Fumetti e tasse

Tonio Vinci

Nicola Pesce editore

Il fumettista tendenzialmente, ma non obbligatoriamente, ha una formazione di tipo umanistica e artistica. Ovvero nel suo percorso di studi ha, molto probabilmente, scelto di frequentare un liceo artistico e poi l'accademia di belle arti o una scuola di fumetto. Queste ultime si sono ampiamente diffuse sul territorio, offrendo una valida e solida preparazione tecnico professionale. Molto probabilmente il fumettista è abbastanza ritrosetto, se non allergico, alla materia finanziaria. Carte, documenti e scartoffie che non fanno che complicare la vita a chi vorrebbe solo dedicarsi in santa pace al disegno e al piacere dell'Arte. Quella del fumettista è una professione come tutte le altre, per quanto fantastica e bizzarra. Un professionista non può semplicemente saper disegnare bene ma deve anche saper gestire le componenti fiscali inerenti il suo lavoro.

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Ad aiutare i giovani esordienti nel campo dell'editoria, ma anche professionisti più rodati, ci ha pensato Nicola Pesce editore pubblicando questo utilissimo libretto che raccoglie gli articoli che Tonio Vinci aveva inizialmente scritto per la rivista Scuola di fumetto, rivisti e corretti in questa nuova veste editoriale. Con un linguaggio chiaro e comprensibile a tutti, assolutamente non tecnico, e avvalendosi di molti esempi che vengono pubblicati a corredo del testo, l'autore definisce prima di tutto le caratteristiche all'interno delle quali si configura da un punto di vista fiscale la figura dell'autore di fumetti. Ad esempio se un autore lavora esclusivamente realizzando tavole di fumetti che un editore poi pubblicherà, non è costretto ad emettere fattura e quindi ad aprire una partita Iva, con tutti i costi e gli oneri che questo comporta. Basterà una più semplice e comoda “ricevuta di cessione del diritto d’autore”, senza limiti di reddito. Non sarà costretto a pagare l'INPS per il contributo previdenziale ma potrà liberamente rivolgersi ad una pensione privata nei modi e nelle modalità a lui più congeniale.

Nel secondo capitolo viene spiegato come comportarsi nel caso si lavori per due stati differenti. Negli ultimi anni sono sempre di più gli autori italiani che collaborano con case editrici americane o francesi. Tramite il modello di attribuzione fiscale si evita di pagare le tasse due volte, per due paesi diversi.

Un introito molto importante per il disegnatore può derivare dalla vendita delle tavole originali, soprattutto quando l'autore si sarà fatto un nome e il suo lavoro potrà essere apprezzato tanto da divenire una sorta di pensione alternativa. Ecco perché al giovane esordiente non conviene sperperare il proprio patrimonio di disegni, magari per pochi spiccioli. Ma la normativa come configura questa attività commerciale? Ci viene chiaramente spiegato nel IV capitolo con puntuali rimandi ad articoli di legge. Nello stesso capitolo viene anche chiarito come deve comportarsi il giovane autore che vuole partecipare ad una fiera o a un mercatino mettendo in vendita i gadget di sua produzione: spallette, adesivi, cartoline, disegnini, ecc… Una moda che è sempre più frequente nelle manifestazioni fumettistiche. Ip prezzo della singola non deve essere superiore a 250,00 euro. In questi casi, è possibile vendere le proprie opere senza il bisogno di avere una partita iva. Per partecipare 

ai mercatini degli hobbisti, è necessario compilare una dichiarazione sostitutiva di atto notorio in cui si dichiara che si svolge questa attività in maniera occasionale. Bisogna avere un blocchetto di ricevute non fiscali (che si acquista in una cartoleria o negozio specializzato in prodotti per ufficio) e il totale di queste ricevute non deve superare i 5000,00 euro (l’indicazione che trattasi di corrispettivo relativo alla cessione di beni, compiuta quale attività commerciale occasionale di cui all’art. 67 lett. i) del D.P.R. n. 917/1986.

Nel sesto capitolo viene affrontato il problema del differente metodo di pagamento: a pagina (sistema solitamente usato per le pubblicazioni da edicola come quelle Disney e Bonelli) con un prezzo definito a forfait o con le Royalty (più diffuso per il mercato delle librerie) attraverso una percentuale calcolata sulle vendite che solitamente va dal 5 al 10%. In quest'ultimo caso l'autore può vedersi riconosciuto un anticipo sul lavoro da svolgere all'atto della firma del contratto. Non esiste un sistema migliore fra i due, tutto dipende dalle copie che l'editore riuscirà a vendere.

Il capitolo successivo spiega quando può essere utile aprire la partita IVA e cosa questo comporta. Viene quindi affrontato l'ostacolo problema della dichiarazione dei redditi, la ritenuta d'acconto, i bolli, i rimborsi, detrazioni e deduzioni, ecc. Il capitolo è molto preciso e puntuale sicuramente riuscirà a chiarire la maggior parte degli eventuali dubbi.

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