Giuseppe Palumbo
Giuseppe Palumbo è nato a Matera nel 1964. Ha cominciato a pubblicare fumetti nel 1986 sulle pagine di riviste come Frigidaire e Cyborg, sulle cui pagine crea il suo personaggio più noto, Ramarro, il primo supereroe masochista. Nel 1992 entra nello staff di Martin Mystére della Sergio Bonelli Editore e nel 2000 in quello di Diabolik della Astorina. “Tomka, il gitano di Guernica” (2007), su testi di Massimo Carlotto, e “Un sogno turco” (2008), su testi di Giancarlo De Cataldo, sono editi da Rizzoli. La Comma 22 di Bologna, dedica a Palumbo una collana di volumi aperta da “Diario di un pazzo”, adattamento di un racconto di Lu Xun, e seguita da “ CUT Cataclisma”, che raccoglie tutte le storie di Cut prodotte fino al 2006 per la casa editrice giapponese Kodansha; di recente ha pubblicato “Eternartemisia” e "Aleametron", prodotti da Palazzo Strozzi Firenze, e il primo saggio di critica storico letteraria a fumetti, "L'elmo e la rivolta. Modernità e surplus mitico di Scipioni e Spartachi", su idea e testi di Luciano Curreri, docente di Lingua e Letteratura italiana presso la ULG - Università di Liegi.
Sue opere sono tradotte in francese, giapponese, greco, spagnolo, danese, tamil.
Nel campo dell'illustrazione è stato copertinista, per circa dieci anni, della collana Gialli Junior della Mondadori, e dal 2003 è il copertinista ufficiale dei romanzi di Stefano Benni per Feltrinelli (di recente uscita, la ristampa completa nella collana Economica lo vede come illustratore della nuova veste anche dei primi titoli) e della collana Grandi Letture per Feltrinelli Kids (dove illustra nuovi classici della letteratura da Yoshimoto a Allende, da Baricco a Benni). Ha illustrato copertine anche per Rizzoli, Ponte alle Grazie, Salani, Marcos y Marcos, Sossella, Sperling&Kupfer. Ha collaborato con l'Unità, il Manifesto, il Sole24Ore, SlowfoodMagazine. Da quindici anni a oggi, il suo studio Inventario - Invenzioni per l'editoria, con sede a Bologna, ha prodotto illustrazioni, storyboard e consulenze per numerose agenzie pubblicitarie (Cohn&Wolfe, Chialab, ZonaMista, Compass), per editori nel settore della scolastica (Paravia/Bruno Mondadori/Pearson, Zanichelli, Lattes, Mondadori), per fondazioni, enti e OnLus (Cefa, Palazzo Strozzi Firenze, IBC Emilia Romagna).
Come insegnante, è stato docente presso corsi di formazione e ha tenuto seminari in diverse scuole e università italiane e belghe. Ha insegnato con regolarità presso la Scuola Internazionale di Comics di Firenze e la Scuola di Fumetto di Milano. Insegna Illustrazione per l'editoria presso l'ISIA - Istituto Superiore Industrie Artistiche di Urbino.
Dal 2006 è uno dei soci fondatori del collettivo interdisciplinare Action30, che indaga sulle nuove forme di razzismo e di fascismo, con cui realizza piccola editoria, cortometraggi/motion comics, conferenze multimediali e in particolare uno speciale format transmediale di performance live (video, musica e narrazione a fumetti) che è stato rappresentato in numerosi festival italiani e stranieri.
Siti utili:
http://www.action30.it/blog
youtube: http://www.youtube.com/user/action30media
facebook: http://www.facebook.com/groups/298475513298/?ref=ts&fref=ts
http://www.constellation1961.org
Costola commerciale del collettivo, è Animecore, fondata con Alberto Casati, Francesco Mazzola, Luca Acito, piccola factory che si occupa di animazione digitale 2D per la comunicazione web.
Ha vinto premi in diverse città italiane (Milano, Treviso, Roma, Napoli, Lucca) come miglior disegnatore di fumetti italiano.
- sito personale (contiene tutti gli altri link utili, come i blog ):
Intervista a Giuseppe Palumbo.
Giuseppe Palumbo è un istrione, un “animale da palco”, una di quelle persone che calamitano l’attenzione dell’interlocutore. Ma Palumbo è soprattutto un disegnatore; un bravissimo e talentuosissimo disegnatore, nato all’ombra dello storico Frigidaire e ora artista di fama internazionale: in Italia lavora per la Phoenix e per la Bonelli, all’estero si sono avvalsi della sua opera colossi editoriali come la statunitense DC Comics e la giapponese Kodansha.
Impossibile restare seri, se non solo all’inizio, quando si parla con lui.
La tua carriera di autore è costellata di collaborazioni a più livelli e con le più diverse committenze. La scelta di lavorare per la Bonelli, ad esempio, ha motivazioni artistiche o, a causa della attuale crisi, economiche?
No, no, non è stata solo una questione economica. È un momento nel quale per un autore è difficile raggiungere il grosso pubblico, se non tramite un canale come quello della Bonelli. Era quindi fondamentale per me, e non solo per me (vedi i casi di Ambrosini e Catacchio), fare una scelta di questo genere. Chiaramente, non m’interessa fare solo una cosa, ma è comunque fondamentale avere un rapporto con Bonelli.
Di qui, poi, la scelta di Martin Mystére, col quale mi trovavo più a mio agio. La storia apparsa su Comic Art anni fa era una mia proposta. Avevo chiesto a Castelli di scrivere una sceneggiatura ambientata a Matera, che speravo potesse venir realizzata da Castelli e Alessandrini, perché volevo organizzare una mostra di Martin Mystére. Invece Alfredo mi ha detto: “Sì, sì, falla tu la storia...” e mi ha ributtato la palla. Ho quindi dovuto lavorare da solo. Mi sono divertito molto, e da lì la collaborazione è proseguita.
Com’è stato, da allora, il rapporto professionale con Castelli?
Castelliano! Ho lavorato su sceneggiature abbastanza distratte (ride).
Ma ho accettato le regole del gioco. Tra l’altro la cosa mi è andata pure bene, perché nel periodo in cui ho iniziato la collaborazione con Alfredo, avevo un sacco di cose da fare e quindi la libertà che mi accordava mi ha permesso di gestirmi bene.
Quali sono i tuoi ritmi di lavoro?
Di solito, una tavola completa al giorno (matite e chine). Ci sono però dei giorni... Certi giorni ne dovrei fare tre! Lasciamo perdere... Non vi dico in quanto tempo ho realizzato un numero di Tosca, se no vi spaventereste...
Dai, diccelo!
Una settimana.
C’è un personaggio che non hai mai disegnato, e sul quale ti piacerebbe lavorare?
Beh, sono tanti. Per esempio, Batman lo farei volentieri. Bisogna vedere se la DC è d’accordo...
Chiudiamo con una domanda “seria”. Come si fa a diventare grandi come te?
Tutte le mattine Ovomaltina nel latte, è chiaro. Poi la sera la dolce Euchessina per digerire tutto, e ovviamente chilometri di carta e litrate di china. E sesso, droga e rock'n'roll a palla. Anzi, niente droga. Solo sesso e rock'n'roll.
Articolo Emiliano Longobardi, Alessandro Pinna e Antonio Solinas, redazione di Rorschach (http://go.to/rorschach)
Giuseppe Palumbo disegna al Festival del Fumetto di Novara, organizzato dallo Sciacallo Elettronico.
Ulteriori approfondimenti: