Che

Ernesto Guevara nasce a Rosario nel 1928, studia a Buenos Aires medicina, potrebbe avere un lavoro sicuro, comunale, ma preferisce andare in Perù, in Cile, a lavorare nei lebbrosari.

1968, Hector Oesterheld, Alberto ed Enrique Breccia realizzano la storia a fumetti del "Che". Guevara cerca di guarire gli ammalati dal tifo, dalla malaria, dalla lebbra, ma si rende conto che la vera malattia si chiama fame, sfruttamento, ingiustizia. 1975 tutti le copie del libro a fumetti sul Che vengono sequestrate, distrutte, bruciate. Guevara si sposta per l'America del Sud, ovunque vede miseria e desolazione. In Venezuela, in Bolivia. "L'America che Buenos Aires  nega, l'America terra dura, terra brulla, che sprofonda nelle miniere, il profitto agli altri, la silicosi per noi, vecchi a trent'anni, non importa più niente, neanche una donna, solo coca, e un bicchiere sull'altro". L'editore del fumetto viene ucciso. Guevara incontra a La Paz alcuni esiliati peronisti.

Si parla fino all'alba, si divide lo stesso dolore: ai loro occhi solo rovine, baracche, braccia stecchino, ventri gonfi, pidocchi ... America. Oesterheld, lo sceneggiatore della Historieta sud-americana viene rapito dagli squadroni della morte, scompare per sempre. Ernesto Guevara va in Guatemala, partecipa alla rivoluzione. Ricercato dagli uomini della C.I.A. si rifugia in Messico. Qui conosce Fidel Castro. Si organizza lo sbarco a Cuba. Alberto Breccia è minacciato, è costretto a buttare tutte le tavole originali e le copie del libro. Ma ne sotterra una nel suo giardino.

A Cuba scoppia la rivoluzione: Guevara guida le sue truppe, è medico e chirurgo, costruisce una scuola, fonda un giornale il "Cuba libre". Dopo sette anni Breccia può finalmente disseppellire la copia del libro, per darla ad un editore spagnolo che la pubblica, siamo nel 1987. Cuba è libera, Guevara è ministro dell'industria e poi direttore della banca nazionale di Cuba. Il primo banchiere al mondo in tuta militare, un sigaro in bocca, una mitraglia a fianco e una firma semplice che appare su tutti i suoi documenti: il "CHE".  Ma l'America applica il blocco, le compagnie cubane non vogliono distillare petrolio, bisogna espropriarle. Nel '61 è la guerra contro le truppe anticastriste. Il popolo resiste. Entra la Russia, il comunismo. Ognuno ha il suo gioco, scacchi e profitto e intanto il pidocchio e la fame.

La vera rivoluzione è solo dentro all'uomo: "Che ognuno pulisca il proprio marciapiede, e tutta la città risplenderà". Ma non basta, bisogna ributtarsi nella ferita, amare e trasformare l'amore in atti concreti. Guevara, il Che, è in Congo, contro i mercenari pagati dalle potenze colonialiste. In Bolivia di nuovo con i suoi, con il popolo... 1967, scuola di Higueras, viene ucciso. In Italia Jorge Vacca delle edizioni Topolin finalmente pubblica il libro. Lo stesso libro sepolto per sette anni. La stessa storia di sangue, morte e braccia stecchino. Non è fantasia, non è neppure la storia dei Romani o degli Etruschi. E' più recente, quasi cronaca, nostra quotidianità. Grido di denuncia, reportage. E' del '68. E' pubblicata da noi nel 1995. Sepolta per 27 anni. Ma d'altro canto si sa: il fumetto è solo distrazione, fantasia, tempo libero ... come si può pensare di metterlo all'altezza della "grande cultura". Della letteratura, della poesia, dell'arte. Come si può credere che possa parlare della vita, che vi possano essere dei temi sociali al suo interno. Esiste perché è business, guadagno, gioco. Lasciamo perdere, sono ben altre le cose di cui discutere, di cui vivere ... di cui morire.

Articolo di Marco Feo

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Ulteriori approfondimenti:

 Scheda autore: Breccia Alberto


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