Winsor McCay
Winsor McCay è stato una figura pionieristica sia nel fumetto che nel cinema d'animazione. Ancora oggi i suoi lavori grafici sono ammirati e apprezzati dal pubblico e dagli operatori del settore, che li considerano dei veri e propri capolavori, punto di riferimento e di ispirazione. Artista prolifico ed eclettico, tra i suoi contributi più celebri spicca la serie onirica “Little Nemo” (1905), che ha segnato un punto di svolta nella narrazione visiva e nella sperimentazione grafica. giocando sulle possibilità offerte dalle grandi pagine dei suplementi domenicali per bambini, sulle quali le sue storie venivano pubblicate. Altre storie memorabili sono sicuramente “Little Sammy Sneeze” (1904-1906) e “Dream of the Rarebit Fiend” (1904-1914), caratterizzate da una sorprendente capacità di coniugare fantasia, umorismo e profondità psicologica.
Ma gli inizzi della cariera furono duri anche per McCay. A partire dal 1906, l'artista si dedicò ai chalk talk, spettacoli di vaudeville molto in voga tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. In questi show, combinando arte grafica e performance teatrale, intratteneva il pubblico disegnando caricature e scene umoristiche su una lavagna mentre narrava monologhi su temi vari. Particolarmente significativo fu il suo sketch “The Seven Ages of Man”, in cui l'illustratore trasformava progressivamente due volti, rappresentandone il passaggio attraverso le diverse fasi della vita. Questa miscela di abilità tecnica e storytelling sottolinea l’approccio innovativo di McCay, capace di spingere i confini delle forme artistiche tradizionali e gli servirà più tardi per l'invnzione del primo cartone animato.
Animazione
Nel panorama degli inizi del cinema e dell’animazione, Winsor McCay, emerge come uno dei pionieri nell’unire il linguaggio grafico del fumetto con la dinamicità del cinema. Già nel 1910, McCay portò il suo celebre personaggio sul grande schermo, intuendo come grafica e movimento potessero fondersi per generare un ritmo narrativo capace di coinvolgere lo spettatore.
Il primo esempio di autentica animazione arrivò nel 1909 con “Fantasmagorie” di Émile Cohl. Utilizzando 700 disegni posizionati su un piatto di vetro illuminato, Cohl creò un cortometraggio in cui un personaggio, apparentemente disegnato con gessetto su una lavagna, si animava in avventure surreali. L’assenza di una trama strutturata lasciava spazio alla pura gioia del movimento, incarnando la nascita della tecnica animata. L'idea di creare un cartone animato vero e proprio venne a McCay dopo aver osservato il “flip book” di suo figlio. Con grande dedizione, l’autore realizzò in 18 mesi i 4000 disegni necessari per il primo film animato con i personaggi di “Little Nemo”, proiettato nelle sale nel 1911 e usato nei suoi spettacoli teatrali. Tuttavia, il pubblico era inizialmente scettico, credendo che si trattasse di fotografie manipolate.
Per superare queste perplessità, McCay concepì “Gertie il dinosauro” (1914), un cortometraggio in cui animò un dinosauro, un soggetto evidentemente impossibile da filmare nella realtà. Questo progetto segnò non solo un’innovazione tecnica – con l’integrazione tra filmati live-action e animazione – ma anche il primo esempio cinematografico dedicato ai dinosauri. In “Gertie”, McCay comparve in persona interagendo con il personaggio animato, aprendo la strada a nuove possibilità narrative e stilistiche nell'arte dell'animazione. Questi contributi fondamentali posero le basi per l'evoluzione del cinema d’animazione, evidenziando l’ingegno e la sperimentazione che caratterizzarono i primi anni di questo linguaggio artistico.
Citazioni
Winsor McCay è stato tanto amato da essere stato copiato, studiato, analizzato, duplicato e citato innumerevoli volte da decine e decine di illustratori, animatori e fumettisti. Le sue storie risultano ancora oggi moderne e dinamiche tanto da offrire spunti fervidi e frizzanti. Tra i tanti che hanno citato McCay ricordiamo Vittorio Giardino con le storie erotiche e ammiccanti di Little Ego (evidente gioco di parole e parodia del più celebre e datata progenitore). E poi una bellissima tavola progettata e disegnata con il suo inconfondibile stile da Luciano Bottaro per il suo personaggio il pirata Pepito. La pagina è tratta dalla storia "Streghe corvi e corsari" (apparsa inizialmene su "Pepito Magazine" 2°serie, n.25, S.A.G.E. 1965 e riapparsa nel recente volume "Pepito - Il governatore sulla luna" edito da Editoriale Cosmo - Nona Arte).
Little Ego di Vittorio Giardino
Disegni di Luciano Bottaro
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