Sviluppo verticale
di Stefano Misesti
Ricordo una sera di alcuni anni fa, in un ristorantino del centro storico di Lucca, a cena con bigio e uppe delle edizioni Mezzoterraneo... Quando entrammo nel locale non capii per quale motivo si ostinassero nel volersi sedere vicino al banco del self-service, e rimasi stupito anche della misera porzione che presero come prima portata... Tutto si sarebbe chiarito dopo il settimo ed ottavo piatto che riuscirono a trafugare con le più assurde scuse: ancora un olivetta (ed ecco un bel vassoio di sotto-aceti ripieni ed acciughe marinate)... volevo assaggiare quella tartina (altre due portate ricolme di affettati ed ogni ben di dio)... vado un attimo in bagno (quasi si portavano il carrello in tavola). Ma questa non fu la sola cosa divertente di quella serata, perché ad un certo punto i due compari tirarono fuori dalla borsa una rivistina dal nome Liberaria. Fra i giovani autori pubblicati spiccava il segno acre ed accattivante di Stefano Misesti. Vignette apparentemente semplici e veloci, fatte di personaggi tutti uguali, bianchi e neri... Basta soffermarsi un attimo e quelle righe ti catturano inesorabilmente con la loro forza narrativa, la dissacrante ironia e le gag più surreali! Nelle storie di Stefano tutto si ribalta, i metodi del fumetto si intersecano con il linguaggio comune, i generi narrativi ed il vocabolario istituzionale, driblando continuamente fra doppi-sensi, trovate esilaranti, giochi di parole ed inattesi colpi di scena.
Come?... Si grazie... ancora soltanto una cipollina...
Stefano Misesti si distingue per il suo segno semplice e stilizzato con cui e’ riuscito a dar vita, sulle pagine di Liberaria, Kerosene, Lo Sciacallo Elettronico, Fagorgo e le molte riviste che lo hanno ospitato, a storie esilaranti quanto assurde.
Anche in questo “Sviluppo verticale” realizzato appositamente per iminimi, sceglie di narrarci la storia di Bracco. E’ solo un espediente per poterci condurre attraverso gli insegnamenti della vita: le allergie ai polpi e ai robot giapponesi, le pese per lucertole, i sassi che affondano e i pochi momenti romantici del film ”gli zombies contro la pittura rinascimentale” .
Un vero colossal assolutamente da non perdere!