Topolonio Canova e la scintilla poetica.

Soggetto, sceneggiatura e disegni di Blasco Pisapia.

Topolino 3309 del 25 aprile 2019.

Su Topolino numero 3309, in edicola giovedì 25 aprile, un altro grande artista della storia dell'arte viene interpretato dai personaggi disneyani. Si tratta di Antonio Canova, uno dei più importanti scultori del neoclassicismo, periodo artistico che ha caratterizzato la produzione dell'arte alla fine del settecento. La parte del protagonista questa volta aspetta di diritto a Topolino, come afferma anche l'autore della storia, Blasco Pisapia, nell'intervista pubblicata a corredo del fumetto: “ La scelta di Topolino per vestire i panni di Canova mi è sembrata quasi obbligata: li accomunano, a mio avviso, una grande curiosità, una buona dose di umiltà e una fedeltà adamantina ai propri ideali”. Quegli ideali che, sulla spinta trasformatrice e progressista dell'illuminismo, della pubblicazione dell'enciclopedia di Voltaire e della rivoluzione francese, avrebbero mutato per sempre la società. Blasco Pisapia ne è assolutamente cosciente e, attraverso un'ottima ricostruzione storica e biografica della vita dello scultore, pur attraverso la sintesi e il carattere parodistico della messa in scena disneyana, costruisce una buona e godibile avventura.

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Con gusto della gag e senza tradire le aspettative di chi conosce l'opera e la vita del grande artista, Pisapia inizia il racconto proprio dalla formazione veneziana di Canova, quando il futuro genio del marmo frequenta l'Accademia di Belle Arti e avrà occasione di studiare e ricopiare le opere classiche dalla gipsoteca di Filippo Farsetti[1]. La scena quindi si sposta velocemente nel febbraio del 1787 a Napoli, dove Topolinio Canova (questo il nome che assume Topolino nell’interpretare i panni di Antonio Canova) e il suo amico pittore Pippin Hamilton (William Hamilton[2]) si immergono nell'allegra atmosfera partenopea caratterizzata da sfogliatelle, tarantella e pummarola, soprattutto per ammirare la bellissima collezione di statue antiche (romane) che, per un artista neoclassico, era la massima delle aspirazioni. Canova infatti, per il resto della sua vita vivrà nella capitale della classicità, Roma, rifiutando addirittura l'invito fattogli da Napoleone di andare a vivere a Parigi per divenire il suo più importante artista di corte. Continuerà ugualmente a lavorare per il grande generale-imperatore, realizzando capolavori come “Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore[3]” o il ritratto di “Paolina Borghese come Venere vincitrice[4]” (sorella di Bonaparte, sposata con il conte Camillo Borghese).

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Ma perché Blasco Pisapia decide di ambientare la storia proprio Napoli e non a Roma? Non solo perché l'autore del fumetto è originario della città del Vesuvio, piuttosto perché la storia è realizzata per l'occasione della mostra allestita in questo periodo al MANN (Museo Archeologico Nazionale-Napoli) (www.museoarcheologiconapoli.it) che ospita alcune statue di Canova provenienti dall'Ermitage di San Pietroburgo[5]. Questo probabilmente è anche il motivo per cui la redazione ha scelto di non inserire la storia nel ciclo intitolato “La storia dell'Arte di Topolino”, che da anni compare sulle pagine del settimanale.

La vicenda è incentrata sulla realizzazione di una delle opere più belle e famose di Canova: “Amore e psiche[6]”. Una scultura che grazie al perfetto equilibrio di sintesi formale e virtuosismo tecnico, renderà suo autore famoso e ne rappresenta ancora oggi l'altissimo livello estetico raggiunto. La commissione dell'opera nasce per via di una scommessa tra Squinch De La Hoppe e il colonnello Horace Campbell. A complicare l'impresa si intrometterà anche Pietro detto “Gamma ‘e ligame”, ovvero l'arcinemico Pietro Gamba di legno, che impersona in questo caso un corrotto custode del museo dove Topolinio si reca ogni giorno per studiare le statue antiche. Esilarante la versione proposta da Pisapia che dipinge un Gamba di legno dai modi e dall'accento tipicamente napoletani.

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Un'unica “pecca” nella storia: le statue scolpite da tutti Topolinio sono vestite, mentre per Canova, così come per gli artisti greci a cui si ispirava, il nudo era simbolo di perfezione etica morale, in un periodo in cui l'ideale era considerato come un valore assoluto. Per nessun motivo nel Neoclassicismo ci si sarebbe vergognati nel vedere una statua senza vestiti. D'altro canto come potremmo aspettarci altrimenti (ne avrebbe snaturato il carattere) del politically correct disneyano. Quest'atteggiamento “sempre corretto”, che da una parte è più che giustificato per una rivista rivolta ad un pubblico di bambini, appare a volte esagerato ed anacronistico. In una storia disneyana non possono esserci ad esempio scene di violenza o situazioni che vi alludano. Proprio per questo, in una scena della storia presa in esame in questo articolo, Gamba di legno e Topolino si affrontano per l'ennesima volta, ma per ovviare a effetti troppo drammatici (in questo caso forse Canova sarebbe stato d'accordo) Pisapia si limita a disegnare il gatto che urta il topo con un forte spintone. A causa di questa spinta Topolino finisce su una panca di legno dove è appoggiato il martello dello scultore, l'oggetto colpisce a sua volta un bassorilievo appeso alla parete che cade sulla testa del nostro protagonista. Se violenza c'è, dev’essere sempre mitigata e giustificata in qualche modo... in questo caso dalla casualità. Se ne rende conto probabilmente anche l'autore disneyano che sfrutta il paletto narrativo impostogli per giocare con una “catena ripetitiva”: utilizza infatti la stessa casualità, quando sarà ora della resa dei conti e a venir colpito sulla testa da un'opera d'arte sarà l'acerrimo nemico.

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Note:

1)      Filippo Vincenzo Farsetti (Venezia, 13 gennaio 1703 – Venezia, 22 settembre 1774) mecenate italiano, grazie alla sua raccolta contribuì a diffondere il Neoclassicismo nel nostro paese.

2)      William Hamilton, (Chelsea, 1751 – Londra, 1801) pittore inglese. Si forma artisticamente con i fratelli Robert e James Adam, quindi si recò in Italia, dove frequentò la bottega di Antonio Zucchi. Tornato in Inghilterra, produsse ritratti e quadri di soggetto biblico, storico, mitologico e letterario.

3)      Apsley House, Wellington Collection, Londra.

4)      Galleria Borghese, Roma.

5)      “Canova e l’Antico” 28 marzo – 30 giugno 2019.

6)      “Amore e Psiche” tratta da “Le Metamorfosi” di Apuleio, è una scultura di Antonio Canova, realizzata tra il 1787 e il 1793 ed è conservato presso il museo del Louvre, a Parigi. Una seconda copia, realizzata per mano dello stesso Canova, si trova esposta al Museo statale Ermitage di San Pietroburgo in Russia.