Jack Katz
Jack Katz, fumettista statunitense e figura centrale nel panorama del fumetto indipendente, è scomparso il 25 aprile 2025 all’età di 97 anni. Nato a Brooklyn nel 1927, iniziò la sua carriera a soli 16 anni, entrando nel mondo del fumetto nei primi anni Quaranta dopo aver studiato alla School of Industrial Art. Collaborò con Fawcett Comics su serie come Bulletman, e tra il 1946 e il 1951 lavorò presso il King Features Syndicate, dove si occupava della revisione delle strisce prima della distribuzione ai giornali.
Nel corso degli anni, Katz collaborò con numerosi studi e case editrici – tra cui lo studio di Jack Kirby e Joe Simon, Standard Comics, Atlas Comics (divenuta poi Marvel) e DC Comics – distinguendosi per uno stile molto dettagliato che rallentava spesso i tempi di produzione. Dopo un primo abbandono dell’industria nel 1955 per dedicarsi all’insegnamento e alla pittura, tornò al fumetto alla fine degli anni Sessanta.
Il punto di svolta nella sua carriera arrivò nel 1974, quando diede inizio a The First Kingdom, la sua opera più celebre. Questa lunga saga di 768 pagine, scritta e disegnata interamente da lui senza assistenti, fu pubblicata inizialmente da Comics & Comix (numeri 1–6, fino al 1977) e completata da Bud Plant (numeri 7–24, fino al 1986), con una cadenza di due numeri l’anno. Ambientato in un mondo post-apocalittico abitato da dèi, creature mostruose e popoli primitivi, The First Kingdom mescolava elementi fantasy e fantascientifici, con riferimenti alla mitologia greca e una forte componente filosofica. La narrazione affrontava temi come l’evoluzione, la religione e la storia dell’umanità, sviluppandosi in una saga multigenerazionale ricca di personaggi e ambientazioni complesse, realizzate con un tratto molto curato, in particolare nell’anatomia.
Distribuito al di fuori dei circuiti tradizionali — nei negozi specializzati, per corrispondenza e negli head shop, accanto ai fumetti underground — il progetto non raggiunse mai il grande pubblico, anche a causa della sua irregolarità e dei contenuti maturi. Tuttavia, ottenne il plauso della critica specializzata e l’apprezzamento di una cerchia di lettori fedeli. The Comics Journal scrisse che, senza quella saga, Katz sarebbe probabilmente rimasto un disegnatore competente ma poco noto. Con questa opera pionieristica, invece, anticipò esperienze come Cerebus di Dave Sim, Elfquest di Wendy e Richard Pini e Bone di Jeff Smith, aprendo la strada ai graphic novel indipendenti.
Nel 2013, Titan Comics ne ha curato una riscoperta editoriale, pubblicando l’intera serie in quattro volumi con tavole restaurate e testi riletterati. A questa edizione si sono aggiunti nel 2014 due nuovi capitoli inediti, The First Kingdom: The Space Explorers Club e The First Kingdom: Destiny, che hanno ampliato ulteriormente l’universo narrativo dell’opera.
Oltre a The First Kingdom, Katz si dedicò ad altri graphic novel, manuali di disegno e anatomia, all’insegnamento e alla pittura a olio. Riconosciuto con l’Inkpot Award nel 1977, fu inserito nella Hall of Fame degli Eisner Awards nel 2023, a coronamento di una carriera lunga e originale.
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