Il cacciatore
Storia e disegni di Yves Swolfs
GP comics
GP comics ha pubblicato nei mesi di Novembre 2011, Dicembre 2011 e Gennaio 2012 una miniserie in tre albi, dal titolo “Il cacciatore”. I volumi, distribuiti in edicola, sono di novantasei pagine, stampati in bianco e nero, nel classico formato bonelliano. La serie, originariamente edita in Francia dalla Glenat che ne detiene i diritti, in oltralpe era stampata in sei volumi a colori.
Protagonista della storia è una famiglia di cacciatori di vampiri: la casata maledetta dei Rougemont. Discendenti di messer Jehan Rougemont, che per primo fu colpito dalla dannazione del vampiro, da secoli cercano invano di distruggere Kergan, un pericoloso vampiro, loro acerrimo nemico. Messer Jehan Rougemont è un nobile signore, sovrano di terre innevate. Alla sua corte giunge in una notte gelida, un musico viandante, in realtà il signore della notte che maledirà la sua stirpe. Kergan, approfittando dei contrasti fra il signore del castello e sua moglie, uccide la giovane donna bevendone il sangue e trasformandola in vampiro. Nel seguito della storia vedremo che il vampiro sfrutterà sempre le debolezze caratteriali o spirituali dei suo avversari, le loro paure, le loro colpe, le loro timidezze, per sopraffarli. Solo un animo puro e sicuro di se, potrà vincere le forze del male incarnate dal vampiro. Messer Jehan Rougemont non crede ai vampiri e inizialmente non ascolta i consigli di frate Thibaut, il monaco del feudo. Per questo madonna Marianne rinasce dalla tomba ed incomincia ogni notte a far strage fra i contadini della zona. Il nobile è costretto al fine ad ascoltare il vecchio frate e a compiere un rito drammatico che riporterà nella tomba la sua amata moglie. Dopo aver compiuto questo triste atto, il cavaliere si mette sulle tracce del suo acerrimo nemico e giura che, finchè non lo avrà distrutto, ne lui, ne la sua stirpe, si fermeranno.
Su questa traccia si sviluppa la narrazione della serie: l’autore sfrutta lo spunto narrativo del signore della notte che vive in eterno rigenerandosi ogni volta con il sangue delle sue vittime, per fargli affrontare tutti i discendenti di casa Rougemont, e spostare la narrazione attraverso i secoli.
Conosciamo così ad esempio frate Aymar de Rougemont l’inquisitore, che si scontrerà con il signore della notte nell’affascinante, romantica e crepuscolare città di Venezia (poteva mancare, in una serie di vampiri, il fascino di calli, canali, cortili e ponticelli della tipica città lagunare?). Attraverso i secoli medievali i discendenti della famiglia tentano invano di distruggere il loro acerrimo nemico, ma questo si rivela ogni volta più furbo, astuto e forte di loro, portando sempre alla morte, tutti coloro che cercano di opporsi al suo volere. Arrivando infine agli anni ‘30 del secolo scorso, dove la saga raggiunge la sua conclusione, nel castello di Kergan, in un aspro conflitto fra zingari e nazisti, interessati a scoprire nuove forme per la conquista del mondo, senza disdegnare le forze dell’occulto (tra gli altri il reichfuhrer Himmler).
Nel fumetto di Yves Swolfs la figura del vampiro risente ampiamente della classica struttura creata da Bram Stoker nel celebre romanzo “Dracula”, rielaborata in decine, anzi centinaia di racconti, pellicole e fumetti: personaggio ombroso, affascinante quanto terribile, predilige giovani fanciulle per succhiarne la linfa vitale (nascondendo una forte carica sessuale di cui la serie a fumetti si avvale fortemente).
I disegni dell'autore sono bellissimi ed arricchiscono ampiamente il prodotto. Lo stile di Yves Swolfs è evidentemente legato ai classici disegnatori della linea chiara e del fumetto francese (e non solo): Moebius (soprattutto nei volti), Schuiten (nella costruzione delle vignette), Colin Wilson (nel dinamico tratteggio). Nelle sue tavole il chiaroscuro, fortemente caratterizzato da un segno modulato, riesce a conferire alle vignette una forte plasticità e tridimensionalità, con cui Yves Swolfs dona atmosfera agli sfondi e alle ambientazioni. Nelle sue pagine il paesaggio parla e recita quanto i personaggi. Peccato che l'edizione italiana non ci permetta di godere della stessa qualità dell’impostazione francese. In pagine di più ampio formato i dettagli del disegno sarebbero risaltati con maggiore forza. D’altro canto è da approvare il tentativo della GP di proporre un volume che in Italia, nel formato da libreria, avrebbe venduto solo poche migliaia di copie mentre in edicola tenta una diffusione maggiore. Speriamo che prossimamente la casa editrice vorrà permettere agli appassionati di poterne godere anche in un formato più ampio.
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Edizione italiana GP comics
Articolo di Masco