corna, un occhio, una bocca. Se fosse vera questa interpretazione l'homo sapiens iniziò a disegnare figure complesse e dettagliate per poi trasformarle nei millenni in forme sempre più stilizzate che lo porteranno alla creazione di simboli: pittogrammi e poi forme completamente astratte che precorrono la nascita della scrittura.

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In maniera analoga, ma attraverso un percorso differente, potrebbero essere nate le prime forme matematiche, i primi numeri. Durante la sua evoluzione il nostro antico antenato si è reso conto che era decisamente più comodo allevare gli animali che non inseguirli, attraversando regioni sterminate, portandosi dietro la famiglia e il poco necessario per costruire una tenda e sopravvivere. Allevare del bestiame permetteva di costruirsi un'abitazione più solida e duratura, coltivare, migliorare il proprio stile di vita. Allevando degli animali avrà avuto la necessità di segnarsi quanti ne aveva abbattuti per cibarsene, quanti erano morti di malattia, quanti erano nati o erano stati catturati e quindi aggiunti nel recinto. Per far questo probabilmente ha iniziato ad utilizzare dei segni, delle pietre o dei piccoli oggetti messi in un cerchio. Quel cerchio e quei piccoli oggetti diventavano si trasformavano nella sua immaginazione, attraverso un processo di astrazione da semplici animali diventavano numeri.

Alcune di quelle forme astratte che sono state rinvenute nelle grotte “affrescate” dai sapiens assomigliano moltissimo alle stesse forme che appaiono a chi si sottopone agli effetti allucinogeni di alcune sostanze stupefacenti, come ad esempio l' LSD5. Nella prima fase di assunzione di questa sostanza allucinogena tutti i pazienti hanno asserito di vedere forme astratte simili a quelle che ci compaiono quando strizziamo gli occhi con le dita, ma in maniera più complessa e duratura. Nella seconda fase vedono spesso forme di animali. Potrebbe significare che l'uomo della medicina degli antichi popoli, lo stregone primitivo, facesse uso di sostanze psicotrope che gli provocassero allucinazioni, permettendogli di vedere queste immagini che poi lui tentava di disegnare sulle pareti delle grotte come se fossero una specie di rivelazione.

Attraverso la sperimentazione dell'LSD sui ragni si è notato come questi aracnidi che riescono normalmente a realizzare ragnatele dalle forme geometriche complesse e perfette, in preda alle allucinazioni compongano forme astruse e bizzarre. Somministrando bassi dosaggi o droghe più blande le composizioni della ragnatela non corrispondeva più ai normali canoni costruttivi ma era ugualmente complesse ed elaborata, aumentando l'effetto l'animale sembrava non essere più in grado di realizzare alcunchè.

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Analoghe forme geometrico-astratte vengono visualizzate da chi soffre di emicrania, una malattia sempre più diffusa nella nostra società che colpisce ormai il 15% della popolazione. Una delle motivazione che gli studiosi associano al mal di testa (le motivazioni possono essere molteplici e diversificate da paziente a paziente) è una incapacità di “scollegarsi” da un problema. Una sorta di ansia o accanimento, un continuo moltiplicare la stessa percezione, lo stesso pensiero, arrivando inconsciamente a generare tensione e quindi dolore. L'accumulo di cause e spiegazioni che provoca l'emicrania potrebbe essere paragonato allo stesso meccanismo con cui elaboriamo il linguaggio? Questa nostra abilità, che forse ci ha salvato per millenni dai pericoli della natura, permettendoci di evolverci e conquistare il pianeta, non riesce ora a salvarci da noi stessi?

Lo stregone sapiens cercava di gestire quelle tensioni spirituali con il disegno, l'espressione artistica diveniva per lui una formula magica, una medicina. Forse anche noi dovremmo semplicemente fare ritorno alle grotte?

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Note:

1Il nome deriva dal suo inventore, il celebre psicologo Hermann Rorsach (1884 – 1922).

2Giuseppe Arcimboldo o Arcimboldi (Milano, 5 aprile 1526 – Milano, 11 luglio 1593), pittore italiano, divenne famoso per i suoi ritratti burleschi eseguiti alla corte praghese, combinando tra loro, in una sorta di trompe-l'œil, oggetti o elementi dello stesso genere (prodotti ortofrutticoli, pesci, uccelli, libri, ecc.) collegati metaforicamente al soggetto rappresentato, in modo da sublimare il ritratto stesso.

3Maurits Cornelis Escher (Leeuwarden, 17 giugno 1898 – Laren, 27 marzo 1972), incisore e grafico olandese famoso soprattutto per le sue illustrazioni impossibili, giocate su elementi modulari.

4Salvador Dalí, all'anagrafe Salvador Domènec Felip Jacint Dalí i Domènech, 1º marchese di Dalí de Púbol (Figueres, 11 maggio 1904 – Figueres, 23 gennaio 1989), pittore, scultore, scrittore, fotografo, cineasta, designer e sceneggiatore spagnolo, principale esponente dell'avanguardia artistica del Surrealismo.

5L' LSD (dietilamide-25 dell'acido lisergico) è una fra le più potenti sostanze psichedeliche conosciute. L'LSD è stato sintetizzato per la prima volta il 16 novembre 1938 nei Laboratori Sandoz di Basilea dal chimico svizzero Albert Hofmann. Hofmann stava effettuando delle ricerche sugli alcaloidi presenti nella scilla marina e nella segale cornuta nel tentativo di ricavarne sostanze utilizzabili come farmaci e tra i vari derivati che aveva sintetizzato, c’era la dietilammide-25 dell'acido lisergico, da lui così chiamata perché proveniente dal campione numero 25. Una dose di appena 25 μg può causare minime alterazioni della percezione e dell'umore per più di 10 ore. Tipicamente non causa "allucinazioni" in senso proprio ma amplificazioni dei sensi, delle emozioni, cambiamenti nella percezione di sé, dell'ambiente e della realtà, esperienze mistiche e spirituali.