Blood: a Tale
Sceneggiatura di John Marc DeMatteis - disegni di Kent Williams
Blood: a Tale è una storia di vampiri in quanto i personaggi principali, ovvero Sangue (da cui il titolo Blood) e la sua compagna, sono appunto vampiri. Questa storia però si discosta dallo stereotipo di stampo Stokeriano della storia di vampiri, ma si tratta piuttosto di un racconto allegorico leggibile attraverso interpretazioni soggettive. Esso presenta una trama non lineare, che si delinea attraverso più piani spaziali e temporali e la maggior parte degli avvenimenti che riguardano Sangue succedono in un ambiente che non ha né spazio né tempo definiti, ma possiede un atmosfera ancestrale e magica.
La trama si svolge attraverso quattro volumi e viene presentata attraverso tre differenti livelli, i quali però, col procedere della storia, si intrecceranno disponendosi su un unico piano, senza né un inizio né una fine, richiamando l’allegoria dell’Uroboro, il serpente che si morde la coda. Il primo di questi livelli è esterno alla storia di Sangue, ma descrive l’esistenza surreale dei narratori della storia; il secondo, quello principale, coincide con gli avvenimenti che vedono coinvolto il protagonista della storia ed è quello che ricopre la maggior parte del tempo di lettura; il terzo infine è un viaggio onirico in una realtà diversa da quello in cui si muovono i personaggi, ed è presente soltanto all’interno del terzo volume.
Il primo livello di trama rappresenta l’introduzione di ognuno dei volumi della graphic novel in cui il personaggio principale è il Re, un vecchio sovrano cieco costretto a letto in uno stato che è molto simile a quello della morte apparente. Il Re vorrebbe poter finalmente porre fine alla sua esistenza, ma non ne è in grado perchè sente di non aver raggiunto un obbiettivo finale che possa concludere la sua vita. L’estenuante linearità della sua esistenza viene spezzata una notte dall’apparizione di una fanciulla che inizia il racconto che coincide con la trama centrale del fumetto, la vita di Sangue. Questa storia prosegue per quattro diverse notti e viene narrato sempre da una figura femminile che ogni volta assume le sembianze di un personaggio differente: la prima è una fanciulla, che poi diventa la moglie del Re la quale trasformerà il marito in corvo e sé stessa in colomba la terza notte e la quarta in generiche essenze di uomo e donna, finalmente liberi dai legami terreni e riavvicinati nella purezza del loro sentimento.
Questa storia ha lo scopo di spiegare il senso della vita in modo tale da riappacificare l’animo del Re, che è la metafora dell’uomo che ha perso il senso della sua vita e vorrebbe raggiungere i suoi obiettivi prima di poter finalmente concludere la sua esistenza con la morte. La vita umana viene narrata attraverso la crescita del personaggio principale, Sangue, che deve superare differenti ostacoli e lotte interiori prima di raggiungere la saggezza.
La trama
Sangue è un bambino ancora senza nome quando sua madre, accompagnata a sua volta dalla propria madre anziana, lo porta verso una grotta, un monastero abitato da sacerdoti dai quali il bambino è tenuto ricevere la giusta educazione. Separato dalla madre, il giovane protagonista trascorre in questo luogo gli anni successivi, sotto la guida e gli insegnamenti di due sacerdoti, rispettivamente Fratello e Padre. Al ragazzo non è permesso fare alcuna domanda riguardo al luogo in cui si trova: egli accetta questa condizione durante gli anni della sua prima giovinezza, ma una volta raggiunta l’età della ragione il protagonista si ribella ai suoi maestri e fugge dalla grotta con l’intenzione di scoprire il mondo esterno.
Raggiunge così la Valle del Dolore, un luogo in cui regna il disagio e la malattia tra la gente. La visione di questa situazione fa nascere in lui un indefinibile sentimento, la “Cosa Senza Nome”, il quale viene però percepito dagli abitanti del luogo, che iniziarono a pregarlo di aiutarli. Nota questa sua particolare aura anche l’anziano del posto, il Vecchio, una figura divina che battezza il giovane uomo con il sangue di un corvo per mezzo di un rituale magico. Il protagonista viene a questo punto nominato Sangue, un nome che ha la forza di un marchio indelebile. Quest’ultimo, orripilato dalla strana funzione, uccide il Vecchio scambiandolo per un pazzo, e fugge.
A seguirlo c’è Piccolo, un omuncolo che si muove trattenuto a mezz’aria da marchingegni volanti: egli è sempre stato a fianco del Vecchio, e a questo punto il suo destino è quello di seguire il suo erede. Sangue prosegue fino ad arrivare ad una foresta, luogo che a detta del Piccolo è popolata da vampiri, e qui viene abbandonato dal compagno. I vampiri non tardano ad arrivare: si tratta di mostri dai denti aguzzi che vivono in gruppi e hanno uno stile di vita simile a quello preistorico. Essi lo reclamano come fratello ma Sangue capisce di essere diverso, e così fugge lontano seppur in preda ad una crescente fame.
La fuga prosegue fino all’inaspettato incontro di una giovane donna, bellissima e avvenente, della quale Sangue inizia fin da subito a provare una forte attrazione. Ella gli confida di essere vampira come lui, non come i mostri della foresta e gli offre il seno per nutrirlo del suo stesso sangue. I due si legano in un rapporto simbiotico in cui Sangue necessita dell’amore fisico della Donna (rappresentato dall’atto di nutrirsi del suo sangue) e lei della vicinanza spirituale dell’uomo.
In viaggio verso l’origine di una particolare musica che si sente nell’aria Sangue e la Donna incontrano nuovamente il Piccolo, che si unisce a loro definitivamente. Lungo il cammino trovano un aereo abbandonato in mezzo alla neve e si insediano al suo interno per ripararsi dal freddo dell’inverno. Qui dentro Sangue vede una scala che conduce in alto verso un ambiente illuminato; costretto dalla curiosità decide di salire per conoscere il luogo in cui porta. In realtà la scala è un portale dimensionale e Sangue, attraversandola, si vede inconsciamente teletrasportato all’interno di una nuova vita, questa volta in un ambiente cittadino uguale alla nostra realtà. Il protagonista è un uomo comune che vive la sua vita tra il lavoro e il succedersi di varie relazioni amorose, tutte accomunate da un senso di amarezza causato dall’ossessione del tradimento. Quando questo presentimento si concretizza Sangue scappa da casa, desiderando al tempo stesso di fuggire dalla sua stessa vita. Per strada però trova uno strano uomo coperto di bende, che lo ferma: è il Vecchio, apparso per farlo ritornare alla sua vita reale, risvegliandolo da questa sorta di sogno che è servito a fargli prendere coscienza della caducità dell’amore.
Tornato nel suo tempo, la Donna e il Piccolo lo accolgono dicendo che la sua assenza è durata circa sei mesi, ma Sangue non vuole perdere tempo; decide di proseguire la ricerca della fonte della musica e i suoi due compagni lo seguono a ruota. Il sole primaverile risulta mortale per i vampiri e il Piccolo è costretto a portarli verso un’antica grotta dalla quale inoltre sembra proprio provenire la melodia che attrae Sangue così fortemente. Una volta aperto, dall’ingresso della grotta sgorga un immenso fiume di sangue che rinvigorisce i vampiri ma soffoca il Piccolo che muore. La Donna non accetta il destino dell’omuncolo, che si è sacrificato per loro ed è fortemente intenzionata a raggiungere l’Isola della Morte per poterlo portare indietro e ridargli la vita. I due si mettono in viaggio e nel mentre Sangue fa una spiacevole scoperta: durante l’assenza la sua compagna lo ha tradito con il Piccolo, proprio come avveniva nell’onirica realtà cittadina. Il vampiro è furioso, vorrebbe abbandonare la Donna, ma lei lo supplica di rimanere dicendo che l’amore che prova nei suoi confronti è ancora intatto.
Una volta giunti a destinazione Sangue rivede tutte le ombre del suo passato: la Madre, la Vecchia, Fratello, Padre e il Piccolo che danzano al suono della Musica. La compagna del vampiro attira la sua attenzione facendogli notare che durante il viaggio il suo grembo è cresciuto e ora è pronto a partorire un bambino, figlio che dice essere suo. Il parto però risulta essere fatale per la Donna e Sangue, incapace di accettare la realtà, scaglia lontano il neonato, e piange la sua amata fino quando di lei non rimane neanche un frammento e lui è diventato ormai vecchio. A questo punto all’anziano vampiro non resta altro che proseguire il suo viaggio in cerca di un nuovo obiettivo, in particolare di qualcosa che gli permetta di terminare la sua esistenza. Giunge ad un monte, sulla cui cima si erge un edificio, chiamato la Tomba. Qui Sangue trova la raffigurazione del Vecchio che prende vita dicendogli che lui stesso è la Musica. Sangue viene sommerso dalla melodia e finalmente riesce a comprenderne il significato: Sangue non è altri che il successore del Vecchio e l’unico modo per completare la sua vita è prenderne il posto nella Valle del Dolore. A questo punto il protagonista è pronto ad aiutare la gente che sta soffrendo a causa dei suoi stessi problemi esistenziali, fino al momento in cui un nuovo erede, in questo caso il figlio partorito dalla Donna, giungerà e lui potrà finalmente abbandonarsi alla serenità della morte.
I personaggi
I personaggi principali di Blood: a Tale sono vampiri, ma la loro natura, che i loro nomi, sono allegorici e posseggono significati interpretabili in modi differenti. L’autore fa di questa storia la metafora della vita dell’uomo, che nasce con il dolore della madre, viene affidato alle cure di maestri che lo istruiscono e poi parte solo per affrontare la sua vera e difficile vita, incontrando obbligatoriamente una serie di eventi spiacevoli, che tuttavia sono necessari per renderlo forte e disilluso. L’autore sottolinea in particolar modo l’importanza delle relazioni amorose, che spesso si tramutano in legami morbosi, ricchi di gelosia e tradimenti, ma che comunque restano indispensabili per il sostentamento sia di una che dell’altra parte della coppia.
La metafora del vampiro rappresenta proprio la natura umana e il rapporto che l’uomo crea con la sua donna: come un vampiro non può fare a meno del sangue degli esseri viventi, anche il protagonista della storia ha bisogno della sua compagna, che oltretutto, lo nutre letteralmente con il sangue del suo petto. Viceversa anche la donna non può vivere senza il suo compagno ed è disposta a seguirlo ovunque lui vada pur di stare con lui, che a lei piaccia o meno.
DeMatteis utilizza nomi archetipici per i suoi personaggi. Essi infatti non sono personaggi concretamente definiti, ma sono piuttosto l’incarnazione di modelli onnipresenti in qualsiasi civiltà umana, ognuno dei quali svolge il proprio ruolo.
Sangue
E’il protagonista della storia. Il suo nome è dovuto alla sua natura di vampiro e quindi al fatto che per lui il sangue rappresenta il nutriente massimo per poter vivere. Il nome “Sangue” gli è stato dato dal Vecchio, che lo ha riconosciuto come il predestinato a prendere le sue veci e lo ha battezzato appunto nel sangue, trasmettendogli anche il vampirismo. La graphic novel narra del viaggio che Sangue fa in un mondo sconosciuto, affrontando una serie di fatti tragici che plasmeranno la sua anima in modo tale da conferirgli la conoscenza e la saggezza tali da farlo diventare il nuovo Vecchio, pronto a donare aiuto ai bisognosi e a dare il battesimo a suo figlio. Sangue è un messia, ma se ne renderà conto solamente alla fine della sua vita, metafora di percorso di iniziazione che ha come meta il raggiungimento della verità.
Il Vecchio
E’un uomo anziano che Sangue incontra per la prima volta nella Valle del Dolore e che comparirà a più riprese in tutto il corso del viaggio, fino al momento culminante, nel quale Sangue stesso prenderà il suo posto. E’un personaggio ieratico, il capo di una società primordiale e che sembra essere in grado di governarne le energie in quanto ormai a piena conoscenza del ciclo che governa l’universo. Rappresenta la saggezza degli anziani che, nonostante la debolezza fisica (è Sangue stesso ad ucciderlo subito dopo il suo battesimo) possiede un’incommensurabile potenza mentale.
La Donna
Come Sangue è una vampira, ma non è primitiva con sembianze mostruose come i vampiri della Foresta, anzi, ha l’aspetto di una fanciulla giovane, bella e seducente, e il protagonista ne è profondamente attratto fin dal primo sguardo. Lei diventa la compagna prediletta di Sangue, lo nutre, lo ama, e gli fa conoscere i piaceri fisici e mentali dell’amore tra due persone. La Donna però possiede anche un lato velenoso: l’amore per il suo compagno viene dimostrato in ogni istante, ma non mostra reticenza a tradirlo nel momento della sua assenza. Sembra quasi che per lei l’importanza di avere qualcuno che la riscaldi e condivida con lei il proprio sangue sia più importante della fedeltà mostrata verso un unico compagno. Morirà partorendo il figlio di Sangue confermando così il termine del suo ruolo di amante.
Il Piccolo
E’un omuncolo con la testa di un uomo e il corpo di un bambino, che fluttua per mezzo della sua tuta volante. E’una creatura visibilmente inumana, e rappresenta l’incarnazione terrena dell’angelo custode. Egli infatti è l’eterno accompagnatore dell’eletto (da compagno del Vecchio, inizia a seguire Sangue nel momento della sua morte), è consigliere razionale, ma spesso distrae il suo compagno dalla via che deve seguire, come se lo invogliasse a rinunciare al suo percorso ricco di pericoli per fermarsi e godersi una realtà più tranquilla, ma sicuramente più vuota. Tradisce Sangue con la sua Donna nel momento della sua assenza, ma non si tira indietro quando deve dare la sua vita per salvare quella dei suoi amici.
Padre e Fratello
Sono rispettivamente i nomi dei sacerdoti che accolgono Sangue nel monastero in cui dovrà passare i primi anni della sua vita. Essi sono i maestri, quelli che preparano la sua mente e il suo corpo alle difficoltà che in futuro dovrà affrontare da solo: il fatto di non dare risposta alle domande del giovane e di punirlo nel momento in cui lui chiede significa che la conoscenza vera va appresa da soli e che non esistono scorciatoie per apprendere le risposte anzitempo.
Gli autori
Blood: A Tale è una graphic novel pubblicata in primo luogo dalla casa editrice americana Marvel Comics sotto la sua etichetta Epic nel 1987 e successivamente ristampata dall’etichetta della DC Comics Vertigo nel 1996.
L’autore della storia è John Marc DeMatteis, sceneggiatore di fumetti statunitense noto per i cicli di storie uscite per la Marvel e la DC Comics e riguardanti i relativi supereroi quali Spiderman, Capitan America, Daredevil (Marvel) e la Justice League (DC).
Le principali passioni di DeMatteis furono fin dalla giovane età la musica e il disegno. Suonò in alcune band come chitarrista e vocalist e scrisse numerosi testi per i brani; successivamente si dedicò al disegno e la sue doti artistiche gli permisero di accedere alla School of Visual Art di New York. Cause non ben definite, ma probabilmente dovute a problemi economici, lo portarono però presto a dover lasciare la scuola e così facendo anche la sua abilità nel disegno finì con il deteriorasi. Fu a questo punto che DeMatteis iniziò a dedicarsi principalmente alla scrittura dando così inizio alla sua carriera di sceneggiatore.
I suoi primi lavoro gli furono commissionati dalla DC Comics ed ebbero tutti un taglio piuttosto horror. E’importante citare I…Vampire altra famosa opera sceneggiata da DeMatteis nel 1981. Contemporaneamente al suo lavoro come sceneggiatore DeMatteis lavorò anche come critico musicale.
E’ nel 1984 che scrisse lo story-line per Blood: a Tale ed affidò la parte grafica al pittore Kent Williams, che illustrò la graphic novel interamente ad acquerello.
Negli anni Novanta fu proprio grazie a DeMatteis che nacque l’etichetta Vertigo sotto la casa madre Marvel: questa etichetta racchiude in sé fumetti dal target rivolto verso un pubblico adulto in quanto contenenti temi più profondi, complessi e con elementi violenti e/o riguardanti l’ambito sessuale in maniera più esplicita. De Matteis infatti realizzò anche comics non supereroici, contrassegnati da atmosfere visionarie ed esoteriche (l’autore è influenzato dalle filosofie orientali e dalla controcultura dei sixties, citazioni che si possono ritrovare anche all’interno di Blood: a Tale), sofisticati e adulti nei toni.
Nel corso del Duemila, oltre a proseguire i suoi lavori principali con la Marvel e la DC, collaborò anche nella realizzazione di serie animate per bambini, tra le quali compaiono quelle di Cartoon Network come “Be-Cool” e “Scooby Doo”.
Il disegnatore e illustratore della graphic novel è invece l’artista americano Kent Williams. Originario del North Carolina si laureò nel 1984 alla Pratt Institute di New York. Durante la sua carriera artistica spaziò in vari campi grafici come pittura, fotografia, architettura, design e cinematografia. Tra le sue opere più importanti in ambito fumettistico ci sono collaborazioni con la Marvel Comics, in particolare per essere stato regolare illustratore della rivista Epic Illustrated, collaboratore nella serie Wolverine di Walt e Louise Simonson, e copertinista di Hellblazers.
Williams è anche stato insegnante alla Pratt Institutes da lui frequentata, alla california College of the Arts di San Francisco e alla East Carolina University di Greenville, nel North Carolina. Attualmente vive a Los Angeles ed è insegnante di pittura all’Art Center College of Design di Pasadena, California. Tra i premi ricevuti da Kent Williams ci sono il Yellow Kid Award e il premio di Lucca Comics and Games in Italia.
Approccio stilistico e narrativo
Lo stile grafico di Blood: a Tale si discosta dal tradizionale stile del fumetto americano. Kent Williams illustra il fumetto utilizzando la tecnica dell’acquerello che permette di creare atmosfere surreali dal forte impatto visivo che ben si adattano all’atmosfera ancestrale e indefinita della storia. Spesso si nota come il rosso, ovvero il rimando all’elemento del sangue, venga evidenziato con il colore puro, proprio per sottolinearne l’importanza e aumentare il phatos del momento descritto. In alcuni momenti oltre agli acquerelli Williams ricorre al pennino e alla china nera per definire certi dettagli, come fili di capelli, contorni dei corpi, ornamenti di abiti e sfondi. Il livello della trama che riguarda il sogno del Re è interamente realizzata in bianco e nero, con china su carta bianca.
Il layout della storia non viene costruito secondo una gabbia regolare ma tende piuttosto ad adattarsi alla narrazione del momento. Sono frequenti vignette a tutta pagina, utilizzate nei momenti più impressionanti e d’impatto, creando nel lettore un senso di shock. La gabbia presenta spesso elementi che si sovrappongono tra una vignetta e l’altra, come balloons, onomatopee e personaggi che superano il confine della pagina. Lo spazio tra le vignette, altrimenti molto importante nella letteratura a fumetti, perché contiene l’intero lasso di tempo che intercorre tra una scena e l’altra, qui non è così rigido, ma viene superato facilmente andando a sottolineare ulteriormente l’adimensionalità dell’ambientazione. In conclusione la gabbia scelta per Blood: A Tale è di tipo decorativo e per quanto essa non renda particolarmente complessa la lettura serve per elevare la narrazione per immagini ad un piano superiore a quello della narrazione letteraria. Il tempo dedicato alla contemplazione degli acquerelli di Williams è alto e ciò implica un ritmo di lettura medio-lento.
In ultima analisi è importante osservare il lettering che possiede parti realizzate a mano e volutamente irregolari. Nel complesso i dialoghi non sono così frequenti, e di conseguenza le pagine sono generalmente povere di balloons, ma molta importanza viene data alla didascalia, che coincide con il flusso di pensieri del personaggio principale, che risulta in questo modo narratore della sua stessa storia.
Articolo di Beatrice Ramella
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