vampiri

Daybreakers – L'ultimo vampiro

Sceneggiatura e regia: Michael & Peter Spiering

Cast: Ethan Hawke, Willem Dafoe e Sam Neill.

Anno: 2009

Distributore: Fox

Nel 2019, un'epidemia ha colpito la popolazione del nostro pianeta trasformando la maggior parte degli esseri umani in vampiri (senza saperlo i fratelli Spiering hanno previsto l'avvento del covid che ha poi realmente imperversato in tutto il pianeta). Solo una minima parte della popolazione è rimasta immune. I pochi superstiti si nascondono per non farsi catturare e divenire scorta di cibo. C’è addirittura una campagna promozionale di manifesti che incita i vampiri alla loro caccia. Gli umani liberi sono costretti a una vita nomade per sfuggire alle unità speciali che li cacciano. I vampiri hanno preso il controllo della società, vivendo e lavorando esclusivamente di notte, a scuola si va di notte, così come la maggior parte delle attività quotidiane vengono svolte dopo il calar del sole che, come sappiamo, risulta nocivo ai succhia sangue. Per gli spostamenti giornalieri i vampiri si affidano a speciali veicoli attrezzati per la guida diurna, che filtrano la luce ultravioletta.

Essendo poco il sangue disponibile i vampiri si sono adattati a bere caffè mescolato con sangue umano. Tuttavia, l'aumento della richiesta di sangue scatena violenti conflitti in tutto il mondo. Le rivolte si scatenano contro i governi che vengono accusati di non trovare una soluzione alla crescente domanda di siero. La situazione è critica: i vampiri protestano e manifestano a causa della loro fame insaziabile. Le scorte di plasma umano non sono più sufficienti a soddisfare le loro esigenze, costringendoli a bere il sangue dei propri simili. Questo comporta una metamorfosi che li trasforma in creature mostruose chiamate Subsiders: orripilanti esseri dalle orecchie appuntite, la fronte allungata e le ali, che ricordano i Gargoyles delle torri gotiche. Questa carestia di sangue scatena rivolte e divide le frange sociali, da una parte orde affamate di mendicanti e dall’altra i ricchi che centellinano il poco sangue rimasto.

Un gruppo di scienziati, tra cui il vampiro Edward Dalton, che rifiuta di bere sangue umano, viene incaricato di creare un surrogato artificiale per il sangue al fine di salvare la razza dominante. Spinto dal suo istinto e dall'incontro con un gruppo di umani ribelli, Edward si mette alla ricerca di una cura per l'epidemia. Incontra anche Elvis, un vampiro che, stranamente, è tornato ad essere umano.

La cura viene finalmente trovata: esponendosi al sole e poi spegnendo le fiamme che per autocombustione distruggono l'epidermide del vampiro, questo può tornare ad essere un essere umano. Edward sperimenta la cura e si trasforma ritrovando la sua umanità. Tuttavia la situazione è ancora molto intricata, poiché Charles Bromley, un potente capitalista del sangue, aiutato dall'esercito, cerca di sabotare i loro piani.

Daybreakers

Contiene spoiler

I soldati catturano Alison, la figlia di Bromley, insieme ad altri umani. Contro la sua volontà, Alison viene trasformata in vampiro da Frankie, il fratello di Edward. Nel frattempo, Edward, Elvis e Audrey arrivano in città e chiedono aiuto a Christopher Caruso, un collega di Edward, che però li tradirà portanto alla cattura della ragazza.

Alison, desiderosa di vendetta contro suo padre, si nutre del proprio sangue e si trasforma anch'essa in una creatura mostruosa. Viene poi giustiziata insieme ad altri Subsiders, esposti alla luce del sole. Questo evento sembra suscitare dei dubbi in Frankie. Si unisce ad Edward ed Elvis, ma morde al collo Elvis. Edward si consegna a Bromley e finge di arrendersi. Quest'ultimo lo azzanna nella speranza di trasformarlo di nuovo in vampiro, ma invece si trasforma lui stesso in un essere umano. Il sangue di un vampiro che diventa umano, sorprendentemente, rappresenta anch'esso una cura per tornare alla condizione normale. Edward libera Audrey mentre Bromley, ormai un semplice uomo, viene lasciato alla furia dei soldati vampiro che lo divorano, finendo poi per trasformarsi a loro volta. Caruso fa un'entrata improvvisa e uccide gli ultimi soldati umani rimasti dopo la spietata carneficina di gruppo. Purtroppo, Frankie perde la vita in modo violento, letteralmente sbranato. Caruso, convinto che non esista una cura, viene poi ucciso da Elvis.

Nell'ultima scena, mentre i nostri eroi sono a bordo di un'auto, una voce fuori campo celebra la speranza di riportare la normalità sulla Terra, ora che la cura è stata finalmente scoperta.

 

Fracchia contro Dracula

Prendete i più tipici stilemi dell’immaginario vampirico: il villaggio contadino medioevale popolato da giovani, avvenenti e disponibili fanciulle pronte ad abbandonare la loro verginità pur di non esser preda del famelico conte Dracula; mefitiche corone di aglio appese alle finestre; paletti di frassino; il terrore che si diffonde al solo sentir pronunciare il nome del malefico conte; la carrozza trainata da neri cavalli senza guida; il lupo che ulula nella notte; il castello terrificante abitato da un maggiordomo cieco (doppio gioco con “ceco” abitante della Cecoslovacchia) e l’immancabile perfido e gobbo Igor (Mel Brooks fa storia)… a tutto questo aggiungete il mostro di Frankenstein e una folla di zombie, miscelate il tutto con la proverbiale sfortuna di Fracchia, che veste in questo caso i panni di un inetto venditore di immobili il cui unico cliente è l’immancabile ragionier Filini (più miope e puntiglioso che mai) che abbiamo imparato a conoscere nella serie cinematografica di Fantozzi. Tutti questi ingredienti vi permetteranno di ottenere una delle più divertenti e spassose parodie del racconto stokeriano. A salvare i poveri protagonisti dal crudele signore della notte giunge una cacciatrice di vampiri che entra in scena a bordo di una scassata Fiat Panda, indossando un improbabile maglione anni ottanta di colore blu, supportata da una colonna sonora evidentemente ispirata a Indiana Jones.

Pur rientrando nel filone più parodistico, la pellicola è ben strutturata e offre diversi spunti per farsi qualche serena risata. Anche perché, come dice il proverbio, il riso fa buon sangue!

fracchia contro dracula

Data di uscita: 20 dicembre 1985

Regia: Neri Parenti

1 ora e 34 minuti

Interpreti: Paolo Villaggio, Edmund Purdom, Gigi Reder, Ania Pieroni

fracchia contro dracula2

Kiss of the damned

Un film di Xan Cassavetes. Con Josephine de la Baume, Milo Ventimiglia, Roxane Mesquida, Michael Rapaport, Anna Mouglalis.

Durata 97 min. - USA 2013

Sulle rive di un bellissimo lago sorge un’antica dimora dove trascorre la sua esistenza appartata e riservata un’altrettanto vecchia ma bellissima vampira di nome Djuna, splendidamente conservata nel corpo di una giovane donna dai capelli rossi. Il riferimento al racconto “Carmilla” di Sheridan Le Fanu del 1872 è ovvio ed è solo uno dei classici stereotipi sui vampiri di cui è intrisa la pellicola, soprattutto nella sua costruzione iniziale. Vediamone alcune. La vampira giustifica la sua riservatezza, alle poche persone con cui deve entrare in contatto, ad esempio nel piccolo paese distante qualche chilometro dalla sua abitazione, con la scusa di essere affetta da una rara malattia che le impedisce di prendere i raggi solari. Per nascondere la sua effettiva rendita economica finge di essere una traduttrice grazie alla conoscenza di molte lingue, ovviamente celando la sua reale età, circa un secolo, che è il vero motivo del suo sapere e del suo benessere economico. Si nutre del sangue degli animali che caccia durante la notte nei boschi che circondano la sua abitazione, questo per non commettere omicidi che possano turbare la sua copertura e soprattutto la sua tranquilla vita quotidiana. Il fatto di aver rinunciato da tempo al sangue umano, come vedremo nel corso del film, indebolisce i vampiri, rendendoli facile prede di chi fra loro decide di non rispettare queste regole di condotta morale. La governante di Djuna, serva fedele, ha una particolare composizione del plasma del sangue che non attira i vampiri. Ciò la rende incolume e nello stesso tempo un aiuto indispensabile per il clan dei vampiri.

Un bel giorno, all’improvviso la tranquilla e monotona quotidianità di Djuna si rompe con l’entrata in scena di un giovane ed affascinante scrittore di sceneggiature cinematografiche. Il suo nome è Paolo ed è giunto da poco sul lago per cercare un luogo isolato in cui potersi concentrare per scrivere il suo ultimo lavoro. Fra i due sboccia una focosa e particolare attrazione. Lei inizialmente lo scaccia perché teme i suoi sentimenti. Non vuole infettarlo, non vuole condannarlo trasformandolo in un vampiro e sa bene che non potrà resistere al desiderio di farlo se gli starà troppo vicino. Lui è tenace, vuole scoprire il segreto che custodisce quella bellissima ragazza e alla fine la convince a concedersi o forse proprio il contrario, le si concede. Il regista gioca su questo passaggio, ribaltando i tradizionali ruoli del corteggiamento che vogliono l’uomo come colui che per primo si fa avanti: l’uomo da conquistatore diventa preda conquistata, o vittima che si immola, per diventare vampiro.

Kiss of the damned

A bilanciare, nella narrazione, la vampira “bianca”, ovvero tutto sommato buona per come ci è stata fin qui descritta, sopraggiunge in scena la sorella di lei che, come vuole la legge del contrappasso, è esattamente l’opposto di Djuna: bruna di capelli, assetata di sangue, senza scrupoli ne limiti, dedita a cogliere della vita solo veloci e fugaci piaceri che lasciano il vuoto dentro di lei. L’avvenente vampira cerca le vittime fra i giovani della città senza preoccuparsi delle conseguenze che possono derivare dai suoi atti criminali, spesso senza neppure degnarsi di occultare i cadaveri dei malcapitati che hanno la disgrazia di cadere sotto lo sguardo magnetico dei suoi agghiaccianti occhi verdi.

La seconda parte della pellicola è dedicata al clan dei vampiri, fra i quali si distingue l’arci-vampira Xenia, guida e mentore della congregazione. Tutti i vampiri della zona vengono invitati ad un gran ricevimento che si svolge in una sontuosa villa. Xenia fa la cantante lirica, ama atteggiarsi da grande artista e assume su di se il controllo della comunità dei “signori della notte”. Verso la fine della serata un gruppo ristretto di invitati, fra cui i due protagonisti Paolo e Djuna, si intrattiene per discutere sul ruolo dei vampiri nella società: è l’occasione per il regista di riflettere sul tema del vampirismo che pare essergli caro. I vampiri sono una congrega a livello mondiale, anche se vivono in diverse parti del mondo, formano una comunità molto unita e solidale. Sono insoddisfatti del ruolo da “mostri” in cui la società umana gli ha relegati. Si sentono specie dominante, forti, eppure sono costretti a nascondersi per poter sopravvivere quietamente. Hanno imparato dagli errori del passato, quando un atteggiamento troppo sfrontato e dissoluto ha condannato alcuni di loro sulle forche degli uomini. Ora vivono nutrendosi di sangue animale o grazie a contate dosi di siero che riesco ad avere grazie ad appoggi nel settore militare e sanitario. La discussione dei vampiri si concentra sul fatto che anche gli uomini hanno occupato e trasformato il mondo in base ai loro bisogni, in quanto specie dominante. Ma poi hanno creato regole che permettessero di limitare i loro istinti più brutali per costruire, sugli aspetti culturali, una società migliore. Non rispettare le regole comporta una punizione. L’ordine costituito ha spronato gli esseri umani a valorizzare la loro umanità, ad accrescere la loro sensibilità, raggiungendo quanto vi sia in loro di positivo al pari degli istinti.

Ma nulla è così distinto e chiaro, nulla è facile da schematizzare, la vita è sempre più complicata.

Paolo, lo scrittore divenuto da poco vampiro, deve ancora imparare a controllare le sue pulsioni, a muoversi in un mondo e con un corpo che ha poteri che gli sono ancora estranei.

L’agente letterario di Paolo, non riuscendo a contattare il suo scrittore da diversi giorni decide di raggiungerlo nella località in cui si è trasferito. In quanto umano dovrebbe rappresentare l’opposto del male, simbolo incarnato solitamente dal vampiro. Anche qui invece le parti vengono capovolte.  L’agente di Paolo vive lasciandosi andare ai vizi più sfrenati come alcol, fumo, droga e sesso, lo fa però in maniera impacciata, inadatta, come se l’eleganza del male e della perdizione fosse riservata solo ai vampiri.

Xenia che sembrava guidare la comunità vampirica con saggezza e rigore, consigliando le anime più smarrite e sistemando i pasticci che alcuni di loro a volte commettevano, si dimostra invece principalmente preoccupata del suo successo come attrice e cantante. Forse è proprio sotto queste finte ali che ha nascosto i le sue pulsioni più bestiali. Ma qualcuno giocherà per risvegliarle.

E lei? La protagonista? Cosa nasconde nel suo passato, qual è il mistero che la sorella continua a rinfacciarle con sarcasmo? Quali amori disperati ha avuto nella sua lunga vita e quali menzogne vengono nascoste sotto tanta grazia?

La leggenda del cacciatore di vampiri

Negli anni ‘50 e ‘60 si è sviluppato un particolare genere cinematografico di argomento fantascientifico-horror, le cui pellicole sono oggi considerate “cult” dagli appassionati e dai critici. Film prodotti spesso con un budget limitato e con effetti speciali decisamente naif rispetto a ciò che attualmente la computer-grafica permette di realizzare, queste pellicole giocavano la loro attrattiva nei confronti del pubblico (in particolare di quello giovanile) su un’idea accattivante e spesso bizzarra, volutamente incredibile (e proprio per questo interessante) attorno alla quale si sviluppava la storia raccontata. Senza voler fare un elenco che risulterebbe qui estremamente lungo e tedioso, possiamo però brevemente citare ad esempio “L'esperimento del dottor K” (“The Fly” in originale, è un film del 1958 diretto dal regista Kurt Neumann, tratto dal racconto “La mosca” “La Mouche” del 1957) in cui uno scienziato tenta di costruire la macchina del tele-trasporto ma finisce malauguratamente con il fondersi con il corpo di una mosca, scindendo la sua umanità in due forme bestiali: magistrale la scena finale in cui una mosca con la testa umana, imprigionata in una ragnatela, grida “aiuto aiuto” con la sua vocina stridula e disperata, guardando con occhi terrorizzati verso di noi, mentre un grosso ragno si avvicina inesorabile. Oppure “Blob – Fluido mortale”  (“The Blob”del 1958 diretto da Irvin Yeaworth) una strana creatura extraterrestre dalla forma gelatinosa piomba sul nostro pianeta ed incomincia a devastare e fagocitare qualsiasi cosa trovi sul suo cammino (allucinata avvisaglia della cultura mass-mediatica postmoderna? Non a caso divenuto famoso in Italia per l’omonima trasmissione televisiva di Rai 3 che al film si ispirava).

Per avvicinarci al tema del nostro articolo ricordiamo tutta la serie dedicata ai vampiri con protagonista Vincent Price (St. Louis, 27 maggio 1911 – Los Angeles, 25 ottobre 1993), attore che ha caratterizzato con il suo viso e il suo sguardo acuto, una vastissima produzione di questo genere.

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La stessa idea di produzione cinematografica negli ultimi anni è tornata di moda, dando vita ad una filmografia che sfrutta da una parte la grande capacità degli effetti speciali di rendere realistico e spettacolare un racconto, e dall'altra un’idea particolarmente insolita, originale, magari bizzarra e spesso poco credibile (magari il remake di vecchie pellicole) ma di forte appeal nei confronti del pubblico. Su questa strada si inserisce il film uscito nel luglio 2012 nelle sale cinematografiche italiane intitolato “La leggenda del cacciatore di vampiri”. Il film è un horror di azione e spettacolarità basato sull'idea assolutamente insolita (che farebbe rabbrividire gli amanti della fedeltà storica) che Abramo Lincoln (Hodgenville, 12 febbraio 1809 – Washington, 15 aprile 1865, 16º Presidente degli Stati Uniti d'America, e il primo ad appartenere al Partito Repubblicano. È considerato sia dalla storiografia sia dall'opinione pubblica uno dei più importanti e popolari presidenti degli Stati Uniti), sia stato nella sua giovinezza un cacciatore di vampiri. Anzi, proprio questa sua particolare professione si cela in realtà dietro il ruolo del famoso politico. Le vicende narrate partono dalla giovinezza del giovane Abramo; di come sia venuto in contatto con un cacciatore di vampiri che lo istruisce alle pratiche e tecniche per sconfiggere i signori della notte; di come decida di dedicare la propria vita a questa missione, a costo di sacrificare anche i propri affetti, gli amori e le passioni più personali. Raggiunta la maturità Lincoln scopre che la politica può avere un ruolo più forte e decisivo nella sua battaglia contro i vampiri e lascia il suo ruolo di combattente ed uccisore di pipistrelli umani, per dedicarsi ad un ruolo di organizzazione della società, solo apparentemente più tranquillo, che in realtà ha gli stessi obiettivi di fondo: lo sterminio della razza dei vampiri che si è insediata ormai da secoli nell'America del sud e sfrutta gli uomini di colore per poter vivere in segreto e in tutta tranquillità. Per liberare il popolo nero dalla schiavitù dei bianchi e dei vampiri, scaturisce la guerra di secessione tra sud e il nord dell'America, guerra in cui Abramo Lincoln ha ovviamente un ruolo determinante.

Alla base del film vi è un'altra idea abbastanza originale ed insolita rispetto alla tradizione narrativa del genere vampiresco; un meccanismo narrativo che serve allo sceneggiatore per assegnare il ruolo di protagonista a Lincoln. L’idea è questa: per volontà divina, o per uno scherzo del destino o di madre natura, un vampiro non può uccidere un altro suo simile. Questo è il motivo che spinge Henry, il cacciatore di vampiri che istruisce ed allena il giovane Abramo,  a seguire questa sua missione: in realtà lui stesso è un vampiro condannato a questa triste sorte da un maestro vampiro che si è voluto prendere gioco di lui condannandolo per l’eternità. Henry, dichiarando vendetta al suo maestro, cerca di sconfiggere il proprio acerrimo nemico, istruendo dei cacciatori umani che abbiano le potenzialità e le capacità per realizzare lo scopo. Tranquilli, non abbiamo svelato con questo nulla che vi impedirà di goder dello spettacolo.

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Tutto il film è caratterizzato dalle moltissime scene di azione che tengono lo spettatore continuamente incollato alla poltrona della sala cinematografica, e dagli effetti speciali che ormai permettono al regista di raccontare con estremo realismo e credibilità anche le storie più insolite, le scene più mozzafiato, le ricostruzioni più incredibili. Siamo stati abituati con pellicole come quella di Star Wars (ad esempio), a vedere attori reali che recitano in ambienti interamente ricostruiti virtualmente; ora al contrario vediamo anche un attore che diviene “virtuale”. Manipolato a piacimento secondo le esigenze del regista e del racconto. Modificato grazie agli effetti speciali e al trucco Benjamin Walzer è prima ringiovanito e poi invecchiato.

Mirabili le scene di lotta, volutamente esagerate per la velocità e la forza dei personaggi, per dimostrare la grande abilità del cacciatore di vampiri (Matrix docet). Mozzafiato l’inseguimento che avviene tra Abramo Lincoln e un vampiro, sulle schiene dei cavalli di una mandria imbizzarrita, mentre i due combattenti saltano con grandissima agilità, addirittura tirandosi addosso i puledri stessi. Altra scena magistrale è quella della guerra di secessione: una carrellata che parte da lontano, in campo lungo sui campi di battaglia, fino ad arrivare al primo piano di un militare che ordina la carica. Una ripresa che ci ricorda, non casualmente, una delle primissime pellicole dedicate a questo argomento storico, ovvero “La nascita di una nazione” (The Birth of a Nation) di David Llewelyn Wark Griffith (La Grange, 22 gennaio 1875 – Los Angeles, 23 luglio 1948). Altrettanto spettacolare e mozzafiato la lunghissima sequenza finale del combattimento sul treno, altra citazione di un grande film muto ambientato proprio nella guerra di secessione “The General” (1926) di Buster Keaton.


La leggenda del cacciatore di vampiri (Abraham Lincoln: Vampire Hunter) è un film del 2012 diretto da Timur Bekmambetov e con protagonisti Benjamin Walker, Mary Elizabeth Winstead, Rufus Sewell e Dominic Cooper. Il film è basato sul romanzo Abraham Lincoln, Vampire Hunter di Seth Grahame-Smith, che si è occupato personalmente anche della sceneggiatura. Tra i produttori del film figurano lo stesso regista Timur Bekmambetov e Tim Burton.

 

Memnoch il diavolo

Anne Rice

Longanesi & C

430 pagine

18 euro

Quinto volume della serie dedicata ai vampiri, scritta da Anna Rice. Lestat è divenuto un vampiro potente, grazie alle particolari esperienze vissute direttamente sulla pelle durante i secoli della sua esistenza. Ormai non si nutre semplicemente di sangue, ma cerca piuttosto le sue vittime, goloso non di linfa vitale quanto di esperienze, sensazioni, vissuto personale. Per questo sceglie le sue vittime fra coloro che affrontano la vita (con tutte le sue deroghe, malanni e brutalità) con una particolare predisposizione d’animo, una ricchezza interiore, buoni o cattivi che siano. Dove sta il bene e il male per un vampiro esiliato a vivere su questa Terra? Dannato a vivere per secoli, ancorato al pianeta che odia ed ama, trovando nutrimento solo dal sangue fresco delle sue vittime. Ed è proprio questo il punto nodale su cui si svolge la narrazione di questo tomo. La spiritualità di un vampiro, ed in particolare di un vampiro assetato come Lestat, il suo ruolo nel mondo e il futuro della sua anima. Da qualche tempo Lestat sta pedinando Roger, un delinquente, specializzato nel commercio di droga e in sporchi affari. Un grande affarista, appassionato di reliquie e reperti d’arte religiosa antica. Ne ha una collezione ricchissima, che farebbe invidia ad uno dei più importanti musei del mondo, in un appartamento segreto. Nonostante la sua attività dedicata al male, Lestat individua nell’animo di Roger una scaltrezza e una predisposizione alla vita particolarmente affascinante, che si avvicina alla sua personalità. Quando finalmente il nostro eroe vampiro si decide di prenderlo, di nutrirsi del sangue della sua vittima predesignata, la personalità di Roger si rivela tanto forte da suggestionare una belva così forte come un signore della notte, abituata da anni, secoli anzi, ad ogni sorpresa. La forza di questo semplice umano è tale da apparire in forma di fantasma al nostro vampiro per chiedergli la protezione della figlia. Una giovane donna di nome Dora, che ha fondato un culto religioso diffuso tramite una televisione via cavo. La giovane aborre gli aiuti del padre, sapendoli macchiati di sangue e soprusi, ma nello stesso tempo il genitore gli è caro e lo ama come una figlia.

anne rice memnoch il diavolo

Contemporaneamente qualcos’altro sta inquietando la pace quotidiana (o notturna sarebbe meglio dire) di Lestat. E’ una forma misteriosa, potente, che gli appare a tratti, all’improvviso e a cui lui non può sottrarsi. Pian piano questo essere misterioso si rivela: è il diavolo in persona, Memoch, che guiderà il nostro vampiro in un viaggio dal paradiso terrestre fino all’inferno, attraverso la creazione del mondo, del genere umano, l’evoluzione della specie e della cultura, la creazione delle prime forme di religione, fino alla venuta di Cristo sulla terra per la salvezza del mondo intero. Tutto questo viaggio, a cui l’autrice dedica buona parte del libro, ha lo scopo di portare Lestat a fianco di Memoch, contro i soprusi effettuati da Dio nella sua creazione. Tutto, anche questo viaggio, anche la presenza dei vampiri sulla terra, apparentemente esseri dimenticati dalla grazia divina e dalla bontà di Dio, si rivela invece parte di un pano immenso ed incommensurabile, difficile da cogliere nella su interezza agli occhi dell’uomo. Quali sono le grandi lezioni che l’uomo deve provare sulla sua pelle per potersi guadagnare il paradiso: la consapevolezza della creazione; la comprensione del suo deliberato sviluppo; una conoscenza della sua bellezza e delle sue leggi che renda possibile l’accettazione della sofferenza, dall’apparente ingiustizia e di ogni forma di dolore. Sheol è l’inferno, il luogo dove finiscono le anime e gli spiriti, trasformato poi da Dio nel luogo di redenzione dove possono acquisire la loro perfezione. Le anime vi entrano contorte e bruciate se non sono riuscite a guardare al di là della sofferenza sulla Terra, e alcune possono anche disperare e svanire. Ma a Sheol, nel corso di secoli di sofferenza e desiderio, altre vengono purgate e purificate. La vita e la morte fanno parte del ciclo, e la sofferenza è il suo sottoprodotto.

La fine del volume, senza volervi rivelare nulla che tolga piacere alla lettura, è una particolare visione sul ruolo dell’esistenza dell’uomo e della religione, all’interno della quale prende valore anche il ruolo del vampiro.

Con questo volume Anne Rice aggiunge un altro importante tassello nel suo universo della saga vampiriesca.

The Era of Vampires

“The Era of Vampires” è film wuxia-horror del 2002, diretto da Wellson Chin, scritto e prodotto da Tsui Hark, una pellicola dal particolare sapore, un bizzarro mix tra surreale e spaghetti western, Ciccio e Franco e arti marziali. Una versione modificata del film è stata distribuita in Nord America con il titolo “I cacciatori di vampiri”. Un film decisamente insolito, legato alla tradizione culturale del sol levante e molto lontano dal nostro immaginario che è solito rappresentare il signore della notte come un conte affascinante avvolto in un elegante mantello nero mentre è intento ad ammalliare la giovane fanciulla di turno.

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“The Era of Vampires” è ambientato nell'antico medioevo cinese, in un villaggio sperduto della campagna rurale del XVIII-XIX secolo circa, durante la dinastia Ching. Il maestro di arti marziali e magia taoista di nome Mao Shan (interpretato da Ji Chun-hua) è alla caccia di un antico Re Vampiro. Con un nutrito gruppo di mercenari raggiunge la tomba di un vecchio generale, all'interno della quale riposa il cadavere mostruoso della demoniaca creatura. Lo scontro con il Signore della notte si dimostra fin da subito molto aspro e ben presto gli uomini di Mao Shan, nonostante costituiscano un piccolo ma addestrato esercito, soccombono. Lo stesso maestro sembra avere la peggio e scompare nelle tenebre della notte. Si salvano soltanto i suoi quattro allievi prediletti, che portano dei nomi assurdi quanto improbabili: Vento (Lam Suet), Pioggia (Michael Chow), Tuono (Ken Chang) e Lampo (Chan Kwok Kwan). I quattro discepoli decidono di continuare la ricerca della bestia diabolica, per vendicare il loro mentore.

Anche se un poco impacciati, trasformano la pellicola in un sussiego di accadimenti fra il comico e il surreale (sbilanciandosi decisamente per la prima soluzione). E' proprio questo uno dei punti interessanti del film: una speciale miscela di trovate assurde ed irreali, tra il serio e il faceto: zombi saltellanti, uomini trasformati in statue di cera che colano come cioccolatini lasciati al sole d'estate sul cruscotto dell'automobile, tesori nascosti ma difesi con incredibile astuzia mettendo fra le monete d'oro un serpente dalla pelle dorata, il tutto abilmente cucito insieme da favolosi e mirabolanti combattimenti di arti marziali compiuti dai quattro discepoli come fossero marionette appesi a dei fili.

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Seguendo i segnali di uno strano congegno, simile ad una bussola, che dovrebbe indicare la presenza del vampiro, i quattro combattenti raggiungono un piccolo villaggio dove, nella ricca tenuta della famiglia Jiang, si sta svolgendo un matrimonio tra il giovane signorotto locale e la bella Sasa. C'è qualcosa di strano che aleggia sulla ricca e antica magione: i precedenti matrimoni hanno sempre portato alla rapida morte della giovane sposa. E’ abbastanza ovvio quindi che Sasa, la prossima la promessa sposa, sia terrorizzata di entrare nelle stanze di questa dimora maledetta. Convinti che il vampiro risieda all'interno di quelle desolate mura, dalle quali sono scappati anche i membri della servitù, i quattro ragazzi si fanno assumere come manovali ed incominciano ad indagare fra i meandri labirintici della costruzione. Nel frattempo veniamo a scoprire che Sasa è la giovane sorella di un capo criminale, abile nel kung fu, che controlla i loschi traffici della vicina cittadina. E’ lui che ha organizzato il matrimonio con l’anziano padre dello sposo, solo per potersi impadronire del facoltoso tesoro che si dice sia nascosto all'interno della casa degli Jiang. Il vecchio Jiang, che detiene il potere nella sua dimora con forza e dimostrando abilità fisiche e marziali nonostante l’avanzata età, fu in precedenza il capo della polizia, anche se ora è a riposo. Lavoro che gli ha valso rispetto e ricchezza. Durante la prima notte di nozze, contrariamente a quanto è successo fino ad allora, non è lo sposo a sopravvivere ma la giovane Sasa: l'erede della famiglia Jiang viene morsicato da un serpente velenoso. Il padre ordina ai quattro nuovi arrivati di cercare il serpente e di scoprire cosa sia realmente accaduto. Sasa è terrorizzata, ma non può fuggire dalla casa, anche se tenta di mandare delle missive al fratello. Scopriamo in seguito che il vecchio Jiang fa mummificare i cadaveri dei suoi antenati con una speciale tecnica a base di cera e li custodisce nei sotterranei dell'abitazione insieme al favoloso tesoro di cui tanto si favoleggia nel villaggio.

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Il fratello di Sasa, Dragon Tang (Horace Lee), invia i suoi sgherri per uccidere il vecchio Jiang e impadronirsi del bottino ma, sulla strada che attraversa la foresta, i banditi vengono attaccati dal mostruoso vampiro che li riduce a brandelli, risucchiando il loro sangue e i loro organi interni. A questo punto Dragon Tang decide di avvalersi della magia di bizzarro mago (vi basti sapere che porta conficcato nei capelli un grosso uncino) dal nome Zombi Wrangler (Chen Kuan-tai) in grado, con i suoi riti, di riportare in vita i cadaveri. Grazie ai suoi poteri magici Zombi Wrangler rigenera i cadaveri mummificati che sono custoditi all'interno della dimora degli Jiang. E’ questo un diversivo per permettere a Dragon Tang di entrare senza essere visto e andare alla ricerca dell’agognato tesoro (visto che delle sorti della sorella non sembra importargli troppo). Giungiamo al climax della pellicola: gli zombie scorrazzano saltellando fra le stanze dell’immensa dimora; i quattro combattenti cercano di salvare la bella Sasa (di cui Tempesta si è perdutamente innamorato); il vecchio Jiang combatte contro Dragon Tang; compare in scena il vampiro (che in effetti si nascondeva proprio in quella casa, ma a combattere contro di lui ritorna il maestro Mao Shan, che in realtà non era morto ma era invece ancora sulle sue tracce. La scena finale è un pirotecnico scontro, nel quale si mixano arti marziali, trucchi magici, armi, trappole ed effetti speciali, al quale prendono parte i quattro allievi (che ormai dimostrano di aver raggiunto una certa maturità), il maestro e la terribile creatura, decisamente difficile da distruggere.

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Al di là della trama, intricata ma non particolarmente avvincente, un’attenta descrizione va riservata alla figura del vampiro: bizzarra, poco credibile da un lato (sembra il frutto di scarsi effetti speciali) ma nello stesso tempo tanto repellente da raggiungere comunque l’obiettivo di terrorizzare. Anzi forse è proprio la sua assurda e surreale conformazione a renderla irrazionale e pertanto horrorifica. Gli esperti degli effetti speciali l’hanno confezionata come una sorta di strano sacco putrescente, in grado di sollevarsi di alcuni e metri da terra e di spostarsi velocemente, colpendo mortalmente i suoi nemici con nubi di fumo tossico, trascinandole a se per assorbire il sangue e gli organi fino a ridurre le sue vittime in una poltiglia fetida. L’abominevole creatura è una larva, uno straccio ammuffito e ripieno di ragnatele. Si intuisce appena che e' una forma umana, o che lo e' stata, perché appaiono al suo fianco due lunghe braccia che tiene sempre penzoloni, alle cui estremità spuntano due mani rachitiche munite di artigli metallici. La testa è una massa informe e putrescente sulla quale fanno la loro timida comparsa due occhi scavati, una bocca profonda e narici da nutria. Solitamente la creatura si muove rapidamente ma senza compiere movimenti degli arti, risultando perciò rigida e monolitica. E’ però dotata di lunghi artigli uncinati che possono rivelarsi decisamente pericolosi. Il vampiro riesce a percepire la presenza dei suoi avversari grazie al calore che questi emanano. Basterà bagnarsi con dell'acqua fredda per diventare del tutto invisibili alla creatura della notte (ma correndo il rischio di buscarsi un brutto raffreddore). Per quanto così mal ridotto questo vampiro possiede poteri che lo rendono difficilissimo da sconfiggere. Può volare e spostarsi velocemente, risucchia il sangue delle sue vittime, anche da una certa distanza, come fosse una specie di macabra aspirapolvere, sprigiona fiamme e riesce a scavare sotto terra come una talpa, ma ad una velocità decisamente soprannaturale. Le armi non possono nulla contro di lui a parte la speciale magica spada del maestro Mao Shan.

Il giudizio complessivo del film e' quindi positivo, per una pellicola che decisamente non si prende sul serio ma riesce ad introdurre nuovi elementi narrativi nell'immaginario vampirico.

Articolo di Chiara Zeiss

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Scheda tecnica:

Anno: 2002

Regia: Wellson Chin

Attori: Lam Suet, Ji Chun-Hua, Ken Chang, Michael Man-Kin Chow, Rongguang Yu, Kwok-Kwan Chan, Anya, Chen Kuan Tai

Paese: Hong Kong, Giappone, Olanda

Durata: 112 min

Distribuzione: Film Workshop, Destination Films

Sceneggiatura: Hark Tsui

Fotografia: Chan Kwong-Hung, Sunny Tsang Tat Sat, Herman Yau

Montaggio: Marco Mak

Produzione: Film Workshop, Fortissimo Films, Hark & Company, The Vampires Co. Ltd.


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Nota:

Wuxia pian è un termine entrato a far parte del gergo comune dei cinefili, ma senza una traduzione in italiano che ne renda perfettamente il senso. Per semplificare lo si potrebbe definire "cinema di cappa e spada", ma molto lo separa dagli Scaramouche del cinema hollywoodiano: ambientati in una Cina precedente all'arrivo della polvere da sparo, i film wuxia sono connotati in genere da una figura di protagonista errante e individualista, che segue un proprio codice d'onore e mal tollera l'autorità costituita”.

Emanuele Sacchi

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