Il concorso del 1401
Nel 1401, a Firenze, venne indetto un celebre concorso per la realizzazione della seconda porta del Battistero di San Giovanni. Ai partecipanti fu chiesto di realizzare una formella in bronzo dorato raffigurante il "Sacrificio di Isacco", tema biblico tratto dalla Genesi. Tra i concorrenti più noti vi furono Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti, che presentarono ciascuno una propria interpretazione dell’episodio. Le due formelle mostrano approcci molto diversi: drammatico e scultoreo quello di Brunelleschi, più armonioso e classico quello di Ghiberti. Quest'ultimo vinse il concorso e fu incaricato di realizzare l'intera porta, dando inizio a una delle più importanti imprese artistiche del Rinascimento. Il concorso del 1401 è considerato un momento simbolico di nascita dell’arte rinascimentale.
Ghiberti utilizza una composizione equilibrata e fluida, organizzando la scena con un senso di armonia classica. Le figure sono distribuite in modo ordinato, e lo spazio è gestito con una chiara gerarchia visiva. Brunelleschi propone una composizione più drammatica e movimentata. La scena è meno ordinata ma più intensa, con uno spazio più affollato e dinamico, suggerendo una maggiore tensione narrativa.
Ghiberti modella le figure con eleganza e grazia, ispirandosi all'arte classica. Isacco, in particolare, ha un corpo idealizzato, simile a una statua greca, con un atteggiamento sereno anche nella drammaticità. Brunelleschi punta sulla forza espressiva: le figure sono più robuste, con una carica emotiva forte. Abramo appare deciso e quasi violento nel gesto, mentre Isacco esprime paura e resistenza.
Ghiberti dimostra una straordinaria maestria nella fusione a cera persa, ottenendo superfici levigate e dettagli fini. La sua formella è più leggera, anche dal punto di vista materiale, grazie a una maggiore economia di metallo. Brunelleschi, pur tecnicamente valido, è meno raffinato nella resa materica. La sua formella è più pesante e meno unitaria nei passaggi tra figure e sfondo.
Ghiberti mostra una visione già rinascimentale, con attenzione alla prospettiva, all’anatomia classica e alla grazia compositiva. Brunelleschi, sebbene più arcaico nella forma, è innovativo nella drammaticità e nel realismo emotivo, elementi che anticipano il suo genio architettonico e la futura centralità della prospettiva.
In sintesi, Ghiberti vinse per la sua capacità di coniugare bellezza, tecnica e chiarezza narrativa, mentre Brunelleschi colpì per la forza espressiva e il pathos. Entrambe le opere segnano l’inizio di una nuova era artistica.
Ascolta la lezione audio dedicata al Concorso del 1.401
Lorenzo Ghiberti - Filippo Brunelleschi