Christophe Blain - Abel Lanzac

I segreti del Quai d'Orsay

Cronache diplomatiche - Vol. 1

Cristophe Blain, di cui siamo divenuti ferventi e fedeli ammiratori fin da subito dopo la lettura delle storie di Isaac il pirata, affronta in questo primo volume di una nuova serie (in Italia edita da Coconino Press) un tema abbastanza insolito per il genere fumettistico: quello politico.

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Una satira brillante, incandescente, dal ritmo comico ed ammaliante, tipico della scrittura dell'autore francese. Il protagonista della storia è un giovane scrittore che viene assunto dal ministro degli esteri del governo francese, per redigere i suoi discorsi. Ammaliato dall'incarico gratificante, il giovane intellettuale lascia da parte i suoi principi, e si mette al seguito di una fazione politica nel quale inizialmente sembra non riconoscersi. Blain, con la solita grande capacità di scrittura, riesce tratteggiare i suoi personaggi con forza e realismo: il protagonista, Arthur, si muove con difficoltà, timidezza ed insicurezza all'interno dei palazzi del potere e tra gli apparati burocratici che controllano, con regole non scritte, il mondo della politica e i rapporti con la stampa. Pian piano diventa amico dei suoi nuovi compagni di lavoro, i consiglieri del ministro. La capacità di descrivere i sentimenti che si creano fra le persone, attraverso la messa in scena di piccoli episodi divertenti, è una delle tipiche doti di Christophe. Da tutta la storia la figura che emerge è quella del ministro Alexander, personaggio forte, di imponente statura non solo fisica ma anche caratteriale, che impone subito il suo punto di vista, trascina e travalica chiunque si mette sul suo cammino. Blain sembra inizialmente dipingerci il ritratto di un uomo sostanzialmente poco adatto al ruolo che ricopre ma con una forte carica carismatica, una grande capacità di dialogo (cosa che in effetti sembra caratterizzare gli attuali attori politici e le loro doti sofistiche). Egoista, pieno di sé, baldanzoso, ma nello stesso tempo debole, capace di mutare idea e direzione in base ai suggerimenti e le motivazioni che vari personaggi di cui si circonda gli porgono. Sembra la fotografia di un mondo politico corrotto, infangato da percorsi che non si occupano degli ideali, per abdicare a preoccuparsi solamente del consenso della stampa e dell'opinione pubblica, per poi avallare scelte e percorsi di interesse personale. Lo specchio in cui la nostra società vede riflessa l'attuale classe politica italiana e non solo. Blain descrive il tutto come se conoscesse veramente l'ambiente del governo o della politica in genere; dipinge momenti, atteggiamenti, dettagli e particolari come se fosse il mondo in cui vive tutti i giorni, riuscendo a rendere il tutto con il suo spirito vivace e soprattutto credibile (e potremmo crederlo veramente se non fosse che il fumettista riesce a delineare con tanta verosimiglianza ogni storia che racconta). Proseguendo la lettura, il personaggio di Alexander cambia pian piano: i suoi consiglieri e con loro il lettore, si innamorano di questa figura, così controversa e pur ammaliante, carismatica. Veniamo colpiti dalle sue citazioni di Eraclito, inizialmente fuori luogo ma che poi si trasformano in un discorso sensato e politicamente corretto; siamo stupiti dai suoi modi, burberi, veloci, ma sempre capaci di far presa sull'interlocutore. I disegni ce ne descrivono la gestualità. La fisicità del suo naso, delle sue spalle e della sua statura ne fanno un personaggio deciso. La sua forza, gli permette di far presa sulle masse e anche sul lettore. Attraverso di esso Blain cattura la nostra attenzione portandoci fino alla fine del volume e invogliandoci alla lettura delle storie successive.

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Impegnato in mille attività politiche, Alexander tende a semplificare il mondo che lo circonda. Sintetizza, schematizza, o come lui stesso dice, "stabila" le fasi più importanti (nel senso che evidenzia con il pennarello Stabilo le frasi che diventano indice dei suoi discorsi politici). Quando deve spiegare ai suoi consiglieri i concetti di ciò che ha in mente, comincia a muovere nell'area quelle grandi mani carismatiche. Sembrano scuri che tagliano l'aria, mentre lui pronuncia quel rumore secco e deciso come il suo carattere: tac tac tac. E così sono le vignette, scontornate per lasciare la figura libera nell'aria, nel bianco del foglio, a sottolineare quel movimento deciso e forte, ripetute in sequenza, dimostrano come linguaggio del fumetto, ancora una volta, riesce a raggiungere concetti unendo il testo e il disegno in una sintesi magica e geniale.

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Copyright Dargaud 2010, by Blain, Abel Lanzac. - per l'edizione italiana Coconino Press, 2011


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